Seguendo la volontà del padre, intraprese la carriera dell'avvocatura e conseguì il dottorato in legge, appassionandosi poi però alla storia locale ed all'archeologia, coadiuvato in questo dal noto scrittore e archeologo locale Carlo Dossi[1]. Dimorò per questo scopo spesso al palazzo di famiglia ancora oggi esistente a Besate (attualmente vi ha sede il municipio locale) dove si occupò di storia locale, collaborando tra gli altri col Bollettino della Società Pavese di Storia Patria. Si dedicò con particolare enfasi allo studio ed alla classificazione di alcuni reperti di età preromana ritrovati sul territorio del magentino tra cui quelli rinvenuti a Santo Stefano Ticino.
Iniziò l'attività di pubblicista scrivendo diversi articoli per il mensile nazionale "Arte e Storia" di Firenze, collaborando con Guido Carocci. Realizzò inoltre alcune opere storico-artistiche di pregio come un approfondito studio dal titolo "Il Cenacolo di Leonardo e le sue copie" pubblicato nel 1907 che ancora oggi costituisce una delle opere più autorevoli nel campo dello studio dell'opera leonardesca milanese. Pubblicò poco dopo uno studio di notevole importanza sull'Abbazia di Morimondo e sullo sviluppo dell'abitato locale attorno alla realtà monastica a partire dal XII secolo, oltre ad uno studio monografico sulle opere di Marco d'Oggiono partendo da una pala d'altare presente nella chiesa parrocchiale di Besate ed oggi conservata presso il Museo Diocesano di Milano a cui per primo impartì l'attribuzione al leonardesco. Pubblicò anche uno studio architettonico e artistico sulla Cascina Donato del Conte e sul suo oratorio, uno dei più antichi dell'area dell'abbiatense.
Divenuto cavaliere dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, trascorse gli ultimi anni della sua vita occupandosi delle opere di carità che patrocinava. Non avendo avuto eredi né essendosi mai sposato, alla sua morte il 1º settembre 1912 i suoi beni passarono come da suo testamento al comune ed alla parrocchia di Besate. Il suo corpo si trova oggi nella cappella gentilizia da lui fatta erigere nel cimitero di Besate. Lasciò erede della sua vasta collezione di opere d'arte e di antichi oggetti e documenti la Biblioteca Ambrosiana di Milano.