Appassionato d'urbanistica, applicò i principi dell'allineamento delle antiche città a Versailles con il quartiere di Clagny, costituito da isolati molto regolari intorno ai boulevard du Roi e della Reine. Per il nuovo Teatro Francese
(l'attuale Teatro dell'Odéon), sostenne il progetto di teatro a forma di tempio greco degli architettiMarie-Joseph Peyre e Charles De Wailly.
Dopo la chiusura della galerie du Luxembourg nel 1779, il conte d'Angiviller decise di utilizzare la grande galleria del Louvre per esporre i quadri della collezione reale così come le opere che saranno acquistate appositamente. Affidò all'architetto Jacques-Germain Soufflot il progetto che prefigurava il museo del Louvre e che non poté essere realizzato prima della Rivoluzione francese. Si ebbe giusto il tempo di distruggere la volta incompiuta di Nicolas Poussin, per il pericolo che presentava in caso d'incendio.
In compenso, d'Angiviller poté condurre un'ambiziosa politica di acquisizioni in questa prospettiva, fino a che le necessità della guerra d'indipendenza americana prosciugarono i fondi: acquistò i principali capolavori europei che apparvero sul mercato, ma anche tele di minor importanza, cercando di colmare le lacune delle scuole nazionali di collezioni reali, non senza promuovere gli artisti francesi. Intraprese ugualmente un vasto programma di restauro delle collezioni.