Dal fisico prestante, Rock Hudson dimostrò di possedere più che un naturale sex-appeal, rivelandosi attore dalle notevoli doti drammatiche. È spesso ricordato per essere stato il primo personaggio famoso a morire per aver contratto l'AIDS, evento che spinse l'opinione pubblica ad acquisire una maggiore presa di coscienza nei confronti della malattia.
Biografia
Nacque a Winnetka, Illinois, con il nome di Roy Harold Scherer Jr., da padre statunitense di origini tedesche e svizzere, Roy Harold Scherer Sr., meccanico, e da madre statunitense di origini irlandesi e inglesi, Katherine Wood, casalinga, operatrice telefonica e dipendente di un negozio di alimentari. I suoi genitori divorziarono quando lui aveva solo otto anni, e il suo rendimento scolastico ne risentì, complice anche una lieve forma di dislessia. Adottato dal secondo marito della madre, Wallace Fitzgerald, prese da lui il cognome, diventando Roy Fitzgerald. Durante la seconda guerra mondiale svolse il servizio militare in Marina, dove fu addetto alla manutenzione meccanica dei velivoli.
Prima di approdare a Hollywood intraprese diversi lavori saltuari, tra cui il camionista. Il suo bell'aspetto e la sua corporatura vigorosa furono notati dall'agente Henry Willson, che gli procurò un provino a Hollywood. Willson si mise subito al lavoro per costruire l'immagine cinematografica di colui che sarebbe poi stato il suo fiore all'occhiello. Il nome d'arte Rock Hudson fu scelto proprio dall'agente, unendo Hudson, come il nome del fiume che attraversa New York, e Rock, come la Rocca di Gibilterra o, secondo altre versioni come le Montagne rocciose.
Dopo un intervento correttivo ai denti e una serie di lezioni di canto e recitazione, Roy debuttò con il nome d'arte nel dramma bellico Falchi in picchiata (1948). Malgrado fossero occorsi ben 38 ciak per fargli pronunciare bene una battuta («Meglio che tu prenda una lavagna più grande»), la macchina da presa catturò immediatamente il fascino del giovane attore. Willson pensò di puntare tutto sulla prestanza fisica di Hudson, lavorando per creare un sex symbol destinato ad appagare i gusti del pubblico femminile.
Dopo diversi anni di gavetta in film western e d'avventura, Hudson acquistò maggiore scioltezza e dimostrò buone doti drammatiche soprattutto ne La magnifica ossessione (1954) di Douglas Sirk (regista con cui lavorerà più volte), un melodramma a tinte fosche in cui l'attore fu intenso e convincente nel ruolo del protagonista, un giovane e fatuo miliardario che causa involontariamente la morte di un medico e successivamente si innamora della sua vedova. Nel 1956 ricevette una candidatura all'Oscar quale miglior attore protagonista per il film Il gigante (1956), girato accanto a Elizabeth Taylor e James Dean, mentre due anni più tardi la rivista Look lo nominò "star cinematografica dell'anno".
Nel 1970, incise un album musicale dal titolo Rock, Gently[1]. Si trattava di un album di 14 canzoni interamente scritte dall'amico di lunga data Rod McKuen, un ex-collega dei tempi della Universal, che si era successivamente dedicato alle produzioni musicali (scrivendo negli stessi anni per Frank Sinatra e Perry Como). Nel 1971 firmò il contratto con la Universal per il telefilm McMillan e signora, diventando la star televisiva più pagata nella storia[2]. Fino al 1977 Hudson interpretò lo spavaldo commissario di polizia newyorkese nella serie televisiva di successo della NBC, accanto a Susan Saint James. Il rapporto lavorativo tra i due fu piuttosto teso e vi furono anche dei pettegolezzi riguardanti il presunto malcontento di Hudson nell'apprendere di essere pagato meno della collega. Negli anni settanta si distinse per la partecipazione a film di vario genere, tra cui Operazione Crêpes Suzette (1970) di Blake Edwards, ...E dopo le uccido (1971) di Roger Vadim e Valanga (1978) di Corey Allen. Nel 1980 fu tra i componenti del cast all-star in Assassinio allo specchio di Guy Hamilton, adattamento di un giallo di Agatha Christie, nel ruolo di un regista marito di un'attempata star del cinema, interpretata da Elizabeth Taylor. La sua ultima apparizione sul grande schermo fu in I guerrieri del vento (1984) di J. Lee Thompson, accanto a Robert Mitchum ed Ellen Burstyn.
