Nasce a Verona da Giovanni Campedelli, operaio delle Ferrovie dello Stato e da Carolina Elvira Carli. Autodidatta, inizia a scrivere versi sin dalla giovane età[1].
Nel 1959 pubblica la sua prima raccolta "Cocktail di poesie", con cui vince il Premio D'Amico[2]. Rimane però sconosciuto fino al 1964, anno in cui viene scoperto da Giuseppe Ungaretti, che nel 1971 scrive di lui:
«La musica del De Cadaval, non la sua musicalità, è qui, in questo costante e tenace pervenire a un silenzio che è poi il fine stesso della musica nel suo senso più alto e più profondo, e che in definitiva è il silenzio impassibile della verità assoluta, non raggiungibile forse per altra via, pena il decader nei rumori della retorica o negli stridori della logica, che non sia quella della sua medesima realtà, e perciò intraducibilità. Perché la Poesia del De Cadaval non è un commento alla vita, ma è vita»
(G. Ungaretti, L’ultimo chiarore della sera in "Alla Bottega", Milano, marzo-aprile, 1971)
Nel corso della sua carriera frequenta circoli letterari e conosce numerosi esponenti del mondo artistico e culturale: della sua opera si sono occupati vari autori tra cui, oltre al già citato Ungaretti, Salvatore Quasimodo[3], Eugenio Montale[4] e Ignazio Silone[5]. Le sue opere sono state recensite su testate nazionali e varie riviste specializzate, tra cui "La Fardelliana" e "Sìlarus"[6], che gli ha dedicato una lettura[7] per il 60º anniversario della sua attività letteraria. Il suo nome è inserito in numerose biografie (come O. Tanelli, Rudy De Cadaval, New Jersey, Rutgers University Press, 1988[collegamento interrotto]) e antologie[8], tra cui una edita da Luigi Pellegrini Editore[9]. Alcuni suoi testi sono stati pubblicati dagli editori Guanda e Giannotta. Ha collaborato con la Società Letteraria di Verona fin dagli anni Settanta[10].
Scrittore prolifico e poliedrico è autore anche di articoli, interviste, saggi[11] e due opere cinematografiche: insieme a Nicolò Ferrari scrive la sceneggiatura del lungometraggio "Laura nuda" (1961), per la regia dello stesso Ferrari; è inoltre autore della sceneggiatura del documentario "Le isole della laguna veneziana" (1989) con la regia di Francesco Carnelutti e la fotografia di Dante Spinotti, trasmesso da Raiuno per RAI DSE (Dipartimento Scuola Educazione), oggi Rai Educational.
Le sue opere sono registrate e catalogate presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Onorificenze
Letto e apprezzato anche all'estero, ottiene vari premi e riconoscimenti, tra cui la "Penna d'Oro" dall'Académie des Poètes de France (Parigi, 1968). Nel 1968 riceve anche l'Attestato di Benemerenza e Medaglia D'Oro[12] dal Presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat. Nel 1977 vince il premio Limone Arte e cultura[13] e il 20 dicembre dello stesso anno riceve la Medaglia d'oro, conferitagli da Lorenzo Calabrese, Assessore alla Cultura della Provincia di Verona. Nel 1978 e nel 1989 gli viene conferito a Roma il "Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri". Nel 1980 vince il premio "Lago d'Iseo" per la sua raccolta Schiavo 1933[14]. Nel 1981 le edizioni La Vite di Catania pubblicano la cartella di acqueforti “Omaggio a Rudy de Cadaval” dell'artista Stefano Puleo, con scritto di Domenico Cara[15]. Nel 1985, presso l'Università René Descartes di Parigi, l'Académie Internationale de Lutèce presieduta da Marceau Costantin lo insignisce della Medaglia D'Oro. Nel 1989 il Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga gli conferisce l'Onorificenza di Cavaliere per meriti letterari[16]. Nel 2006 il Sindaco di Verona Paolo Zanotto gli consegna la "Medaglia D'Oro della Città per l'Attività Letteraria"[1]. Nel 2010 il Professor Hadaa Sendoo dell'Università di Ulaanbataar (Mongolia), fondatore del World Poetry Almanac, gli assegna il "Merit Award" per il contributo artistico e culturale dato alla World Poetry.
Poetica
Influenzato dagli anni della seconda Guerra Mondiale, vissuti da bambino (si veda la poesia “Verona 1944”), la prima parte dell'iter poetico di De Cadaval è caratterizzata da una toni drammatici e impegno civile, in un realismo lirico[17] dai forti contrasti esistenziali.
