Circondata da boschi di faggio dai 1100m fino ai 1550 m circa di quota, conta di diversi impianti di risalita con seggiovie e skilift che raggiungono i 1600 m di quota e servono diverse piste da sci di differente difficoltà.
Dalle piste della Maielletta, a partire dai 1600 m fino ai 2000 m di quota, è invece possibile scorgere nelle giornate limpide, oltre alle cime più alte del massiccio, il Gran Sasso a nord, il Velino-Sirente a nord-ovest, in lontananza ad est anche la vista del Mare Adriatico (unica stazione sciistica dell'appennino abruzzese, assieme a Prati di Tivo, dove poter sciare con vista mare in lontananza), con l'intera sottostante parte collinare e pianeggiante e i relativi centri di Pescara e Chieti, 1 500-2000 m più a valle. Diffuso è anche lo scialpinismo e l'escursionismo estivo sui sentieri verso le cime della Maiella[1].
La parte sommitale del comprensorio, posta al termine di una lunga e impegnativa salita con un piccolo pianoro di cresta in quota, è nota come Cima Blockhaus (2143 m), la cui strada di accesso è dagli anni 2010 interdetta al transito degli autoveicoli a partire da quota 1980 m poco oltre il rifugio Bruno Pomilio, con la cima (dove è presente il pianoro del Blockhaus e la statua della Madonnina) raggiungibile solo a piedi o in bicicletta.
Rappresenta un'antica superficie di erosione formatasi quando il rilievo aveva un'altezza modesta, e si trovava in condizioni ambientali sub-tropicali. L'isola corallina originaria, emersa dal mare, fu soggetta a fenomeni di degradazione fisica e chimica, che potevano rastremare la superficie[2]. Il processo si protrasse nei millenni, livellando l'isola e le asperità, mentre nei bordi sommersi continuava l'attività biogena degli organismi che fabbricavano carbonato di calcio. L'innalzamento ha provocato l'inarcamento della montagna, mantenendo in posizione sub-pianeggiante queste superfici interne; l'erosione glaciale ha poi formato valli che hanno ridotto queste aree isolandone la parte centrale. Ebbe dunque la forma di un acrocoro triangolare, poiché con l'attività glaciale non è stata erosa la superficie, come in altri casi della Majella, trasformati a creste.
Il termine "block-haus" (che in tedesco significa "casa di sassi", vedi Blockhaus) fu coniato nel XIX secolo durante la lotta al brigantaggio da un comandante militare di origine austriaca che era di stanza con un plotone di bersaglieri sulla cima, dove era costruito un fortino di pietra, durante il periodo post Unità d'Italia[3], per cercare di frenare l'avanzata dei briganti. Costruito nel 1863 circa, rimasto in funzione fino al 1867, avente planimetria rettangolare, oggi non resta nulla, tranne la base in pietra. Da allora la cima prese questo nome.
Presso la cima si trova un'importante testimonianza della cosiddetta "Banda della Majella" dei briganti, ossia la scritta incisa sulla "Tavola dei Briganti". La banda era composta da Croce di Tola, dei fratelli Colafella di Sant'Eufemia a Maiella, Domenico Di Sciascio di Guardiagrele, Nicola Marino di Roccamorice e Fabiano Marcucci di Campo di Giove. La scritta sulla pietra risale circa al 1867 e reca[4]:
«Leggete la mia memoria per i cari lettori. Nel 1820 nacque Vittorio Emanuele Re d'Italia. Prima il '60 era il regno dei fiori, ora è il regno della miseria.»
Usato come punto militare dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, nella località di Passo San Leonardo nel 1943 furono costretti a marciare gli abitanti sfollati di Lettopalena per raggiungere Campo di Giove. Dopo la seconda guerra mondiale, a partire dagli anni sessanta la Maiella divenne oggetto di studi scientifici e meta di escursionisti, un fenomeno sempre più crescente. Nel corso del 1995 fu progettato l'impianto sciistico di "Passolanciano-Maielletta" nel territorio comunale di Pretoro.
Sviluppo
La regione ha in programma diversi interventi ed investimenti per il comprensorio tra i quali rientrano[5]:
Costruzione degli impianti sciistici che consentiranno il collegamento "sci ai piedi" tra la stazione di Passolanciano e quella di Mammarosa;
Ristrutturazione di un immobile che diverrà il cuore della stazione, con spazi e servizi dedicati anche a chi non scia più un'altra quota di risorse per ampliare i parcheggi sia a Passolanciano che a Mammarosa;
Investimenti per migliorare ed incrementare la viabilità dal versante di Roccamorice.
Ciclismo
L'ascesa del Blockhaus (2143m s.l.m.), classificabile come salita appenninica lunga e con pendenze medio-elevate, risulta essere la salita asfaltata con il maggiore dislivello presente in Italia (2039 m) (battendo di poche decine di metri il Colle del Nivolet da Locana e di circa 180 m il Passo dello Stelvio da Prato allo Stelvio)[6]. Si può scalare da tre diversi versanti i quali hanno il tratto finale di 6 km in comune ovvero dalla Maielletta (1648 m) fino alla sommità: in quest'ultimo tratto, la pendenza media è del 6,9%, mentre la massima è dell'8,7%. I tre versanti elencati in ordine di difficoltà sono:
Versante Manoppello Scalo-Roccamontepiano-Pretoro: è il più lungo dei tre, misurando circa 40 km, ma è quello che presenta la minore pendenza media complessiva (pari al 5,2%). È abbastanza pedalabile fino alla Maielletta dopo aver passato Passo-Lanciano, poi diventa più duro nel tratto finale di 6 km in comune con gli altri versanti.
Versante Scafa-Roccamorice: misura circa 31,5 km ed ha una pendenza media complessiva del 6,3%, ma è molto irregolare; la parte più dura di questo versante si trova infatti nel tratto di strada di 13,5 km che collega Roccamorice alla Maielletta, svalicando presso passo Tettone, e che presenta una pendenza media del 9,4%, ma con lunghi tratti abbondantemente oltre il 10% e punte che arrivano fino al 14,5%. Secondo alcune fonti, questo tratto di strada di 13,5 km, si colloca come la terza salita asfaltata più dura d'Italia dopo Zoncolan e Mortirolo, davanti al Colle delle Finestre ed una delle più dure d'Europa.
Versante Scafa-Lettomanoppello: misura circa 29 km ed è più ripido del precedente, avendo una pendenza media complessiva del 7,1%. Nel tratto compreso tra Lettomanoppello fino a Passolanciano (1300 m) di 10,4 km, presenta una pendenza media dell'8,4%, con punte fino al 9,4%. Secondo le fonti ufficiali, si tratta complessivamente del versante più duro considerando pendenza media e lunghezza.
Giro d'Italia
È stato diverse volte punto di arrivo o transito del Giro d'Italia professionisti.