Il Partito Popolare Danese (in danese Dansk Folkeparti, DF), detto anche Partito del Popolo Danese, è un partito politico danese di estrema destra.[2]
È stato fondato nel 1995 da Pia Kjærsgaard, Kristian Thulesen Dahl, Poul Nødgaard e Ole Donner. La Kjærsgaard ed i suoi colleghi avevano abbandonato il Partito del Progresso (Fremskridtspartiet), fun partito incentrato sul rifiuto dell'imposta sul reddito e dello stato sociale, guidata dalla stessa Kjærsgaard.
Alle politiche del 1998 i socio-conservatori ottennero il 7,4% dei voti ed elessero 13 seggi, contro i 4 del Partito del Progresso. Alle politiche del 2001 il DF salì al 12% ed elesse 22 seggi. L'apporto dei socio-conservatori fu determinante per la nascita del governo di centro-destra, guidato dal liberale Anders Fogh Rasmussen. I liberali dovettero concedere ai socio-conservatori, in cambio del loro sostegno, una più dura politica contro l'immigrazione, oltre che il raffreddamento del processo di integrazione europea. Alle europee del 2004 il partito ottiene il 6,8% ed un seggio.
Alle politiche del 2005, i socio-conservatori hanno ulteriormente incrementato voti e seggi (24, 13,2%). Ciò nonostante non sono entrati a far parte del II governo di Anders Fogh Rasmussen, composto da Liberali e Conservatori, limitandosi a un sostegno esterno[5].
L'ascesa del DF prosegue alle politiche del 2007 dove ottiene 13,9% e 25 seggi. Alle europee del 2009 il DF raccoglie il 15,28% ed elegge due deputati che aderiscono al gruppo Europa della Libertà e della Democrazia.
Alle politiche del 2011 il partito perde consensi attestandosi al 12,3% (-1,6%) ed eleggendo 22 deputati (-3).
L'intensa campagna anti immigrazione e contro le politiche dell'UE, fanno registrare un inaspettato boom di consensi alle nuove europee del 2014. Con il 26,6% il DF è il primo partito del paese (Socialdemocratici al 19,1% e Liberali al 16,7%) ed elegge 4 deputati che aderiscono al Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei.
Nelle elezioni parlamentari del 2015 si afferma come secondo partito con il 21,1% di preferenze e conquista 37 seggi. Nel 2019 subisce un tracollo elettorale, perdendo 21 seggi e quasi quasi due terzi dei suoi voti.
Il Partito Popolare Danese ha costantemente sostenuto governi di destra dal 2001, durante i quattordici anni in cui è stato al potere (dal 2001 al 2011 e dal 2015 al 2019). Contribuisce quindi a introdurre restrizioni significative all'accoglienza dei migranti (condizioni drastiche imposte ai matrimoni binazionali, sequestro di denaro e oggetti di valore appartenenti ai migranti, ecc.)
Il suo programma si basa sulla drastica riduzione dell'immigrazione, sull'opposizione a una società multiculturale. Propone di rendere obbligatorio lo studio delle caricature di Maometto sullo Jyllands-Posten, l'istituzione di pene severe per i reati, l'opposizione a qualsiasi costruzione di parchi eolici, l'opposizione alla riduzione della sovranità della Danimarca nell'Unione europea, l'opposizione all'ingresso della Turchia nell'UE, nonché il sostegno a Israele e alla politica estera degli Stati Uniti.[6][7]
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