Il numero di Brinkman è stato definito per la prima volta dal fisico olandese Henri Coenraad Brinkman (1908-1961), in modo meno generale della definizione moderna.[1]
Un esempio in cui viene utilizzato il numero di Brinkman è lo studio del processo di estrusione per materie plastiche. Nel processo di estrusione dei polimeri il polimero viene alimentato in forma solida (generalmente in pellet) e subisce all'interno dell'apparecchiatura un processo di fusione, grazie all'apporto di due contributi:
calore generato per attrito viscoso del polimero con la vite; l'entità di tale contributo è legata alla velocità di rotazione della vite;
calore scambiato con le pareti del cilindro; tale calore può essere sottratto (tramite acqua di raffreddamento) o fornito (in genere tramite resistenze elettriche).
Il calore scambiato con le pareti del cilindro è necessario a controllare la temperatura delle varie sezioni dell'estrusore, per cui è essenziale che tale calore sia abbastanza elevato da potere contrastare l'azione del calore dissipato per attrito viscoso. Quindi per numeri di Brinkman elevati (ad esempio >2) il controllo della temperatura non è efficace.
Interpretazione fisica
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(EN) J. D. Huba, NRL Plasma Formulary (PDF), Naval Research Laboratory, 2000. URL consultato il 13 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2017).