Nacque nel castello di Villette, pervenuto in eredità a suo padre, marchese François Jacques de Grouchy (1715-1808), prima di tre figli. Inizialmente destinata ad un convento per dame nobili dove fu postulante dai 20 ai 22 anni, il suo spirito brillante e scettico, la sua bellezza e la sua intelligenza affascinarono il filosofo Nicolas de Condorcet, di vent'anni più anziano di lei, che sposò nel 1786 nel castello di famiglia, testimone anche Lafayette.
Insieme al marito andarono ad abitare all'Hôtel des Monnaies appena costruito, residenza alla quale Condorcet aveva diritto in quanto ispettore generale della Zecca, e vi tennero un salotto letterario che divenne subito rinomato e frequentato da numerosi filosofi illuministi.
Non è irragionevole supporre che ella abbia giocato un ruolo nel femminismo del marito, autore del celebre opuscolo Sur l'admission des femmes au droit de cité (3 luglio 1790).
In seguito all'accusa promossa contro di lei dal Club dei Giacobini, dopo la morte del marito, incarcerato con l'accusa di tradimento dopo alcuni mesi di latitanza a Bourg-la-Reine il 25 marzo 1794 e trovato misteriosamente morto nel carcere due giorni dopo[1], Sofia si trovò in ristrettezze finanziarie e dovette aprire un negozio (realizzava in carcere e vendeva ritratti di condannati alla ghigliottina) per poter avere un mezzo di sostentamento. Nel 1799 riuscì a recuperare una parte dei suoi beni, potendo così riprendere la sua attività mondana e intellettuale, riaprì il salotto letterario che l'aveva resa famosa e che divenne un focolaio d'opposizione al Primo Impero, e pubblicò le opere del defunto marito.
Oltre alle sue Lettres sur la sympathie, si dedicò anche alla traduzione di Thomas Paine e Adam Smith.
Amica fra gli altri di Giulia Beccaria e del giovane Alessandro Manzoni, fu legata da una convivenza ventennale a Claude Fauriel, che non volle tuttavia mai sposare, considerando umiliante contrarre matrimonio con un non nobile[2].
(FR) Lettres sur la sympathie; suivies des Lettres d'amour, Montréal, Étincelle, 1994
Traduzioni
Adam Smith, Théorie des sentimens moraux, ou, Essai analytique sur les principes des jugemens que portent naturellement les hommes, d'abord sur les actions des autres et ensuite sur leurs propres actions, Paris, F. Buisson, 1798
^La figura di Sophie de Condorcet e i rapporti della coppia con Giulia Beccaria e la famiglia Manzoni sono descritti in Natalia Ginzburg, La famiglia Manzoni, Einaudi 1983. Si vedano in particolare le pagg. 12-13
Antoine Guillois, La Marquise de Condorcet: sa famille, son salon, ses amis, 1764-1822, Paris, P. Ollendorff, 1897
Charles Léger, Captives de l'amour, d'après des documents inédits; lettres intimes de Sophie de Condorcet, d'Aimée de Coigny et de quelques autres cœurs sensibles, Paris, C. Gaillandre, 1933
Henri Valentino, Madame de Condorcet; ses amis et ses amours, 1764-1822, Paris, Perrin, 1950
(IT) Carlo Del Teglio, Il ricamo della regina , Cattaneo Paolo Grafiche, Oggiono - Lecco 2012.
(IT) Antonia Criscenti, Il fondamento empatico della morale sociale. Rileggendo le “lettres sur la sympathie” di Sophie de Grouchy (1798), in Tiziana Iaquinta (ed.), Emozioni, ragione e sentimento, Aprilia, Novalogos, 2019.
Jacques-Alphonse Mahul, Annuaire nécrologique, ou Supplément annuel et continuation de toutes les biographies ou dictionnaires historiques, 3ème année, 1822, Paris: Ponthieu, 1823, p. 69-70 [1]