Durante gli anni cinquanta, malgrado il progresso e la liberazione da certi tabù, Hollywood e lo star system continuavano a vigilare affinché la vita di attori e registi fosse, o almeno sembrasse, "immacolata" agli occhi del pubblico. Condizionato da questo sistema, Rock Hudson non rivelò mai la propria omosessualità, ma il prezzo che dovette pagare per mantenere intatta la propria immagine pubblica non fu irrilevante. Nel ristretto ambiente di Hollywood la sua omosessualità era nota, ma la notizia non doveva essere rivelata agli spettatori, pena la distruzione dell'immagine virile e vigorosa con cui il pubblico, soprattutto femminile, identificava l'attore sullo schermo, rafforzata da un'attenta operazione di marketing da parte di numerose riviste specializzate nella diffusione di notizie sui divi e sulle celebrità del cinema.
Nel periodo di maggior successo di Hudson, i giornali cercarono più volte di approfondire l'argomento. Nel 1955 la rivista scandalistica Confidential tentò di diffondere un articolo rivelatorio sull'orientamento sessuale dell'attore, ma la Universal Pictures, che in quel periodo aveva sotto contratto Hudson, pagò 10.000 dollari per evitare la pubblicazione del temuto servizio. Dal momento che il celibato di Hudson iniziò ad alimentare chiacchiere e illazioni, il suo agente Willson organizzò un matrimonio di "copertura" con la sua segretaria, Phyllis Gates, allo scopo di mettere a tacere i pettegolezzi sulla vita privata dell'attore. Hudson e la Gates si sposarono nel 1955 e divorziarono nel 1958. La Gates affermerà in seguito di non aver più visto l'ex-marito e, dopo la morte di Hudson, scriverà che per lei il matrimonio fu autentico e che, solo successivamente, venne a conoscenza di voci di presunte manovre attorno ad esso. Hudson ha avuto anche una relazione con il celebre danzatore, regista e coreografo statunitense Jerome Robbins[2].
La malattia
Il nome di Rock Hudson è legato alle circostanze della sua morte quasi quanto alla sua carriera, nonostante sia stato uno dei personaggi più celebri e amati degli anni cinquanta e sessanta. La sua importanza di attore, la cui carriera fu favorita dalle logiche dello star system di Hollywood, è paragonabile a ciò che la sua morte ha rappresentato. L'annuncio della sua malattia è legato a un "caso" mediatico mondiale: egli fu infatti la prima celebrità internazionale ad ammettere pubblicamente di avere contratto il virus dell'HIV.
Tuttavia l'omosessualità dell'attore rimase segreta fino a che egli non scoprì di essere malato, il 5 giugno 1984, in seguito a una visita medica. L'anno successivo il "caso Rock Hudson" portò alla coscienza degli USA, dell'Europa e delle popolazioni di molti altri Paesi, l'esistenza di questa sindrome. La morte di Hudson cambiò anche l'atteggiamento nei confronti dell'epidemia da parte dell'allora presidente degli Stati Uniti d'AmericaRonald Reagan, amico di lunga data dell'attore.
