In meccanica quantistica, l'operatore momento angolare totale è responsabile delle rotazioni nello spazio. Esso ha un significato più esteso rispetto al momento angolare orbitale L ^ = r ^ × p ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {L} }}={\hat {\mathbf {r} }}\times {\hat {\mathbf {p} }}} perché si generalizza anche al momento angolare di spin e soprattutto è usato nella composizione di operatori momento angolare, essendo valido come somma di più momenti angolari e di diversi tipi.
È anche possibile dimostrare che il momento angolare totale J ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}} è il generatore delle rotazioni nello spazio.
Formalmente il momento angolare totale ha le stesse regole del momento angolare orbitale e dello spin, per cui con J ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}} si può indicare sia L ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {L} }}} , sia S ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {S} }}} e anche una composizione di momenti J ^ = L ^ + S ^ {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}={\hat {\mathbf {L} }}+{\hat {\mathbf {S} }}} oppure J ^ = L ^ 1 + L ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}={\hat {\mathbf {L} }}_{1}+{\hat {\mathbf {L} }}_{2}} o ancora J ^ = S ^ 1 + S ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}={\hat {\mathbf {S} }}_{1}+{\hat {\mathbf {S} }}_{2}} .
L'operatore momento angolare totale, analogamente al momento angolare orbitale, genera le rotazioni lungo un asse: la funzione d'onda ψ ( x ) {\displaystyle \psi (x)} ruotata di un angolo ϕ {\displaystyle \phi } attorno all'asse z {\displaystyle z} , diventa:
Per una rotazione infinitesima si ha:
Le proprietà di commutazione per l'operatore momento angolare totale sono:
dove J ^ x , J ^ y , J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{x},{\hat {J}}_{y},{\hat {J}}_{z}} sono le proiezioni del momento angolare totale lungo gli assi cartesiani; in forma compatta è possibile scrivere:
dove ε i j k {\displaystyle \varepsilon _{ijk}} è il tensore di Levi-Civita.
Partendo dal momento angolare totale, è possibile costruire l'operatore J ^ 2 = J ^ x 2 + J ^ y 2 + J ^ z 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}={\hat {J}}_{x}^{2}+{\hat {J}}_{y}^{2}+{\hat {J}}_{z}^{2}} .
Tale operatore commuta con le componenti del momento angolare totale; infatti:
È rilevante il comportamento delle componenti del momento angolare totale con gli operatori di posizione e impulso; per quanto riguarda l'operatore di posizione è possibile determinare le seguenti relazioni:
Allo stesso modo si possono ottenere le analoghe relazioni con J ^ y {\displaystyle {\hat {J}}_{y}} ed J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} ; in generale si ha che la componente del momento angolare su un asse commuta soltanto con la coordinata di quell'asse. In forma compatta si ha:
dove x ^ j = ( x ^ , y ^ , z ^ ) {\displaystyle {\hat {x}}_{j}=({\hat {x}},{\hat {y}},{\hat {z}})} e ε i j k {\displaystyle \varepsilon _{ijk}} è il tensore di Levi-Civita, che è uguale a + 1 {\displaystyle +1} per permutazioni pari degli indici, − 1 {\displaystyle -1} per permutazioni dispari e 0 {\displaystyle 0} se i = j {\displaystyle i=j} .
