La pieve di Brivio o pieve dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro di Brivio (in latino: Plebis Briviensis o Plebis Sanctorum Sisinii, Martirii et Alexandri Briviensis) era il nome di un'antica pieve dell'arcidiocesi di Milano e del Ducato di Milano con capoluogo Brivio.
La prima attestazione documentaria dell'esistenza della pieve di Brivio risale al marzo del 966 quando viene riportato il nome di un presbitero della "plebis sancti Alexandri sita Brivio",[1] custode dell'omonima chiesa documentata fino al mese di marzo del 1073.[2] Già dal 1036 esisteva infatti un'altra chiesa, dedicata ai Santi Sisinio, Martirio e Alessandro, presso la quale fu spostata la sede plebana.[2]
Nel Trecento abbiamo notizie più precise e grazie al "Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis" di Goffredo da Bussero apprendiamo che il collegio canonicale era composto dal prevosto e da undici canonici, che però potevano anche essere dodici, sempre che venisse compreso anche il "magister scholarum", come viene riportato dallo "Status ecclesiae mediolanensis" del XV secolo.[3] La funzione di sede di prepositura è documentata a partire dal 1114.[2] Dopo il concilio di Trento, la chiesa plebana ottenne di essere sede di vicariato.[3]
Col Rinascimento la pieve assunse anche una funzione amministrativa civile come ripartizione locale della Provincia del Ducato di Milano, al fine di ripartire i carichi fiscali e provvedere all'amministrazione della giustizia. Come tutte le pievi costiere dell'Adda, anche quella di Brivio subì sicuramente una decurtazione in seguito alla pace di Lodi che tracciò nel fiume il confine di Stato con la Repubblica Veneta: prima di essa ad esempio, è accertata l'appartenenza alla pieve del comune di Cornello, nucleo dell'odierna Torre de' Busi.[4]
A partire dal 1812 la città di Merate, che da sempre era stata sottoposta alla vicaria briviense, si costituì in vicariato autonomo in luogo, e con determinazione del 7 marzo 1854 ad opera dell'arcivescovo Carlo Bartolomeo Romilli, Merate ottenne il grado di prepositura plebana, ottenendo delle parrocchie distaccate sempre dalla pieve di Brivio. Con la medesima disposizione ottocentesca, però, Brivio acquisì le parrocchie di Rovegnate e Perego che originariamente erano comprese nella pieve di Missaglia.[3]
La decadenza si protrasse ancora nel Novecento quando a Sartirana venne elevata una parrocchia dedicata a San Pietro, e nuovamente con decreto del 30 gennaio 1912 ad opera dell'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari, le parrocchie di Paderno d'Adda, Robbiate, Verderio Inferiore e Verderio Superiore furono attribuite al vicariato foraneo di Merate. Negli anni seguenti vennero istituite altre quattro parrocchie sul territorio plebano, sino a giungere nel 1972 quando, con le disposizioni dell'arcivescovo Giovanni Colombo di Milano, le pievi milanesi vennero definitivamente soppresse.[3] Oggi il suo antico territorio ricade sotto il decanato di Brivio, comprende 13 parrocchie, e copre un'area di 49,79 km² con una popolazione di 33.011 abitanti nel 1972.
Territorio
Nella seconda metà del XVIII secolo, dopo la soppressione del comune di Arlate, il territorio della pieve era così suddiviso:
^Dopo quattro anni di continui sconvolgimenti bellici, nel 1801 il territorio plebaneo fu sottoposto all’amministrazione di Como, ponendo fine allo storico legame provinciale milanese.
^In questo caso c'era discrasia fra pieve civile ed ecclesiastica, dato che il comune costituiva una parte della parrocchia di San Giorgio martire, compresa ecclesiasticamente nella pieve di San Vittore di Missaglia.
Bibliografia
Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero. Manoscritto della Biblioteca Capitolare di Milano, a cura di M. Magistretti, U. Monneret de Villard, Milano, 1917.
Diocesi di Milano. Sinodo 46°, Milano, 1972, Pubblicazione curata dall'ufficio stampa della Curia arcivescovile di Milano.
Istituzione dei nuovi vicariati urbani e foranei, 11 marzo 1971, Giovanni Colombo, arcivescovo di Milano, Rivista Diocesana Milanese, 1971.
G. Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Roma, 1974.
AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne - A Giovanni Paolo II, Como-Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1996.