Giovane precoce, ricevette una buona istruzione e sin da subito mostrò interesse per la letteratura. Sposò il conte Alessandro Marescotti, che per motivi di successione aveva assunto il cognome dei Capizucchi.[7] La coppia ebbe tre figli: il conte Mario Capizucchi, il conte Sforza Marescotti e la contessa Vittoria Astalli.[8]
In occasione di un viaggio al Santuario di Loreto scrisse il suo primo sonetto dedicato alla Beata Vergine. Nel maggio del 1695 entrò a far parte dell'Accademia dell'Arcadia con il nome di Elettra Citeria. Ospitò nel suo palazzo un salotto letterario al quale erano soliti partecipare Vincenzo Leonio e Giambattista Felice Zappi.[9] Fu inoltre autrice di un saggio sul Ragionamento intorno all'interpretazione d'una risposta data dall'Oracolo del giuoco del Sibillone.[8]
Ospitò le riunioni arcadiche presso le residenze del suo figliastro Francesco Maria Marescotti Ruspoli, inizialmente presso la villa di San Matteo in Merulana e infine sull'Aventino.[10] Gran parte dei suoi componimenti sono legati al suo stato d'animo in seguito alla morte del marito. Scrisse anche liriche religiose e dedicò alcune rime a suo figlio Mario.[11]
^ Elisabetta Graziosi, Arcadia: storia femminile di un’accademia maschile, in: "Tra archivi e storia. Scritti dedicati ad Alessandra Contini Bonacossi", a cura di Elisabetta Insabato, Rosalia Manno, Ernestina Pellegrini e Anna Scattigno, Firenze, Firenze University Press, 2018, 2 voll., II, pp. 509-35, alle pp. 514-15..