Il Massiccio del Gennargentu - il cui nome in lingua sarda significa La porta dell'argento - è un'area montuosa di grande estensione situata nella zona centro-orientale della Sardegna, in provincia di Nuoro, comprendente le cime più elevate dell'isola. Geologicamente è un'antica formazione rocciosa, caratterizzata da montagne di altezza moderata e con vette a profilo rotondeggiante: tra le tipologie di roccia maggiormente rappresentate nell'area vi sono scisti, graniti e rocce calcaree. La particolarità dell'ambiente e la presenza di specieendemiche, sia animali sia vegetali, hanno portato all'iscrizione della regione montuosa tra le zone di protezione speciale incluse nella rete Natura 2000[1].
Descrizione
Geologia
In Sardegna affiora una sezione completa della catena ercinica: dalle zone esterne della catena, che affiorano nella Sardegna sud-occidentale, fino a quelle interne, che affiorano nella parte nord-orientale dell'isola. La catena ercinica segue una direzione nordovest-sudest (NW-SE), ed è caratterizzata da raccorciamenti e da una zonazione tettono-metamorfica tipica delle orogenesi da collisione continentale[2][3]. Il basamento sardo è costituito da un sistema di falde erciniche[4] vergenti verso sud-ovest, nota come “zona a falde”, interposte tra il complesso metamorfico della Sardegna settentrionale e una zona esterna a thrust ed a pieghe intensamente deformata che affiora nella parte sud-occidentale dell'isola. Il massiccio del Gennargentu è situato nella zona a falde interne ed esterne; dal punto di vista strutturale è formato da una grande piega antiforme formatasi sempre durante l'orogenesi ercinica. Le formazioni vanno dal Cambriano superiore-Ordoviciano inferiore (arenarie di San Vito e Postgotlandiano) fino all'Olocene (depositi di versante); inoltre è presente il complesso intrusivo ercinico con le coperture mesozoiche. La morfologia attuale è riconducibile a sollevamenti crostali terziari legati all'orogenesi alpina, rototraslazione del blocco sardo-corso ed apertura del bacino tirrenico.
Territorio
Comprende tutta la zona della Sardegna centro-orientale e si estende nel territorio della provincia di Nuoro. Il suo nome deriva da Genna ("porta" in sardo) e argentu ("argento" in sardo), quindi "porta d'argento", per la forte presenza della roccia di scisto dal tipico aspetto metallico e argenteo che caratterizza questi rilievi montuosi. [5]. Tra le sue montagne vi sono le cime più alte dell'isola[6]:
Il massiccio è caratterizzato da una delle più basse densità di abitanti d'Europa[senza fonte] e preserva una grande varietà di bellezze naturali e di risorse biologiche, tra le quali vari endemismi. Il parco comprende nella sua complessità i territori del Gennargentu e quelli del Supramonte, per giungere fino al mare dopo una serie di importanti monumenti naturali come il canyon della gola di Gorropu, la gigantesca dolina di "su Suercone", le voragini di "su Disterru" e del "Golgo", il monte di Oliena, il monte novo San Giovanni di Orgosolo, le guglie costiere di Goloritzè e di Pedra Longa, le cale di Goloritzè, di Luna, Sisine, Mariolu, le innumerevoli testimonianze archeologiche della civiltà nuragica. Nell'idea di parco è compresa anche la zona dei Tacchi d'Ogliastra, con eminenze geologiche quali "Perda Liana" e i "Tonneri", nei "Tacchi" sono importanti alcune importanti cascate stagionali, le Cascate di Lequarci, e sempre nei tacchi anche la Grotta di Su Marmuri, anche perché il Gennargentu è da intendersi come un sistema montano continuo che ricomprende per l'appunto i Supramontes ed i rilievi ogliastrini. Tale complesso ecosistema rappresenta pertanto un importantissimo esempio di montagna mediterranea che merita attenzione e tutela, integrata con la tradizione del pastoralismo e dei beni etnografici.[senza fonte]
Per tutelarne le bellezze è stato istituito, nel 1998, il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu.[15][16] Le creazione dell'area protetta ha incontrato notevoli difficoltà nella sua fase di istituzionalizzazione in seguito alle rilevanti resistenze delle popolazioni locali, fondate principalmente sul timore di espropriazione del proprio territorio. Le comunità locali hanno avvertito, infatti, il pericolo che il territorio compreso entro i confini del parco nazionale potesse essere sottratto a coloro che, per secoli, vi hanno vissuto[17].
Nel 2008, con la sentenza n. 626 emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale della Sardegna, è stato dichiarato improcedibile il ricorso per l'annullamento del decreto istitutivo del Parco nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu. Tale decisione è stata presa in seguito alle modifiche introdotte dalla legge n. 266/2005, che prevedono l'applicazione delle misure di tutela disposte dal decreto istitutivo del Parco, solamente previa intesa tra lo Stato e la regione Sardegna[18][19].
Escursionismo
L'Ente foreste della Sardegna ha realizzato, così come in altre parti dell'isola, una serie di sentieri, tra loro collegati e dotati di un sistema di segnali che contraddistinguono i vari itinerari[20]. Le montagne del Gennargentu sono attraversate da una parte di questi percorsi escursionistici, lungo i quali si trovano diversi punti panoramici e fonti[21][22].
