Fino al suo suicidio, Adolf Hitler insistette perché la guerra continuasse. L'ondata di sfollati civili tramutò l'operazione nella più grande evacuazione di emergenza via mare della storia: per un periodo di oltre 15 settimane fra le 494 e le 1.080 navi mercantili e da guerra di tutti i tipi, dai transatlantici alle imbarcazioni da pesca[3], trasportarono fuori dai territori accerchiati tra gli 800.000 e i 900.000 sfollati e 350.000 soldati[4], trasferendoli nella Germania settentrionale e nella Danimarca occupata dai tedeschi. L'operazione ebbe fine solo l'8 maggio 1945, con la fine della seconda guerra mondiale in Europa.
Note
^Koburger, Charles W., Steel Ships, Iron Crosses, and Refugees, Praeger Publishers, NY, 1989, p.71.
^Dönitz, Karl, Memoirs, Ten Years and Twenty Days, Da Capo Press, NY, 1997.
^Williams, David, Wartime Disasters at Sea, Patrick Stephens Limited, Nr Yeovil, UK, 1997, p.225 (figure of 494 merchant vessels); Brustat-Naval, Fritz, Unternehmen Rettung, Koehlers Verlagsgeschellshaft, Herford, Germany, 1985, p.240 (figure of 790 vessels of all types); Koburger, Charles W., Steel Ships, Iron Crosses, and Refugees, Praeger Publishers, NY, 1989, p.92 (figure of 1,080 merchant vessels).