Per quanto riguarda le commutazioni con gli impulsi vale esattamente lo stesso discorso:
Si è visto che le componenti del momento angolare non commutano tra loro, ma tutte singolarmente commutano con l'operatore momento angolare al quadrato. È possibile scegliere una sola componente (per esempio J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} ) che commuta con J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} ; in questo modo lo stato, che è autostato di entrambi gli operatori, può essere chiamato | j , j z ⟩ {\displaystyle |j,j_{z}\rangle } . Si possono trovare quali sono gli autovalori a , b {\displaystyle a,b} (a volte più propriamente indicati con j {\displaystyle j} , j z {\displaystyle j_{z}} , oppure con j {\displaystyle j} , m j {\displaystyle m_{j}} ) simultanei di questi operatori:
Per fare questo è necessario introdurre due operatori, detti operatori di scala:
che sono uno il complesso coniugato dell'altro e non sono hermitiani. Questi operatori hanno le seguenti proprietà:
L'operatore J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} può essere espresso in termini di J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} e operatori di scala J ^ ± {\displaystyle {\hat {J}}_{\pm }} nel seguente modo:
Se si fa agire J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} sullo stato J ^ ± | j , m j ⟩ {\displaystyle {\hat {J}}_{\pm }|j,m_{j}\rangle } si ottiene:
Applicando J ^ + {\displaystyle {\hat {J}}_{+}} l'autovalore di J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} (cioè b {\displaystyle b} ) aumenta di ℏ {\displaystyle \hbar } ; viceversa applicando J ^ − {\displaystyle {\hat {J}}_{-}} , l'autovalore viene diminuito di ℏ {\displaystyle \hbar } , da cui il nome di operatori di scala. Invece applicando J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} si ha:
cioè l'applicazione degli operatori J ^ ± {\displaystyle {\hat {J}}_{\pm }} cambia l'autovalore di J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} , ma non di J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} .
La relazione che lega J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} e J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} è:
Ciò implica che gli autovalori della proiezione del momento angolare totale b {\displaystyle b} non possono superare quelli di J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} , cioè a {\displaystyle a} :
Quindi l'autovalore di J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} è limitato inferiormente e superiormente dai valori che può prendere J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} . Posti b m i n {\displaystyle b_{min}} il valore minimo e b m a x {\displaystyle b_{max}} il valore massimo che può assumere J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} , e applicando successivamente gli operatori di scala J ^ + , J ^ − {\displaystyle {\hat {J}}_{+},{\hat {J}}_{-}} , deve essere che:
Se si applica J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} a | a , b m a x ⟩ {\displaystyle |a,b_{max}\rangle } si ottiene che:
da cui:
Quindi l'autovalore di J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} è a = b m a x ( b m a x + 1 ) {\displaystyle a=b_{max}(b_{max}+1)} volte ℏ 2 {\displaystyle \hbar ^{2}} . A causa della limitatezza di b {\displaystyle b} e data la simmetria di cui J z ^ {\displaystyle {\hat {J_{z}}}} deve godere rispetto al piano x y {\displaystyle xy} , si ha che b {\displaystyle b} deve essere necessariamente o intero o semintero. Vi sono pertanto ( 2 b m a x + 1 ) {\displaystyle (2b_{max}+1)} valori di b {\displaystyle b} , cioè b = { − b m a x , − b m a x + 1 , … , b m a x − 1 , b m a x } {\displaystyle b=\{-b_{max},-b_{max}+1,\dots ,b_{max}-1,b_{max}\}} .
Per gli autovalori di J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} si ottiene:
e per gli autovalori di J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} :
dove j {\displaystyle j} è il numero quantico del momento angolare totale, che può essere intero o semintero, ed m j = { − j , − j + 1 , … , j − 1 , j } {\displaystyle m_{j}=\{-j,-j+1,\dots ,j-1,j\}} è il numero quantico della proiezione del momento angolare totale.
Per analizzare la struttura delle matrici dei momenti angolari, si assuma che tali momenti siano calcolati sugli autostati | j , j m ⟩ {\displaystyle |j,j_{m}\rangle } già normalizzati; di conseguenza in questa base di autostati sia J ^ 2 {\displaystyle {\hat {\mathbf {J} }}^{2}} sia J ^ z {\displaystyle {\hat {J}}_{z}} sono diagonali:
Gli elementi di matrice degli operatori a scala sono dati da:
dove c + {\displaystyle c_{+}} è un coefficiente. Utilizzando l'uguaglianza:
e ricavando l'espressione di J ^ + {\displaystyle {\hat {J}}_{+}} e di J ^ − {\displaystyle {\hat {J}}_{-}} , per J ^ + {\displaystyle {\hat {J}}_{+}} si ha che:
In definitiva:
e gli elementi di matrice sono:
Per esempio per j = 1 {\displaystyle j=1} si ottiene:
Per j = 1 2 {\displaystyle j={\frac {1}{2}}} le matrici prendono la forma delle matrici di Pauli a due componenti:
Per j = 3 2 {\displaystyle j={\frac {3}{2}}} le matrici prendono la forma: