In Italia sono state reperite 14 specie di questo genere[2]
Tassonomia
Considerato un sinonimo anteriore di SitticulusDahl, 1926, da uno studio dell'aracnologo Prószynski del 1973 con trasferimento della specie tipo; è anche sinonimo anteriore di AttinellaBanks, 1905 secondo un lavoro dell'aracnologo Richman del 1979 e di TomisF. O. P.-Cambridge, 1901, a seguito di un lavoro dell'aracnologa Galiano del 1991[1].
Alcuni autori pongono la specie tipo del genere AttulusSimon, 1889, la Attulus helveolus (Simon, 1891), in questo genere, spesso considerata come sinonimo posteriore di Sitticus distinguendus (Simon, 1868); bisogna considerare però che, se tale posizionamento fosse corretto, la denominazione Attulus dovrebbe prendere il posto di Sitticus per priorità. La denominazione più giovane è ritenuta opportuna in questa sede, in quanto sembra probabile che il complesso di specie oggi afferente in Sitticus includa più di un genere[1].
A giugno 2011, si compone di 83 specie e due sottospecie[1]:
Sitticus basalis (Karsch, 1879); un esemplare femminile, rinvenuto in Giappone e originariamente ascritto all'ex-genere Attus. A seguito di due studi, uno di Logunov del 1998 e uno di Logunov & Marusik del 2001, è da ritenersi nomen dubium[1].
Sitticus limbatus (Risso, 1826); gli esemplari reperiti in Francia e originariamente ascritti al genere Atypus, a seguito di due studi, uno dell'aracnologo Roewer del 1955 e uno di Bonnet del 1958, sono da ritenersi nomina dubia[1].
Sitticus littoralis (Hahn, 1832); un esemplare femminile, rinvenuto in Europa e in origine descritto nel genere Salticus, a seguito di un lavoro dell'aracnologo Bonnet del 1958, è da ritenersi nomen dubium[1].
Sitticus truncorum (Linnaeus, 1758); esemplari reperiti in Europa e originariamente posti in Aranea, a seguito di un lavoro dell'aracnologo Harm del 1973, sono da ritenersi nomina dubia[1].
Sitticus virgulatus (Walckenaer, 1802); esemplari reperiti in Francis e originariamente posti in Aranea, a seguito di due lavori, uno dell'aracnologo Roewer del 1955 e un altro di Bonnet del 1958, sono da ritenersi nomina dubia[1].