Ricevette commissioni dal conte d'Angiviller, direttore dei Bâtiments du Roi, per conto di Luigi XVI per figure in una suite di ritratti a grandezza naturale dei grandi uomini di Francia: realizzò un Jean de La Fontaine e un Nicolas Poussin, che elesse a rappresentare nei suoi vestiti da notte, approssimando i panneggi di una toga romana. Mentre adempiva a commissioni a Parigi, per la Chiesa di Sainte-Geneviève (oggi Panthéon), o al Pavillon de Flore del Louvre, scolpì, nel 1785, un virtuoso insieme marmoreo della ninfa Amaltea e della capra che allevò Giove per il caseificio della regina (La Laiterie) al castello di Rambouillet; per il suo modello adattò la posa della famosa Venere capitolina. I bassorilievi delle Laiterie, annoverati tra i suoi capolavori, furono venduti all'asta nel 1819, ma furono recuperati dallo Stato nel 2005, grazie ad un dono del figlio del grande mercante-collezionista Daniel Wildenstein.
Amalthée et la chèvre de Jupiter,[8] gruppo marmoreo, 1787 per la Laiterie di Rambouillet. Laiterie de la Reine a Rambouillet;
La Jeune fille à la chèvre,[9] statuetta in terracotta, 1786. Museo del Louvre
Sainte Geneviève rendant la vue à sa mère,[10] bassorilievo in terracotta, 1776. Museo del Louvre.
Note
^Gli studiosi moderni identificano questa famosa figura distesa come Ariadne abbandonata (Francis Haskell e Nicholas Penny, Taste and the Antique: The Lure of Classical Sculpture 1500-1900 (Yale University Press, 1981), cat. no. 24, pp. 184-187).