Nella sua carriera ottenne sette volte la candidatura all'Oscar come miglior attore, senza mai aggiudicarsi il premio[1].
Biografia
Nato nel villaggio gallese di Pontrhydyfen, penultimo dei 13 figli di un minatore e una barista[2], la madre morì quando lui aveva solo due anni[2] (nel 1927), dando alla luce suo fratello. Riuscì a frequentare Oxford, e a 20 anni intraprese gli studi di recitazione. Già da giovanissimo si guadagnò la fama di incallito donnaiolo e grande bevitore. Nel 1943 fece il suo esordio teatrale a Liverpool e dopo la guerra, nel 1949 esordì sul grande schermo nel film The Last Days of Dolwyn, diretto dall'attore e drammaturgo Emlyn Williams.
Rientrato in teatro a Broadway nel 1960 per il musicalCamelot e nel 1964 per un Amleto, Burton diresse nel 1967 a Oxford un Doctor Faustus, che poi traspose anche sullo schermo. Partecipò alla campagna degli aiuti in favore della città di Firenze, colpita dall'alluvione del 1966. Contattato dall'amico regista Franco Zeffirelli, fu voce narrante del documentario televisivo in italiano che mostrò al mondo intero le immagini della tragedia.
Nel 1983 recitò nella miniserie televisiva Wagner. Poco dopo aver terminato il film Orwell 1984, a metà luglio 1984, trovandosi in Inghilterra si recò in visita da uno dei suoi fratelli, Graham, apparendo in ottima forma, poi tornò nella sua residenza svizzera di Céligny. Domenica 5 agosto, una settimana prima di incominciare a girare il sequel de I quattro dell'Oca selvaggia, al mattino l'attore fu colpito da una emorragia cerebrale. La moglie chiamò i soccorsi, e Burton venne portato all'Hôpital de Nyon e affidato al dottor André Marti, il quale cercò di rianimarlo per 30 minuti, senza che rispondesse alle cure. Burton, in coma, venne portato come ultima speranza all'Hôpital Cantonal Universitaire di Ginevra, un ospedale più avanzato e moderno, ma anche lì non rispose alle cure e attorno alle 11 morì, all'età di 58 anni. È sepolto nel cimitero Vieux di Céligny, canton Ginevra[3][4].
Vita privata
Il 5 febbraio 1949 sposò l'attrice Sybil Williams, dalla quale ebbe poi due figlie: Kate e Jessica (1961)[2]. Il 5 dicembre 1963 divorziò da Sybil Williams e il 15 marzo dell'anno successivo, sposò Liz Taylor[2], con la quale adottò una bambina, Maria (nata nel 1961). La coppia visse una delle storie d'amore più tormentate e chiacchierate del mondo del cinema. Infatti il tempestoso matrimonio con la Taylor, seguito con assiduo accanimento dalla stampa rosa, terminò con il divorzio il 26 giugno 1974, ma la celebre coppia convolò nuovamente a nozze in Botswana il 10 ottobre 1975[2], per poi divorziare definitivamente il 1º agosto 1976.
Dopo un altro matrimonio fallito con la modella Suzy Miller (ex moglie del campione di Formula 1James Hunt), il 3 luglio 1983 Burton si sposò per l'ultima volta con la sua segretaria Sally Hay.
Nella cultura di massa
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Sulla storia della coppia Richard Burton-Liz Taylor sono stati girati due film per la TV:
Nelle versioni in italiano dei suoi film, Richard Burton è stato doppiato da:
Giuseppe Rinaldi in I topi del deserto, Alessandro il Grande, Vittoria amara, La sposa del mare, I giovani arrabbiati, Cleopatra[6], Becket e il suo re, La spia che venne dal freddo, La bisbetica domata, Il dottor Faustus, Quei due, Barbablù, Rappresaglia, Il viaggio, L'esorcista II - L'eretico, Equus, Il tocco della medusa, I 4 dell'Oca selvaggia
Emilio Cigoli in La tunica, Il principe degli attori, Le piogge di Ranchipur, International Hotel, La notte dell'iguana, Castelli di sabbia, I commedianti, La scogliera dei desideri, Dove osano le aquile, Anna dei mille giorni
Pino Locchi in Mia cugina Rachele, Lo zar dell'Alaska, Il letto di spine
^ Sam Kashner e Nancy Schoenberger, Furious love. Liz Taylor, Richard Burton: la storia d'amore del secolo, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Il Saggiatore, 2011, ISBN978-88-428-1741-3.