Le relazioni tra Lettonia e Lituania ineriscono ai rapporti diplomatici bilaterali tra il Paese balticopiù meridionale e quello centrale. Entrambe le nazioni contano un'ambasciata nelle rispettive capitali, ovvero Riga e Vilnius. In Lituania opera il lettone Einars Semanis, mentre in Lettonia agisce Antanas Vinkus.
Tutti e due gli stati condividono una lunga storia comune: sia i lettoni che i lituani discendono da tribù baltiche, le quali si esprimevano in idiomi simili. Il territorio della Lettonia e della Lituania faceva parte del Granducato di Lituania e della Confederazione polacco-lituana tra il 1561 e il 1772 (con un breve periodo di dominio svedese in quella che oggi è la Lettonia nel mezzo). Tra la fine del XVIII secolo e il 1918, il territorio della Lituania e della Lettonia rientrò nell'Impero russo. La Lituania e la Lettonia ristabilirono le loro relazioni diplomatiche il 5 ottobre 1991, dopo aver ottenuto l'indipendenza dall'Unione Sovietica.
I due stati condividono 453 chilometri di confine comune. Entrambi i paesi fanno oggi parte dell'Unione europea e adottano una valuta comune, l'Euro.
Confine
Mentre storicamente non si hanno notizie molto precise sui limiti territoriali a sud e ad est dei precedenti stati costituitisi in Lituania (Ducato di Lituania e Granducato), il discorso cambia relativamente al confine settentrionale (e meridionale della Lettonia). Si tratta infatti della più antica linea di demarcazione ancora vigente dell'intera Europa: il tracciato non è mai cambiato dalla battaglia di Šiauliai del 1236, nonostante le successive schermaglie che coinvolsero le popolazioni locali prima contro i cavalieri portaspada e poi contro l'Ordine di Livonia.[1]
Controversia sulla demarcazione degli anni '20
All'inizio degli anni '20, la Lettonia e la Lituania ebbero una controversia risoltasi con mezzi pacifici sulle città di Palanga e Šventoji, inizialmente facenti parte della Lettonia dopo l'indipendenza del paese ma di interesse strategico per la Lituania. La diatriba venne affrontata nel 1921 con l'aiuto di una commissione internazionale e le città andarono alla Lituania, passando invece alla Lettonia ha ricevuto i territori abitati soprattutto da lettoni nell'odierna parrocchia di Ukri (Auce), la parrocchia di Brunava (Bauska) e la parrocchia di Aknīste. Le rivendicazioni della Lettonia su Mažeikiai sono state invece respinte dalla commissione internazionale, così come i lituani hanno dovuto rinunciare alle loro rivendicazioni nei confronti del comune di Ilūkste e di Daugavpils.[2]