Il Sei Nazioni 2020 (in inglese2020 Six Nations Championship; in franceseTournoi des Six Nations 2020; in gallesePencampwriaeth y Chwe Gwlad 2020) fu la 21ª edizione del torneo annuale di rugby a 15 tra le squadre nazionali di Francia, Galles, Inghilterra, Irlanda, Italia e Scozia, nonché la 126ª in assoluto considerando anche le edizioni dell'Home Nations Championship e del Cinque Nazioni.
Noto per motivi di sponsorizzazione come 2020 Guinness Six Nations Championship a seguito di accordo di partnership commerciale con il birrificio irlandeseGuinness[1], si tenne dal 1º febbraio al 31 ottobre 2020.
Svoltosi regolarmente nelle prime tre giornate, subì uno stravolgimento a causa della pandemia di COVID-19 che tra febbraio e marzo 2020 colpì l'Europa e che ne provocò rinvii a causa del blocco totale delle attività sportive per diversi mesi nella fase più acuta dell'emergenza sanitaria: solo a ottobre fu possibile portare a termine la competizione, con sette mesi di slittamento rispetto alla data prevista e a poco più di tre mesi dall'avvio dell'edizione seguente.
Il torneo fu vinto dall'Inghilterra, al suo trentanovesimo successo complessivo, che terminò prima in classifica a pari punti della Francia; si trattò quindi della settima edizione del Sei Nazioni decisa dalla discriminante tra punti fatti e subiti, nonché la decima in assoluto dall'edizione 1994, anno dell'abolizione delle vittorie condivise.
Il valore delle marcature, come stabilito da World Rugby nel 2017, è: 5 punti per ciascuna meta (7 se trasformata), 7 punti per la meta tecnica, 3 punti per la realizzazione di ciascun calcio piazzato, idem per il drop[2].
Avvenimenti
La quarta giornata di torneo, che vedeva di scena l'Italia a Dublino contro l'Irlanda, fu interrotta dopo due partite perché il comitato organizzatore del Sei Nazioni, già a fine febbraio 2020, aveva rinviato l'incontro degli Azzurri considerata la situazione di emergenza sanitaria in Nord Italia (undici città, molte delle quali in Lombardia, erano già in lockdown[3]; due settimane più tardi il governo italiano impose restrizioni al movimento della cittadinanza nel quadro di contrasto alla pandemia di COVID-19, di fatto estendendo il lockdown a tutto il territorio nazionale[4] e bloccando qualsiasi attività non essenziale, prime tra tutte quelle sportive.
Il comitato del Sei Nazioni rinviò, a seguire, tutta la quinta giornata[5]; a pandemia in corso, quindi, mancavano quattro partite alla fine del torneo.
In piena estate furono ricalendarizzati gli eventi internazionali sospesi, e gli incontri rimanenti del Sei Nazioni furono collocati negli ultimi fine settimana di ottobre[6], anche se non fu possibile garantire la presenza degli spettatori sugli spalti, stante il mantenimento di alcune restrizioni.
All'ultima giornata Francia e Inghilterra si presentavano appaiate in testa alla classifica, ma con i britannici in (esiguo) vantaggio di 2 punti nella differenza fatti/subiti (+15 contro +13)[6].
Allo Stadio Olimpico un'Italia inferiore sul piano tecnico ma con buona determinazione riuscì a contenere il passivo a soli 29 punti, perdendo 5-34[7], risultato in base al quale la Francia avrebbe dovuto battere l'Irlanda con almeno 32 punti di scarto, cosa che non avvenne: gli irlandesi, che avrebbero anch'essi avuto speranze di vittoria finale in caso di contemporanea sconfitta inglese a Roma e loro vittoria con bonus a Saint-Denis, si rivelarono comunque una dura opposizione sul terreno dello Stade de France e persero, alfine, di soli 8 punti consegnando la vittoria agli inglesi[8].