Monetazione di Populonia
La monetazione di Populonia è costituita dalle monete coniate dalla città di Populonia ed emesse dalla metà del V secolo a.C. fino alla metà del III secolo a.C., quando la città perse la sua autonomia.
Le emissioni di questa comunità si inseriscono nell'insieme della monetazione etrusca e ne costituiscono uno degli apporti più rilevanti. Le monetazione di Populonia, come le altre monetazioni etrusche è inserita, per motivi tradizionali, tra le monete greche.
I fase: 10 unità
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Gorgoneion; in basso X, indicazione di valore.
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Liscio.
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AR, 8,19 g; HN Italy 117
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I fase: 2 ½ unità
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Testa maschile; II, indicazione di valore, dietro.
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Liscio.
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AR 0,99 g; HN Italy 175
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I fase: 5 unità
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Testa di Mercurio (Turms) a sinistra, con petaso alato; a destra Λ, segno di valore.
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Liscio.
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AR 3,30 g; HN Italy 123
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II fase - 50 unità.
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Testa di leone a destra; sotto ↑, indicazione di valore.
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Liscio.
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AV 2,75 g; HN Italy 127
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II fase - 25 unità.
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Testa di leone a destra; sotto e davanti X - XV, indicazione di valore.
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Liscio.
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AV 1,40 g; HN Italy 128
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II fase - 10 unità.
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Testa giovanile maschile a destra, con collana di perle; dietro XXΛ (valore).
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Liscio.
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AV 11 mm, 1,33 g; HN Italy 132
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II fase - 10 unità.
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Testa umana a sinistra; sotto il mento X.
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Liscio.
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AV 0,54 g; HN Italy 134.
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II fase - 10 unità.
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Testa umana a destra; sotto il mento X.
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Liscio.
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AV 8 mm, 0,54 g; HN Italy 135.
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II fase - 10 unità.
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Testa umana a destra con torque; dietro la nuca X.
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Liscio.
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AV 0,58 g; HN Italy 136
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II fase - 20 unità AR.
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Gorgoneion di fronte, sotto X : X.
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Liscio.
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AR 8,30 g; HN Italy 152
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II fase - 20 unità AR.
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Testa giovanile di Hercle di fronte, con pelle di leone; [X X ai lati del collo].
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Liscio.
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AR 9,03 g; HN Italy 155
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Contesto storico
Populonia era un'antica città dell'Etruria. I resti si trovano ora nel comune di Piombino. Era una delle dodici Lucumonie etrusche e insieme a Volterra fu uno dei centri di maggiore attività mineraria e metallurgica degli Etruschi.
Secondo Plinio[1] e Strabone[2], riportati da Giuseppe Micali[3], Populonia sarebbe stata una colonia fondata dai Volterrani.
Contesto numismatico
Le monete di Populonia rientrano pienamente come caratteristiche nell'ambito della monetazione etrusca: indicazione del valore, un'unica faccia coniata ecc.
La monetazione argentea di Populonia costituisce il più ampio gruppo di monete etrusche[4].
Monete
Si possono individuare, in base al peso, tre fasi[4]: nella prima il valore X ha un peso medio di circa 8,4 g, nella seconda 4,2 g e nelle terza 2,1 g[4].
Esistono monete in oro che sono da associare a quelle della seconda fase, mantenendo un rapporto tra oro e argento pari a 1:7½[4].
Le monete recano le indicazioni di valore espresse nello stesso modo delle monete romane. Tuttavia questa monetazione precede quella romana di alcuni secoli[4].
Oltre a queste monete esistono altre, provenienti dall'area di Populonia e identificabili, in base al peso, come tridracme (c.16,5 g), didracme (c. 10,5 g) e dracme (5,5 g) oltre ad alcune frazioni.
Quinto secolo
A questo gruppo appartengono monete senza indicazione di valore e senza legenda, la cui attribuzione a Populonia è comunque accreditata da più autori[4][5][6][7].
- Tridracma
- Le due monete, valutate tetradracmi di piede euboico da Sambon (1903)[6], sono ritenuti tridracmi da Rutter et al. (2001)[4].
- Moneta d'argento uniface[8]. Al dritto un leone, volto a sinistra, la coda con testa di serpente volta all'indietro[9]. Il peso è 16,3 - 16,7 g[4]. Esemplari della moneta sono presenti nelle collezioni del BM e nella SNG France.
- Moneta d'argento uniface. Il tipo presente raffigura un cinghiale passante a destra su un terreno di pietre.[10] Il peso riportato in HN Italy varia tra 15,7 e 16,7 g[4].
- Didracma
- Protome di leone che termina con un serpente, volto all'indietro[11]. Esistono due varianti: con il leone volto a sinistra oppure a destra. Il peso varia tra 10 e 11 g[4].
- Dracma e frazioni
- Protome leonina, a bocca aperta e lingua che fuoriesce; criniera diritta[12]. In Rutter et al. sono individuati, in base al peso, tre gruppi che vengono quindi classificati come dracma, tetrobolo e diobolo; il peso è rispettivamente di 5,5, circa 3,7 e da 2,6 a 1,2 grammi[4].
Prima serie del gorgoneion
Questo periodo è datato intorno tra la fine del V secolo a.C. e l'inizio del successivo. In questa fase sono presenti quattro differenti tipi di dritto:
- testa di Gorgone,
- testa maschile giovanile,
- testa di Mercurio o Turms,
- ruota.
Ognuno di questi tipi è raffigurato su più valori. La ruota è nota, con due varianti, solo sull'unità[4]. La monete sono tutte d'argento, contengono l'indicazione del valore e, con un'unica eccezione, il rovescio è liscio.
Il peso medio della moneta di riferimento, quella dal valore di 10 unità, è di circa 8,4 grammi[4].
- 10 unità
- Testa di gorgoneion di faccia; sotto X, a volte tra due delfini[13]. Il peso è tra 5,5 e 9 grammi[4].
- 5 unità
- Testa di gorgoneion di faccia; sotto Λ[14]. Il peso è tra 3,4 e 4,5 g[4].
- Testa maschile giovanile volta a destra; sulla sinistra Λ[15]. Il peso è tra 3,4 e 4,5 g[16].
- 2 ½ unità
- Testa di gorgoneion di faccia; sotto II [17]. Il peso è tra 1,8 e 2,1 g[16].
- Testa maschile giovanile volta a destra; sulla sinistra IIV[18]. Il peso è di circa 1,9 g[16].
- Unità
- Testa maschile giovanile volta a destra; sulla sinistra I[19]. Il peso è tra 0,7 e 0,95 g[16].
- Ruota; in una variante al rovescio I[20]. Il peso è tra 0,73 e 0,85 g[16]. È l'unica monete di questa fase con il rovescio non liscio.
Oro e seconda serie del gorgoneion
Oro
In Historia Numorum Italy la serie aurea è associata temporalmente alle monete d'argento in cui la moneta da X unità ha un peso di circa 4,2 g[16]. Questa associazione è fissata tenendo presente un rapporto tra oro e argento di 1:7½[4].
I valori noti sono quelli da 50, 25, 12½ e 10 unità, segnati rispettivamente con i simboli ↑, ΛΧΧ, ΧΙΙΛ, Χ[16].
I pesi per le monete da 50 unità variano tra 2,7 e 2,9 g; per le 25 tra 1,2 e 1,7 g, per le 12½ tra 0,6 e 0,8 g e per le 10 tra 0,5 e 0,76 g[16].
Le monete presentano un'effigie solamente al dritto, mentre il rovescio è sempre liscio.
Il tipi effigiati sono[16]:
- Testa di leone e segno di valore: 50, 25, 12½ e 10[21].
- Testa femminile con collana e segno di valore: 50, 25[22].
- Testa maschile con collana e segno di valore: 25, 10. Questo valore presenta tre varianti[23].
- Ippocampo e segno di valore: 50, 12½[24].
- Gorgoneide e segno di valore: 50[25].
- Civetta e segno di valore: 10[26].
- Foca e segno di valore: 10[27].
Argento
Gorgoneion
Le monete, che presentano al dritto il tipo del gorgoneion, sono coniate in tre valori marcate come 20, 10 e 5 unità. Al rovescio sono rappresentati vari tipi, e alcuni sono lisci.
Il peso in grammi è[28]
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val. |
min |
max
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20 |
6,5 |
9,1 g
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10 |
3,4 |
3,8
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5 |
1,8 |
2,1
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20 unità
- Testa di gorgoneion di fronte; XX scritto con diverse grafie. Al rovescio 11 varianti: lettere; stella, crescente e pupluna; stella, crescente e puplana (sic!) tra due stelle; tridente, crescente e puplana (sic!) tra due stelle; octopus, due octopus, octopus e tridente; clava, due caducei, motivo con X; rovescio liscio.
10 unità
5 unità
- Testa di gorgoneion, di fronte; sotto Λ. Al rovescio tridente e delfini[30].
Altre divinità
Il peso in grammi è[28]
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val. |
min |
max
|
20 |
6,7 |
9,1 g
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5 |
1,2 |
2,3
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2½ |
0,7 |
1,1
|
20 unità
- Testa giovanile di Hercle (l'Ercole etrusco) di fronte o leggermente ruotato; sotto X X. Al rovescio liscio o clava[31].
- Testa di Menrva (la Minerva etrusca) di tre quarti; sotto X X. Rovescio con tre varianti: liscio[32]; stella, crescente e pupluna[33]; stella, crescente e mi:pupluna:les:[34].
- Testa barbata di Fufluns (il Bacco etrusco) di tre quarti, con corona di edera; sopra X X. Rovescio o liscio o con fulmine[35].
5 unità
- Testa di Turms (il Mercurio etrusco) a destra o a sinistra;dietro >. Il rovescio presenta tre varianti: una con crescente e la legenda miz[– – –][36], un'altra ha una stella, sotto un crescente e sopra [pupl]una[37] e la terza ha il rovescio liscio[38].
2½ unità
- Testa di Turms a destra o a sinistra, IIV. Il rovescio è liscio[39].
Altri tipi
Il peso in grammi è[28]
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val. |
min |
max
|
10 |
2,3 |
4,8 g
|
5 |
1,4 |
2,4
|
2½ |
0,6 |
1,2
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1 |
0,3 |
0,5
|
Esistono altri tipi che per i valori di 10, 5, 2½ e 1 unità. Sono raffigurate teste maschili e femminili, variamente rappresentate: volte a destra, a sinistra, con o senza barba.
10 unità
- Testa femminile diademata a destra, dietro X, avanti, a volte, stella. Rovescio liscio[40], con un octopus[41] o una ruota[42].
- Testa maschile a destra[43] o sinistra[44], laureata, a volte con collana; dietro X. Questo tipo è interpretato anche come raffigurazione di Aplu, la divinità etrusca corrispondente ad Apollo. Rovescio liscio.
5 unità
- Testa maschile a destra, laureata, a volte con collana; dietro Λ. Ci sono tre tipi di rovescio: liscio[45]; con tridente e crescente e tracce di lettere[46]; octopus e tracce di lettere[47]. Un'altra variante, con la testa volta a sinistra, ha il rovescio liscio[48]
- Testa maschile a destra, barbata, laureata o con i capelli fissati con una fascia; dietro Λ. Rovescio liscio.[49]
2 ½ unità
- Testa maschile a destra o a sinistra; nel campo IIU[50]
- Testa femminile a destra o a sinistra; nel campo IIU[51]
1 unità
- Testa maschile a destra o a sinistra; nel campo I[52]
- Ruota[53]
Bronzo
Æ triente
- Testa di Menrva volta a destra con elmo corinzio; sotto quattro globuli
- al rovescio civetta e quattro globuli. A volte in alfabeto etrusco retrogrado: PUPLUNA[54]
Æ quadrante
- come la precedente ma con tre globuli al posto di quattro[55]
Æ sestante
- come la precedente ma con due globuli al posto di tre[56]
- Testa di Hercle diademato con la clava sulla spalle / Arco e frecce. Clava. Due globuli[57].
- Testa di Sethlans (il Vulcano etrusco) con pileo; a sinistra rostro tra due globuli / Martello e tenaglie due globetti PUFLUNA - VETALU[58]
Æ triente
- testa di Turms, quattro globuli / due caducei, crescente, quattro globuli e legenda[59]
Æ sestante
- come la precedente ma con due globuli[60]
- Questa moneta si trova spesso ribattuta sopra il sestante con Menvra (HN Italy 186)[61]
Terza serie
Questa terza serie presenta quattro monete d'argento e un triente di bronzo. Le moneta d'argento sono da 10, 5 e 2 1/2 unità. Nella moneta da 10 unita il peso degli esemplari noti varia tra 2,15 e 3,3 g; quelle da 5 unità tra 0,9 e 1,2 g mentre quella da 2 1/5 unità pesa 0,9. Questa moneta potrebbe anche appartenere alla seconda serie[61].
