Sant'Angelo di Piove di Sacco (Sant'Angeło de Piove o Sant'Angeło in veneto) è un comune italiano di 7 267 abitanti[2] della provincia di Padova in Veneto.
Sant'Angelo di Piove di Sacco si estende per 14,0 chilometri quadrati nella pianura a sud-est di Padova, nella territorio della Saccisica, una zona pianeggiante, esito di grandi opere di bonifica nel corso del Novecento. L'altezza sul livello del mare del capoluogo è di 8 m s.l.m., mentre ci sono altre variazioni tra 3 e 8 m s.l.m con una escursione altimetrica di 5 metri.[5] Il comune è attraversato dal raccordo stradale che collega l'area industriale orientale di Padova con la strada statale 516 Piovese.
Sant'Angelo di Piove di Sacco confina con i seguenti comuni: a nord Saonara e Vigonovo, a nord-est Fossò; ad ovest Legnaro, a sud Brugine e a sud-est Piove di Sacco e Campolongo Maggiore. Celeseo e Vigorovea sono le frazioni più estese e popolose, punti di riferimento dell'intero territorio comunale.
Il nome deriva chiaramente dal vicino comune di Piove di Sacco, al quale è affiancato Sant'Angelo.
In alcuni atti notarili risalenti al XII e al XIII secolo la cittadina viene indicata come Sanctangelo, mentre alcuni decenni dopo il nome subisce una modifica, per la quale diventa Sanctangelo de Sacco, e da qui al toponimo attuale.
Dopo i Veneti furono i Romani i primi a colonizzare la zona di Sant'Angelo, dove costruirono un centro urbano collegato a Patavium (Padova) e ad Atria (Adria) attraverso la Via Popilia-Annia, che costituiva anche l'asse viario principale (cardo maximus) della cittadina.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, si insediarono nella zona alcune comunità di Longobardi i quali, per sfruttare un territorio paludoso poco utilizzato in epoche precedenti, bonificarono tutta la zona con grandi opere idrauliche, stabilendo anche degli argini al vicino e piccolo Canalazzo, fiume in cui convogliarono tutta l'acqua che aveva inondato il territorio.
Il paese è conosciuto sin dal 1080, grazie a documenti di un vescovo padovano che attestano i diritti sulla zona. La proprietà del vescovo risale all'897, grazie ad una donazione dell'allora re d'Italia, Berengario. I pescatori locali, in quel periodo, rifornivano il vescovo di pesce fresco nella zona di "Chiusadoneghe", estesa superficie d'acqua vicino a Liettoli. La proprietà della zona passò sotto varie famiglie nobili che si spartirono il possesso del territorio.[6][7]
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 15 aprile 1929.[8]
L'attuale stemma comunale si ispira ad una versione semplificata di quella in uso fin dal 1886 e che a sua volta riprendeva il blasone della locale famiglia Santanzolo (Sant'Angelo). Esso consisteva in otto fasce a colori alternati azzurro, argento, rosso, il tutto attraversato da una sbarra d'argento caricata della scritta "Santanzolo" posta nel senso della pezza.[10]
Il gonfalone, approvato dal Consiglio Comunale il 6 febbraio 1987 e concesso con D.P.R. n. 1287 del 13 marzo 1989[8], è costituito da un drappo di bianco.
Abitanti censiti[11]
Celeseo ha una curiosa situazione amministrativa. Il territorio della frazione di Celeseo è suddiviso fra tre comuni (Vigonovo, Saonara e Sant'Angelo di Piove di Sacco) e due province (Padova e Venezia). La chiesa (Presentazione della B.V. Maria) della parrocchia di Celeseo (1 620 abitanti) è nel territorio di Sant'Angelo di Piove di Sacco.
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