Sandro Fontana

Alessandro Fontana
Sandro Fontana nel 1987

Presidente del Centro Cristiano Democratico
Durata mandato1998 –
2002
PredecessoreClemente Mastella
Successoredissoluzione partito

Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica
Durata mandato28 giugno 1992 –
28 aprile 1993
Capo del governoGiuliano Amato
PredecessoreAntonio Ruberti
SuccessoreLuigi Berlinguer

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato2 luglio 1987 –
29 luglio 1992
LegislaturaX, XI
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneMarche
CollegioFermo
Incarichi parlamentari
membro della Commissione Affari Costituzionali
membro della Commissione Parlamentare per le questioni regionali
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato19 luglio 1994 –
19 luglio 1999
LegislaturaIV
Gruppo
parlamentare
FE (1994-1995)
UPE (1995-1996)
PPE (1996-1999)
CircoscrizioneItalia nord-occidentale
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC (1970-1994)
CCD (1994-2002)
ProfessioneDocente universitario

Alessandro Fontana detto Sandro (Marcheno, 15 agosto 1936Brescia, 4 dicembre 2013[1]) è stato un politico italiano, Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica nel governo Amato I e vicepresidente del Parlamento europeo.

Biografia

È stato docente di Storia contemporanea all'Università degli Studi di Brescia. Consigliere regionale della DC e assessore alla Cultura della Regione Lombardia per dieci anni, a partire dal 1970.[2]. È il padre dell'attuale simbolo della Regione Lombardia, la Rosa Camuna, fu infatti su sua proposta che fu adottato come simbolo regionale.[3]

Tra il 1985 e il 1986 è stato vicesegretario della Democrazia Cristiana sotto Ciriaco De Mita.

Nel giugno 1987 fu eletto senatore per la DC[4] Fu direttore del quotidiano della Democrazia Cristiana Il Popolo dal 1989 al 1992 sul quale scrisse con lo pseudonimo "Bertoldo".

Rieletto al Senato nell'aprile 1992, si dimise nel luglio successivo,[5] perché divenuto Ministro dell'Università, Ricerca Scientifica e Tecnologica nel governo Amato I dal 28 giugno 1992 al 28 aprile 1993. Caduto il governo, tornò alla sua cattedra di Storia Contemporanea all'Università di Brescia.

Successivamente nel 1994 è stato tra i fondatori, oltre che esponente, del Centro Cristiano Democratico (CCD). È stato eletto deputato europeo alle elezioni del 1994, chiudendo la campagna elettorale a Desenzano del Garda, per le liste di Forza Italia in quota CCD. È stato presidente della Commissione per le petizioni, vicepresidente del Parlamento europeo e del gruppo parlamentare "Forza Europa"; membro della Commissione per i diritti della donna, della Sottocommissione per la sicurezza e il disarmo, della Delegazione per le relazioni con la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Slovenia e della Commissione per la cultura, la gioventù, l'istruzione e i mezzi di informazione[6].

Nel 1998 divenne presidente del CCD. Nel 2000 fu presidente del Consiglio nazionale del CCD[7], fino al 2002.

Onorificenze

Note

  1. ^ Brescia: morto l'ex DC Alessandro Fontana Bresciatoday.it
  2. ^ Morto a Brescia l'ex ministro Sandro Fontana, su Si24, 4 dicembre 2013. URL consultato il 16 marzo 2023.
  3. ^ Copia archiviata, su bresciaoggi.it. URL consultato il 30 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2019).
  4. ^ Sandro Fontana, su Senato.it - X legislatura, Parlamento italiano.
  5. ^ senato.it - Scheda di attività di Alessandro FONTANA - XI Legislatura, su www.senato.it. URL consultato il 16 marzo 2023.
  6. ^ Sandro Fontana, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo. Modifica su Wikidata
  7. ^ Adnkronos, CCD: CASINI DESIGNA SANDRO FONTANA PRESIDENTE DEL CN, su Adnkronos, 4 aprile 2000. URL consultato il 16 marzo 2023.
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Ministro dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica Successore
Antonio Ruberti 28 giugno 1992 – 28 aprile 1993 Luigi Berlinguer

Predecessore Presidente del Centro Cristiano Democratico Successore
Clemente Mastella 1998 – 2002 dissoluzione partito
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