Visibilmente provato e sofferente durante le apparizioni pubbliche fin dal 1984, Hudson tentò inizialmente di spiegare la propria impressionante perdita di peso dapprima come la conseguenza di una dieta eccessiva, quindi a causa di un'anemia, dell'anoressia nervosa e infine per un cancro al fegato. Già durante le riprese del serial tv Dynasty, quando dimenticava continuamente le battute e si rese necessario scrivergliele ovunque, fu evidente che le sue condizioni di salute erano precarie. Non furono comunque le amnesie ad attirare l'attenzione della stampa, poiché l'attore aveva sempre avuto difficoltà di memoria, ma il suo dimagrimento, il suo aspetto notevolmente invecchiato e le sue difficoltà a parlare. Qualche tempo dopo apparve al fianco di Doris Day per promuovere lo show Doris Day Best Friends, evento a cui presenziò in nome della vecchia amicizia verso la collega che aveva condiviso con lui i migliori anni della sua carriera, nonché i grandi successi, ma anche la Day rimase alquanto impressionata dal suo aspetto.
L'attore, sempre in gran segreto, si recò più volte a Parigi per sottoporsi alle cure con gli ultimi ritrovati della medicina. Il 25 luglio 1985, durante la sua ultima permanenza nella capitale francese, Hudson approvò un comunicato stampa con cui si dava ufficialmente la notizia della diagnosi. L'ospedale in cui era ricoverato si svuotò immediatamente per il terrore del contagio. L'attore volle rientrare subito negli Stati Uniti, ma il suo staff incontrò notevoli problemi nel reperire un volo, poiché nessuna compagnia aerea voleva averlo come passeggero. Alla fine Hudson fu costretto a prenotare un intero volo solo per lui. La notizia fu nascosta fino all'ultimo anche a Marc Christian, ultimo compagno di Hudson, che fu tenuto all'oscuro della malattia, pur continuando l'attore ad avere rapporti sessuali con lui[5].
Nonostante il prolungato silenzio, Hudson rimane pur sempre la prima celebrità ad aver rivelato al mondo di essere malato di AIDS. La sua immagine di uomo virile, ricco e famoso, non sembrava avere nulla a che fare con lo stereotipo imperante circa la tipologia delle vittime del morbo, dimostrando così che le convinzioni confortate dalle statistiche sulle cosiddette "categorie a rischio", andavano senz'altro riviste. L'ignoranza sulla malattia è dimostrata dall'allarme che, dopo la rivelazione di Hudson, scoppiò sul set della serie televisiva Dynasty (1981-1989). L'attore infatti aveva preso parte alla quinta stagione dello sceneggiato, e in una scena aveva baciato sulla bocca l'attrice Linda Evans. La Evans venne sottoposta immediatamente a controllo medico, risultando in perfette condizioni fisiche.
La morte
La morte di Rock Hudson, il 2 ottobre 1985, avvenuta per cancro (linfoma), non fu vana. Il decorso della sua malattia fu seguito con attenzione e partecipazione, e non senza qualche morbosità, dai mass media di tutto il mondo, e l'annuncio della sua morte all'età di 59 anni portò definitivamente l'AIDS all'attenzione dell'opinione pubblica in tutta la sua gravità. La sua scomparsa fu un trauma considerevole, non solo perché era stato un attore molto famoso, ma anche perché era fortemente amato dal suo pubblico e apprezzato dai colleghi attori.
Dopo la morte, il corpo di Rock Hudson venne cremato e le sue ceneri disperse in mare[2].
Eredità e memoria
Buona parte della fortuna di Rock Hudson, stimata in 27 milioni di dollari dell'epoca, finì in eredità al suo grande amico e collega George Nader. Nader, collega di Hudson nei primi anni alla Universal, in seguito alla sua supposta relazione con Hudson e al desiderio della casa cinematografica di proteggere il divo più famoso dalle attenzioni della stampa scandalistica, dovette ritirarsi da Hollywood e dedicarsi a film di serie B. Nonostante ciò i due rimasero buoni amici, basti pensare che il segretario personale di Hudson fu per 13 anni Mark Miller, il compagno di George Nader.[6]
L'attrice Elizabeth Taylor dichiarò di essersi infatuata di lui durante le riprese de Il gigante. Dopo aver appreso della sua omosessualità, gli rimase amica per molti anni mantenendo il segreto, e dopo la sua morte diventò attiva promotrice di una campagna di sensibilizzazione verso l'AIDS.
