Organo della chiesa di Sant'Antonio in Campo Marzio a Roma
«La mia idea era proprio quella che ogni registro presente si esprima come un attore o un cantante e sappia dare allo spartito suonato il valore dell'opera, facendo percepire l'emissione dalla sua bocca e tutto il colore delle sue corde armoniche. (...) Per il recente organo nella chiesa di Sant'Antonio dei Portoghesi a Roma del 2008 (..) ho potuto "mettere in scena" tutti i solisti da me considerati essenziali per ottenere la massima espressività.»
L'organo a canne Mascioni opus 1181 della chiesa di Sant'Antonio in Campo Marzio, in Roma, è un importante organo sinfonico-eclettico costruito nel 2008 su progetto di Jean Guillou. Lo strumento, oltre che per il regolare servizio liturgico, viene impiegato anche per rassegne organistiche di carattere internazionale, organizzate dall'Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma.[2][3][4][5]
In previsione del Giubileo Universale del 1750, Manuel Pereira de Sampayo, commendatore della Schola dei Portoghesi, nell'ambito di restauro generale della chiesa, nel 1748 fece costruire, in controfacciata, un complesso di cantoria e organo a canne. L'autore dell'apparato architettonico fu probabilmente Gabriele Valvassori,[7] mentre non si conosce il nome dell'autore dell'apparato fonico, probabilmente uno degli organari che in quegli anni operarono a Roma, come Johannes Conrad Werle o la famiglia Alari.[8]
Durante la seconda guerra mondiale, anche l'organo, come tutta la chiesa, venne danneggiato e saccheggiato di gran parte delle sue canne.
L'organo, una volta terminato, aveva 47 registri, dei quali 27 reali e gli altri ottenuti per derivazione e prolungamento. Il materiale fonico era collocato interamente sulla cantoria in controfacciata e nelle prime due cappelle laterali, e all'interno della cassa barocca, ad eccezione del Solo, che si trovava in un coretto alla destra dell'abside, con affaccio sul braccio di destra del transetto. La consolle è mobile indipendente ed è generalmente situata nel transetto, nei pressi del presbiterio. Progettata anch'essa da Jean Guillou, è ispirata a quelle costruite dall'organarofrancese del XIX secoloAristide Cavaillé-Coll. Ha quattro tastiere di 61 note ciascuna (rispettivamente Positivo, Grand'Organo, Espressivo, Solo) ed una pedaliera concavo-parallela di 32 note; i registri sono azionati da pomelli posti su gradoni ad andamento curvilineo ai lati dei manuali, secondo il seguente schema:[9][10]
Registri Grand'Organo
leggio
Unioni e accoppiamenti
Registri Grand'Organo
IV tastiera
Registri Solo
Registri Espressivo
III tastiera
Registri Solo
Registri Pedale
II tastiera
Registri Positivo
Registri e unioni Pedale
I tastiera
Unioni e accoppiamenti
La disposizione fonica dell'organo era la seguente:[11]
I - Positivo aperto
Flauto
8'
Flauto a camino
8'
Flauto a camino
4'
Sesquialtera 2 file
2.2/3'
Cembalo 3 file
1'
Regale
16'
Dulzian
8'
Clarinetto
8'
Tremolo
II - Grand'Organo
Principale
8'
Corno di camoscio
8'
Quinta
5.1/3'
Principale
4'
Terza
3.1/5'
Nachthorn
2'
Plein-jeu 5/6 file
2'
Cornetto 5 file
8'
Cromorne
8'
Tromba
8'
III - Espressivo
Bordone
8'
Holzprincipal
4'
Larigot
1.1/3'
Voix humaine
8'
Basson
16'
Hautbois
8'
Trompette
8'
Tremolo
IV - Solo aperto
Koppelflöte
8'
Flûte harmonique
8'
Flûte harmonique
4'
Nasard harmonique
2.2/3'
Tierce harmonique
1.3/5'
Piccolo harmonique
1'
Regale
16'
Oboe
8'
Bombarda
16'
Trombone
8'
Tremolo Oboe
Pedale
Flautone
16'
Subbasso
16'
Gran quinta
10.2/3'
Flauto
8'
Flauto
4'
Flautino
2'
Terza
3.1/5'