«Semplice e istintivo, ma senza le tare della mollezza, della superficialità e dell'incertezza»
Il linguaggio di rottura degli anni ‘70 colloca De Cadaval tra coloro che fanno della poesia un mezzo rivoluzionario dell'anima. È collocato tra i molti "irregolari" delle nostre Lettere che hanno movimentato la vita multiforme della scrittura. Le sue opere nascono dallo stesso impulso e dall'intenzione ideologica che sottendono il suo discorso poetico: la povertà, l'ingiustizia, i soprusi, visti e sofferti come scandalo esemplare dall'attuale realtà politico-sociale. Alla comparsa dei versi di "Terra di Puglia", una delle poesie contenute nella raccolta "L'ultimo chiarore della sera" (1965), alcuni critici[18] non a torto avvicinano implicitamente ai dannati della terra i "sotto-uomini" di cui il poeta si fa "storico" e portavoce: era ed è tuttora il recupero della civiltà degli emarginati. A proposito di "L'ultimo chiarore della sera" Cesare Zavattini ha scritto:
«Le poesie de L’ultimo chiarore della sera sono ispirate alle cose e ai ricordi del passato. Rudy De Cadaval, però, non ha solamente inteso costruire una poesia di memoria, perché a interessare la sua fantasia sono anche sollecitazioni realistiche portate e mantenute su un registro aperto ad accogliere le osservazioni del presente»
(C. Zavattini, "L'ultimo chiarore della sera" in "Cenobio", Lugano, gennaio 1966)
Opere
Raccolte di poesia
Cocktail di poesie, Venezia, Zanetti Editore, 1959
Calvario della mia vita, Milano, Il Cavalluccio Editore, 1962
L'ultimo chiarore della sera, prefazione di Carlo Betocchi, Roma, Nuova Accademia, 1965[19]
Stagione delle malinconie, Carpi (MO), Editrice dei Quattro, 1966
23 Liriques contemporaines, traduzione di Janne Legnani, prefazione di Andre Maurois, Parigi, Edition Librairie 73, 1968
Schiavo 1933, prefazione di Paolo Ruffilli, Forlì, Forum Editrice, 1979
Et après..., traduzione e prefazione di Solange de Bressieux, Parigi, Barre-Dayez, 1981
Poesie d'amore, prefazione di Roberto Sanesi, Milano, Severgnini Editore, 1983
Kafka: un testimone inquietante, Milano, Kronos Europea, 2006
Pasolini - L'odio ingiusto nei confronti del padre, Cernusco sul Naviglio (Milano), Severgnini Stamperia d'Arte, 2012
Testi teatrali
Ho condannato il mio amore, 1960[22], Premio "Opera Prima" al Festival di Rimini (1960) e Primo Premio al "Festival Internazionale di Prosa di Jugoslavia (1960)[23]
^"Il nome di Rudy De Cadaval s'è udito spesso di recente come continuatore di un indirizzo poetico e critico chiamato realismo lirico. Realismo nelle sue poesie è pessimismo, la natura e il destino quali gli appaiono; senza perdoni. La conciliazione è cercata e nei momenti decisivi raggiunta in un moto dell'anima che non sale a trascendenze redentrici, non trionfa in ebrietà panteistiche, pure trova un suo posto, umile e dunque religioso". S. Quasimodo, Rudy De Cadaval in controluce in "Domani", Verona, ottobre 1968.
^"Nelle frasi angosciose e tristi, nelle vicende imprevedute, nella sua esistenza travagliata De Cadaval si è meglio concentrato in se stesso, nella sua immensa solitudine che l'anima gli suggerisce motivi e temi vari, che la fantasia trasforma in nitide immagini". E. Montale, La poesia di Rudy De Cadaval in "Il Banditore", Siracusa, novembre 1962.
^"L'immagine lirica supera sempre, e talvolta in un volo assai ampio e disteso, i limiti gretti del convenzionale, dello scontato. [...] L'estro del poeta alligna e fiorisce in così stretti e ingrati confini, e con una tale forza di seduzione estetica, che gli si può facilmente far credito d'una linea lirica ben determinata, decisa, precisa. A ciò che non è già poco, si deve aggiungere la costante ed attenta coerenza ad un linguaggio limpido e scarno, la disinvolta agilità del verso, la presenza, nonostante tutto, di una certa virile grandezza nel suo concepire la vita umana come tragico monologo di un recluso". I. Silone, Rudy De Cadaval in "Nuovi Orizzonti", Napoli, 10 settembre 1963.
^Elenco dei Cavalieri Nazionali al numero 32610, serie IV.
^"De Cadaval scrive con l'ira controllata di chi parla anche per conto di coloro che non possono farlo. Nell'incontro fra realismo lirico e autobiografia psicologica si fa sempre più nitido il ritratto di uno, cento, mille schiavi" da M. Neirotti, "Schiavo 1933" in "Tuttolibri", Torino, 3 novembre 1979.
^A. Schiaffini, "L'ultimo chiarore della sera" in "La Prora", Roma, gennaio-febbraio 1966; J. Legnani, "L'ultimo chiarore della sera" in "Il Letterato", Cosenza, febbraio 1966; B. Tecchi, "Rudy De Cadaval e il suo "Ultimo chiarore della sera" in "Pensiero ed Arte", Bari, dicembre 1968
^Tradotto in Francia come "L'ultime clartè du soir", traduzione e prefazione di Solange de Bressieux, Parigi, Editeur J. Grassin, 1978.
AA.VV. Storia della Letteratura italiana di Francesco De Sanctis: Appendice a cura di Francesco Acerbo, Sandra Sollazzi, Michele Straniero, Ed. European Book, Milano, 1994
R. Agnelli, Poeti e scrittori d'Italia, Edizioni Universum, 1995
G. Galetto (prefazione di), Poeti in Verona, Verona, Bonaccorso Editore, 2000
L. Petroni, Rudy De Cadaval, la certezza della poesia, Milano, Istituto Editoriale Moderno, 2001
E. Siciliano, Il muro del tempo ed il muro di pietra, Torino, Percorsi d'Oggi, 2001