Sul pianoro che si trova dietro le rocce che fanno da coronamento alla sua vetta sono visibili le rovine di un'antica chiesa dedicata a san Barnaba[5], il cui simulacro è attualmente custodito nella chiesetta di Sant'Antonio, a Bortigali.
Sulla vetta del monte si trova una postazione di avvistamento antincendio gestita dell'Ente foreste della Sardegna.
Escursionismo e parapendio
La cima del monte è raggiungibile percorrendo un facile sentiero escursionistico che inizia da Bortigali. Il tragitto si sviluppa per una lunghezza di 10,5 km (circa 4 in andata dal versante ovest passando per le località di Cannarza e Mànigos, e i restanti in ritorno, scendendo per il versante est attraverso le località di S'atta 'e Suerzu 'e Pala e S'atta 'e sa Prama), superando un dislivello di 510 metri. Il sentiero è dotato di un sistema di segnalazione[7].
La vetta della montagna è diventata una delle basi più ricercate dagli appassionati di parapendio in Sardegna. Il 21 giugno 2011 è stato effettuato proprio da Bortigali il volo più lungo, con una distanza coperta di 74 chilometri[8].
Note
^Vedi Tavoletta I.G.M. - Foglio 498, Sezione II, Silanus
^ Italo Bussa, Identificazione dei villaggi abbandonati di Mularza Noa, Sauccu e Gitil nel Marghine, in Quaderni bolotanesi. Rivista sarda di cultura, vol. 2010, n. 36, 2010, pp. pp.257-275.
^Vittorio Angius, Bortigali (PDF), in Luciano Carta (a cura di), Città e villaggi della Sardegna dell'Ottocento: Abbasanta-Guspini, Nuoro, Ilisso edizioni, 2006, pp.191-192, ISBN978-88-89188-88-0. URL consultato il 27 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
^ Romano Cannas (a cura di), Radio Brada. 8 settembre 1943: dalla Sardegna la prima voce dell'Italia libera. Con DVD, Roma, Rai Eri, 2004, ISBN978-88-397-1291-2.