Argento
10 unità
- Testa maschile laureato volta a destra; l'indicazione del valore è X; il rovescio è liscio[62].
5 unità
- Testa di leone a sinistra. Sopra < ; il rovescio è liscio[63].
- Testa di Turms a sinistra o a destra. Dietro ^; il rovescio è liscio[64].
2½ unità
- Delfino a sinistra; sotto II C; il rovescio è liscio[65].
Bronzo
Triente
- Testa di Sethlans a desta; in testa un pileo laureato; a destra X; al rovescio martello con tenaglie e quattro globuli. La legenda è PUPLUNA[66]
Quarta serie
Questa serie presenta due monete, entrambe d'argento, da 10 e da 5 unità.
10 unità
- Testa maschile a destra; a sinistra X; al rovescio fulmine (?)[67]
5 unità
- Testa maschile, talvolta con barba; a sinistra Λ. Rovescio incerto[68]
Queste monete hanno un peso nettamente più basso rispetto alle emissioni precedenti[69].
Monete incerte
Ritrovamenti
IGCH 1954
Tesoro ritrovato a Cecina, presumibilmente sepolto verso il 300 a.C. e composto da 5 monete d'oro e 84 d'argento così distribuite: 4 oboli di Massalia, 5 "quinari" di Populonia (Sambon 82? = HN Italy 171?), 4 AR non attribuibili e 5 AV non descritte. Il contenuto è elencato in Gamurrini, p. 68, nota 1[70]
IGCH 2042
Tesoro ritrovato in Val d'Orcia nel 1930, presumibilmente sepolto nel III secolo a.C., contenente oltre 133 monete d'argento di cui 131 di Populonia. Queste sono così catalogate: 111 pezzi: Sambon 42 e segg.; 20 pezzi Sambon 61 e segg.; 2 dracme Sambon 73[71][72]
IGCH 2041
Questo tesoro è stato ritrovato a Sovana nel 1885, presumibilmente sepolto nel III secolo a.C.[73]. È costituito da 116 monete d'argento, tutte di Populonia: parte didracme (Sambon 41, 48, 50, 54-5, 58, 60-4, 67) e parte dracme (Sambon 68, 73). Il tesoro è descritto da Garucci, parte II, p. 184 e da Bianchi Bandinelli (1932)[73][74]
Foto
- AE
Note
- ^ Plin. III, 5.
- ^ Strabone V, 154
- ^ Micali, Capitolo VII, vedi p. 66 in nota.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p H.N. Italy, p. 31.
- ^ Vicari, Materiali e considerazioni...
- ^ a b Sambon, Les monnaies... p. 43 e segg.
- ^ Vecchi: The Coinage of Rasna... I, 1988.
- ^ O monofacciale. Il tipo è presente solo su una faccia, l'altra è liscia
- ^ HN Italy 111; Sambon 18; Vecchi (I) 18-20.
- ^ HN Italy 112, Sambon 19; Vecchi (I) 14-17.
- ^ HN Italy 113; Sambon 15 e 16; Vecchi (I) 21-24.
- ^ HN Italy 114; Sambon 17; Vecchi (I) 25-27.
- ^ HN Italy 117; Sambon 35-37; Vecchi (II) 1-8.
- ^ HN Italy 118; Sambon 38; Vecchi (II) 9-10.
- ^ HN Italy 120; Sambon 78; Vecchi (III) 7.
- ^ a b c d e f g h i H.N. Italy, p. 32.
- ^ HN Italy 119; Sambon 39; Vecchi (II) 11-12.
- ^ HN Italy 121; Sambon -; Vecchi -.
- ^ HN Italy 122; Sambon -; Vecchi III, 10.
- ^ HN Italy 125/126; Sambon 26; Vecchi III, 8-9.
- ^ HN Italy 127-130
- ^ HN Italy 131, 133
- ^ HN Italy 132, 134-136
- ^ HN Italy 137-138
- ^ HN Italy 139
- ^ HN Italy 140
- ^ HN Italy 141
- ^ a b c H.N. Italy, pp. 33-34.