I sentieri percorribili sono i seguenti:
Girgini T-700 – Si tratta di un sentiero turistico lungo il quale sono ubicati punti di ristoro e aree di sosta. È percorribile in fuoristrada, motocicletta, a piedi, a cavallo oppure in bicicletta. Si sviluppa per una lunghezza di 6,7 km e con un dislivello di 125 metri. Il tempo di percorrenza medio è stimato in due ore[23];
Gennargentu T-721 – Percorrendo questo sentiero è possibile giungere fino alla Punta La Marmora, seguendo il Sentiero Italia con il quale si interseca. Lungo il sentiero si trovano delle aree di sosta e dei punti di ristoro, nonché un rifugio montano. La lunghezza del percorso è di 5,3 km per un dislivello di 149 metri, percorribili mediamente in un'ora e mezzo[24];
Is Meriagos T-723 – Il sentiero è percorribile con vari mezzi (fuoristrada, motocicletta, a piedi, a cavallo oppure in bicicletta) e si sviluppa per una lunghezza di 8 chilometri. Il dislivello è di 265 metri ed il tempo di percorrenza stimato è di due ore e mezza. lungo il tragitto si trovano delle aree di sosta e dei punti di ristoro[25];
Arcu Artilai – Bruncu Spina T-721A – Il percorso conduce al Bruncu Spina, fino alla quota 1828. Si sviluppa per circa 800 metri, con un dislivello di 168 metri, percorribile in circa trenta minuti. Lungo il tragitto si trovano aree di sosta, punti di ristoro ed un rifugio montano[26];
Girgini – Rifugio La Marmora T-722 – Il sentiero conduce ai ruderi del Rifugio Lamarmora. Lungo il percorso sono sistemate alcune aree di sosta. Il tragitto è lungo 8,2 chilometri su un dislivello di 644 metri. Il tempo di percorrenza è stimato in due ore e cinquanta minuti[27];
Muggianeddu T-501 – Il sentiero ha inizio dall'abitato di Tonara e si sviluppa per una lunghezza di 9,7 chilometri, superando un dislivello di 530 metri. Il tempo di percorrenza previsto è di tre ore e quaranta minuti. Lungo il percorso si trovano alcune aree di sosta e dei punti di ristoro[28];
Perdas Artas T-501A – Lungo il percorso si trovano diversi punti panoramici. Il sentiero si estende per 1,1 chilometri, su un dislivello di 124 metri. Può essere percorso in fuoristrada, a cavallo, a piedi o in bicicletta e lungo il tragitto si trovano delle aree di sosta e campeggio e dei punti di ristoro[29];
Muggianeddu – Bauerì T-502 – Il sentiero ha inizio dall'abitato di Tonara e può essere percorso in fuoristrada, in motocicletta, a cavallo, a piedi o in bicicletta. Si sviluppa per 12,6 chilometri, su un dislivello di 659 metri. Lungo il percorso si trovano diverse aree di sosta e dei punti di ristoro[30];
Sentiero Sorberine B-531 – È un sentiero escursionistico esperto che si sviluppa per una lunghezza di 13 chilometri, superando un dislivello di 900 metri. Il tempo di percorrenza stimato è di otto ore[31];
Sentiero dei Carbonai: Coa'e Serra – Thiu Predu Orrubiu B-532 – È un sentiero escursionistico esperto che si sviluppa per una lunghezza di 8,2 chilometri, superando un dislivello di 400 metri. Il tempo di percorrenza stimato è di due ore e quaranta minuti[32];
Sentiero dei Carbonai: Paule Munduge B-532A – È un sentiero escursionistico esperto che si sviluppa per una lunghezza di 5,3 chilometri, superando un dislivello di 475 metri. Il tempo di percorrenza stimato è di due ore e quaranta minuti. Lungo il tragitto si trovano dei punti di ristoro[33].
Gli sport invernali possono essere praticati negli impianti sciistici ubicati lungo i pendii del Bruncu Spina e del monte Spada[34], presso i quali si trovano anche alcune strutture di accoglienza per i turisti. Gli impianti rappresentano una delle attrattive turistiche del massiccio montuoso.
^(EN) Luigi Carmignani, T. Cocozza, N. Minzoni, P. Pertusati, The Hercynian Orogenic Revolution in Sardinia, in Z. Dt. Geol. Ges, vol. 129, 1978, pp. 185-493.
^(FR) F. Arthaud, Sauniac S., Une coupe synthétique à travers la chaîne varisque de Sardaigne. Commentaires sur l'évolution tectono-métamorphique., in Bull. Soc. géol. France, n. 23, 1981, pp. 535-539.
^(EN) Luigi Carmignani, G. Cherchi, A. Del Moro, M. Franceschelli, C. Ghezzo, G. Musumeci, P. Pertusati, The mylonitic granitoids and tectonic unit of the Monte Grighini Complex (West-Cantral Sardinia): a preliminary note, in IGCP project 169. Scrifteureihe der Erdwissenschaftlichen Kommissionen, Osterr. Akad der Wissenschaften, vol. 7, 1987, pp. 25-26.
^Gennargentu, su sardegnaturismo.it. URL consultato il 9 maggio 2010 (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2010).
^Testo integrale della Sentenza 626/2008 (DOC), su giustizia-amministrativa.it. URL consultato il 2 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2014).
^I sentieri della Sardegna, su sardegnaambiente.it. URL consultato il 21 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2010).
^5. Gennargentu - Mappa e itinerari (PDF), su sardegnadigitallibrary.it. URL consultato il 21 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2014).
Ignazio Camarda; Andrea Cossu (a cura di), Capitolo 11. Area culminale del Gennargentu (PDF), in Biotopi di Sardegna. Guida a dodici aree di rilevante interesse botanico, Sassari, Carlo Delfino Editore, 1988, pp. 267-286, ISBN non esistente.
Ignazio Camarda; Sabina Falchi; Graziano Nudda (a cura di), L'ambiente naturale in Sardegna, Sassari, Carlo Delfino, 1998, ISBN88-7138-131-9.
Mirta Morandini, Salvatore Cuccuru, Cascate e gole in Sardegna (PDF), Cagliari, GEOS, 1999, ISBN non esistente. URL consultato il 9 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2011).