Il Tornabuoni trascorre il suo intero episcopato nella sede altotiberina di Sansepolcro, dove rimane per ben 38 anni, visitando più volte il territorio della diocesi, che si estende sull'Appennino tra Toscana e Romagna, e applicando alla vita diocesana i dettami del Concilio di Trento.
Rientrano nell'azione di rinnovamento conciliare della diocesi le nuove costituzioni per i mansionari della cattedrale promulgate il 13 dicembre 1566[3], l'erezione della collegiata di Pieve Santo Stefano il 12 maggio 1569[4] e la promulgazione di nuove costituzioni per il capitolo della cattedrale[5].
Sul piano della vita religiosa dei laici interviene più volte a regolamentare le confraternite. Nel 1564 promuove la fondazione della Compagnia della Visitazione, i cui membri fanno visita ai carcerati. Nel 1565 approva la fondazione della Compagnia del Volto Santo[6].
Nella relazione ad limina del 1595 fa riferimento all'insegnamento della dottrina ai fanciulli nei giorni festivi e all'applicazione dei decreti del Concilio di Trento, alla celebrazione del sinodo e alla visita a tutta la diocesi. Scrive che è difficile istituire un seminario vero secondo quanto disposto dal Concilio, «propter dięcesis angustiam et ecclesiarum tenuitatem», per cui paga un maestro di grammatica e uno di canto con uno stipendio onesto per istruire i chierici che servono nelle chiese[7].
Gli ultimi cinque anni di episcopato sono caratterizzati da una minore attività, a motivo dell'età avanzata. Muore a Sansepolcro il 13 aprile 1598, largamente rimpianto dalla cittadinanza: il comune decreta il lutto cittadino, con la chiusura dei negozi fino a esequie avvenute e per il funerale fa distribuire luminarie allevarie confraternite[8].
Visite pastorali e sinodi diocesani
Due gli strumenti privilegiati dal Tornabuoni per la riforma della diocesi: la visita pastorale e il sinodo diocesano.
Il vescovo compie ben 10 visite pastorali, negli anni 1563, 1566, 1568, 1571, 1573, 1574, 1576, 1582, 1584 e 1593[9].
Quattro i sinodi diocesani convocati e presieduti dal Tornabuoni: nel 1574, nel 1578, nel 1583 e nel 1590[10].
La memoria
Il comune di San Giustino ha intitolato al nome di Niccolò Tornabuoni una delle principali vie del capoluogo, a ricordo del fatto che fu proprio il vescovo di Sansepolcro a promuovere la coltivazione del tabacco a Cospaia, il cui territorio è stato diviso nel 1826 tra i comuni di San Giustino, al quale passò il paese di Cospaia, e Sansepolcro, a cui fu attribuita buona parte del territorio di pianura verso il Tevere.
Note
^ Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, I, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1972, pp. 42-43.
^Cfr. tornabuòna, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 settembre 2020.
^Sansepolcro, Archivio Vescovile, Decreti dell'ordinario e sua curia, tomo I, n. 163.
^ Ercole Agnoletti, La Collegiata di Pieve Santo Stefano, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1968, p. 6.
^ Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, I, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1972, p. 49.
^ Ercole Agnoletti, I vescovi di Sansepolcro, I, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1972, pp. 48-48.
^Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, , Congregazione Concistoriale, Relationes Diocesium, 158A, c. 8rv.
^Sansepolcro, Archivio Storico Comunale, serie II, 23, c. 174r.
^La documentazione è conservata in Sansepolcro, Archivio Vescovile, fondo Visite pastorali, serie Visite pastorali di mons. Tornabuoni.
^ Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, I, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1972, pp. 56-67.
Bibliografia
Angelo Tafi, Immagine di Borgo Sansepolcro, Cortona, Calosci, 1994.
Ercole Agnoletti, Le memorie di Sansepolcro, Sansepolcro, Tipografia Arti Grafiche, 1986.
Ercole Agnoletti, I Vescovi di Sansepolcro, I, Sansepolcro, Tipografia Boncompagni, 1972.