Stefano Osti (12 agosto 1957) è un dirigente sportivo italiano.
Biografia
Dirigente del Siena dal 1980 al 1987, vi è poi tornato nel 2003, dopo alcune parentesi nel Bologna, nella Ternana e nel Prato,[1] come assistente del presidente e direttore Paolo del Luca[2] e come direttore sportivo, fino al 2009, contribuendo alla crescita della società e alla sua permanenza nella massima divisione calcistica, tanto da meritarsi il premio De Luca attribuito ogni anno a personalità che hanno contribuito al prestigio della società senese.[3] Dopo un addio non troppo sereno[4][5] approda alla Colligiana che milita nel campionato di Lega Pro Seconda Divisione.
Nel dicembre 2009 passa al Bologna Football Club 1909,[6] e con il cambio di proprietà del Siena calcio da Giovanni Lombardi Stronati a Massimo Mezzaroma torna alle dipendenze della società senese.[7]
Nel 2004 è stato deferito nell'ambito delle inchieste sul calcioscommesse in relazione al risultato della partita Siena-Lecce.[8] Durante le indagini Osti ha dichiarato di «non poter escludere che calciatori del Siena o di altre squadre possano aver alterato i risultati di alcune partite».[9] Al termine delle indagini da parte dell'Ufficio inchieste, Osti è stato condannato per omessa denuncia a sei mesi di inibizione unitamente all'allenatore del Siena Giuseppe Papadopulo e al direttore sportivo del Livorno Nelso Ricci.[10]
Nel febbraio 2005 è stato poi testimone di un altro episodio controverso al termine della partita Siena-Messina che ha visto coinvolto alcuni calciatori tra cui Riccardo Zampagna.[11]
Dal 2017 è presidente del Circolo Pattinatori Grosseto.[12]
Note
Voci correlate