- ^ HN Italy 153
- ^ HN Italy 154
- ^ HN Italy 155; HN Italy 156
- ^ HN Italy 157
- ^ HN Italy 158
- ^ HN Italy 159
- ^ HN Italy 160
- ^ HN Italy 161
- ^ HN Italy 162
- ^ HN Italy 163
- ^ HN Italy 164
- ^ HN Italy 165
- ^ HN Italy 166
- ^ HN Italy 167
- ^ HN Italy 168
- ^ HN Italy 169
- ^ HN Italy 170
- ^ HN Italy 171
- ^ HN Italy 172
- ^ HN Italy 173
- ^ HN Italy 174
- ^ HN Italy 175-177
- ^ HN Italy 178/180
- ^ HN Italy 151/182
- ^ HN Italy 183
- ^ HN Italy 184
- ^ HN Italy 185
- ^ HN Italy 186
- ^ HN Italy 187
- ^ HN Italy 188
- ^ HN Italy 189
- ^ HN Italy 190
- ^ a b H.N. Italy, pag. 36.
- ^ HN Italy 191
- ^ HN Italy 192
- ^ HN Italy 193
- ^ HN Italy 194
- ^ HN Italy 195
- ^ HN Italy 196
- ^ HN Italy 197
- ^ H.N. Italy, p. 36.
- ^ IGCH 1954
- ^ Ranuccio Bianchi Bandinelli, Studi etruschi, VI (1932), pp. 543-53, con illustrazioni.
- ^ IGCH 2042, su nomisma.org.
- ^ a b IGCH 2041
- ^ Ranuccio Bianchi Bandinelli, Studi etruschi, VI (1932), p. 552, nota 1
Bibliografia
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- Tony Hackens: La métrologie des monnaies étrusques les plus anciennes, in AA.VV.: "Atti del V convegno".
- Patrick Marchetti: La métrologie des monnaies étrusques avec marques de valeur, in AA.VV.: "Atti del V convegno".
- Francesco Panvini Rosati, Contributi introduttivi allo studio della monetazione etrusca, in AA.VV.: "Atti del V convegno".
- Patrizia Petrillo Serafin: Le serie monetarie di Populonia, in AA.VV.: "Atti del V convegno".
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- Alberto Campana: CNIA (Corpus Nummorum Italiæ Antiquæ) pubblicato in varie riprese sulla rivista Panorama Numismatico.
- Fiorenzo Catalli, Monete Etrusche, Roma, IPZS, 1998².
- – Monete dell'Italia antica, Roma, IPZS, 1995.
- Sebastiano Ciampi: Lettera di Sebastiano Ciampi sopra tre medaglie etrusche in argento, Pisa, 1813
- Mauro Cristofani, La monetazione etrusca dieci anni dopo il convegno di Napoli, in Atti dell'Istituto italiano di Numismatica (AIIN), Roma, 1898, pp. 83–100.
- Gian Francesco Gamurrini, Le monete etrusche d'oro e principalmente di Populonia, in Periodico di Numismatica e Sfragistica per la storia d'Italia, V, Firenze, 1874, pp. 48-80. URL consultato il 1º maggio 2013.
- Raffaele Garrucci Le monete dell'Italia antica, Raccolta generale, 1885, Roma, ISBN 978-88-271-0110-0.
- Barclay Vincent Head, Etruria, in Historia Nummorum, Londra, 19112.
- Giuseppe Micali, Storia degli antichi popoli italiani, Milano, 1836.
- Keith N. Rutter, et al., Historia Nummorum - Italy, Londra, British Museum Press, 2001, ISBN 0-7141-1801-X.
- Arthur Sambon, Les Monnaies antiques d'Italie, Paris, 1903.
- David R. Sear, Greek coins and their values, vol. 1, 3ª ed., Londra, 19803, ISBN 0-900652-46-2.
- Thompson M., Mørkholm O., Kray C. M. (a cura di): An Inventory of Greek Coins Hoards (IGCH), New York, 1973.
- Italo Vecchi: Etruscan Coinage. Part I. A corpus of the coinage of the Rasna, together with an historical and economic commentary on the issues (gold, silver and bronze) from the mints of Cosa, Luca (?), Pisae (?), Populonia, Uncertain Central Italy, Vetulonia, Volsinii (?), Vulci (?) and unidentified mints, from 5th to 3rd centuries BC; Milano 2012, ISBN 978-88-87235-76-0
- Vicari, "Materiali e considerazioni per uno studio organico della monetazione etrusca", in: Rivista italiana di numismatica, Milano, 1991.
- Cataloghi
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