Basson
16'
Regale
16'
Bombarda
16'
Trompette
8'
Clairon
4'
Il Pedale e il Solo avevano i registri in comune, alcuni dei quali ottenuti in prolungamento e derivati ad altri manuali secondo il seguente schema:[1]
Flûte harmonique 8' (IV)-Flauto 8' (P), prima ottava del Flûte harmonique 4' (IV)
Flûte Harmonique 4' (IV)
Flauto 4' (P), prime tre ottave del Piccolo Harmonique 1'
Quinta 5.1/3' (II)
Nasard harmonique 2.2/3' (IV)
Terza 3.1/5' (II/P)
Tierce harmonique 1.3/5' (IV)
Piccolo harmonique 1' (IV)
reale da Do3, prime tre ottave dal Flûte Harmonique 4'
Regale 16' (I/IV/P)
Clarinetto 8' (I), Clairon 4' (P)
Oboe 8' (IV)
Trompette 8' (P)
Bombarda 16' (IV/P)
Trombone 8' (IV)- Tromba 8' (II)
Nel 2015 l'organo è stato oggetto di un intervento radicale ad opera della ditta costruttrice, nel corso del quale è stata riorganizzata e ampliata la tavolozza timbrica dei registri, che sono stati portati a 60. È stata inoltre installata una nuova consolle a cinque manuali, in sostituzione di quella originaria, la quale è stata inaugurata durante il concerto del 13 settembre 2015.[12] La primavera successiva è stato installato il materiale fonico del corpo Echo (quinto manuale).[13]
Le canne sono dislocate all'interno della chiesa in due aree distinte: la controfacciata e il braccio di destra del transetto. La cantoria in controfacciata è caratterizzata dal prolungamento nella prima cappella laterale di sinistra e di destra; la cassa settecentesca dell'organo, presumibilmente ispirata nella forma al Palazzo Doria-Pamphili in via del Corso, costruito tra il 1731 e il 1734 da Gabriele Valvassori,[7] presenta una mostra divisa in tre campi e costituita da 25 canne di principale sonanti disposte in cuspide unica e con bocche a mitria allineate orizzontalmente. La cassa barocca accoglie le canne del Grand'Organo (secondo manuale), mentre si trovano direttamente sulla cantoria quelle del Positivo aperto (primo manuale), quelle dell'Espressivo (terzo manuale) e della Bombarda (quinto manuale) nella cappella di destra, quelle del Solo (quarto manuale) e del Pedale nella cappella di destra. All'interno dei due coretti che si aprono nelle pareti laterali del transetto di destra si trovano rispettivamente le canne del Corale aperto (primo manuale, nel coretto di sinistra) e dell'Echo aperto (quinto manuale, nel coretto di destra) con il relativo registro del Pedale.[15]
La consolle è mobile indipendente ed situata a pavimento, generalmente nel transetto nei pressi del presbiterio; essa, inaugurata nel settembre 2015, presenta le medesime caratteristiche estetiche di quella precedente a quattro manuali ed è una rivisitazione in chiave moderna di quelle dell'organaro francese Aristide Cavaillé-Coll. Dispone di cinque manuali di 61 note ciascuna (Do1-Do6) e pedaliera concavo-parallela di 32 note (Do1-Sol3). I registri, le unioni e gli accoppiamenti sono azionati da pomelli a tiro, con i nomi riportati in nero su tondini in porcellana bianca, posti su gradoni ad andamento curvilineo ai lati dei manuali, secondo il seguente schema:[13]
^Organo, su ipsar.org. URL consultato il 9 ottobre 2018.
Bibliografia
Carla Benocci, Guide Rionali di Roma. Rione IV Campo Marzio. Parte quinta, Roma, Fratelli Palombi Editori, 1994, ISSN 0393-2710.
Giovanni Battistelli, Oscar Mischiati; Arnaldo Morelli; Claudio M. Strinati, Organi e cantorie nelle chiese di Roma, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1994, ISBN88-240-3990-1.
Graziano Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2007, ISBN 978-88-222-5674-4.