A Hudson è dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame, all'altezza del numero civico 6104 di Hollywood Boulevard.
Giuseppe Rinaldi in Là dove scende il fiume, L'angelo scarlatto, Il capitalista, Dan il terribile, La spada di Damasco, Il suo onore gridava vendetta, Il comandante del Flying Moon, Il figlio di Kociss, Magnifica ossessione, I fucilieri del Bengala, Il ribelle d'Irlanda, Casa da gioco, Secondo amore, Come prima... meglio di prima, Come le foglie al vento, Inno di battaglia, Addio alle armi, Il trapezio della vita, Il capitano dei mari del sud, La mia terra, Il letto racconta..., L'occhio caldo del cielo, Torna a settembre, Amore, ritorna!, La strada a spirale, La veglia delle aquile, Lo sport preferito dall'uomo, Non mandarmi fiori!, Strani compagni di letto, Una ragazza da sedurre, Operazione diabolica, Tobruk, ...E dopo le uccido, Embryo, I guerrieri del vento
Pino Locchi in Jack il ricattatore[9], L'affare Blindfold, Base artica Zebra, Valanga
Teo Bellia in Là dove scende il fiume (ridoppiaggio)
Opere su Rock Hudson
Nel 1990 è stato prodotto un film dedicato all'attore basato sul libro scritto dalla sua ex-moglie Phyllis Gates e sulle registrazioni della corte riguardanti l'azione civile intrapresa da Marc Christian nei confronti degli eredi di Hudson. Il cast è composto da Thomas Ian Griffith nei panni di Hudson, Daphne Ashbrook nei panni di Phyllis Gates e da William R. Moses nel ruolo di Marc Christian.[10]
Nel 1992 è stato pubblicato un documentario intitolato Rock Hudson's Home Movies, scritto e diretto da Mark Rappaport, incentrato sulla filmografia di Hudson e sui suoi ruoli.[10]
Nel novembre 2011 Simon Curtis (già regista di biopic come Marilyn) ha annunciato alla stampa che il suo nuovo progetto cinematografico verterà sulla vita di Hudson negli anni della Universal.[11]
Nel 2020 è uscita la miniserie Hollywood, nella quale uno dei personaggi è un giovane Hudson, al debutto nel mondo dello spettacolo.
Riferimenti nella cultura di massa
Rock Hudson viene citato nel testo della canzone Look at me, I'm Sandra Dee, presente nel musical Grease. Nel testo vengono ostentate la bellezza genuina di Doris Day e, in apparenza, l'omosessualità di Hudson, nella frase: "Anche Rock Hudson perse la testa per Doris Day".
Il personaggio Rock Hudstone della serie Gli antenati (I Flintstone) è ispirato a Rock Hudson.
^. Dopo la morte dell'attore, Christian citò in giudizio gli eredi chiedendo un assegno a titolo di alimenti, e rivendicando un risarcimento danni; vinse una causa di indennizzo milionaria
Rock Hudson, La mia storia (in collaborazione con Sara Davidson), Milano, 1986. ISBN 0-688-06472-8.
Tom Clark, Rock Hudson, Friend of Mine, Pharos Books, New York, 1990. ISBN 0-88687-562-5.
Phyllis Gates, My Husband, Rock Hudson, Garden City, New York, 1987. ISBN 0-385-24071-6.
Mark Rappaport, Rock Hudson's Home Movies, 1992 (film documentario).
David Bret, Rock Hudson: The Gentle Giant, 2017, Createspace Independent Pub. ISBN 154230590X - ISBN 978-1542305907 (versione ampiamente revisionata del volume uscito nel 2004).