Le tradizioni agiografiche greche e latine riportano i nomi di due santi vescovi di Prusa, Alessandro e Patrizio, entrambi morti martiri; il primo è ricordano nel menologio greco alla data del 9 giugno; il secondo nel martirologio romano alla data del 28 aprile.
Nel XIII secolo la diocesi venne elevata al rango di sede metropolitana, attestata per la prima volta nel 1232.[10] Nonostante l'occupazione ottomana della Bitinia, sopravvisse una numerosa comunità cristiana, non solo di rito bizantino, ma anche di altri riti, soprattutto quello armeno.[11] La metropolia di Bursa era ancora attiva all'inizio del Novecento, con giurisdizione su circa 6000 fedeli greco-ortodossi. La comunità scomparve in seguito alla guerra greco-turca e agli accordi del trattato di Losanna del 1923 che impose obbligatoriamente lo scambio delle popolazioni tra Grecia e Turchia.[12] La sede tuttavia non è mai stata canonicamente soppressa dal patriarcato.[13]
Durante il patriarcato di Bartolomeo di Costantinopoli, sono state riacquistate, restaurate e riaperte al culto alcune chiese dell'antica metropolia. Nel 2019 è stata celebrata a Bursa, per la prima volta dopo quasi un secolo, una divina liturgia nella chiesa di San Basilio.[14] Oggi la metropolia è censita tra le diocesi attive del patriarcato sul territorio turco, benché quasi spopolata.[1]
^In realtà, sotto l'imperatore Giuliano non vi furono martiri di cristiani, in quanto l'imperatore sapeva bene che dare nuovi martiri alla fede cristiana l'avrebbe aiutata (Claudio Moreschini, Filosofia e letteratura in Gregorio di Nazianzo, Vita e Pensiero, 1997, pp. 186-190).
^Giovanni Domenico Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, vol. VII, col. 917-918 C.
^Concilium universale Constantinopolitanum sub Iustiniano habitum, edidit Johannes Straub, volumen primum, «Acta Conciliorum Oecumenicorum» vol. IV/1, Berolini, 1971, p. 227, nº 81.
^Polychronios, «Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit», edizione online, nº 6317.
^F. Miklosich, J. Muller, Acta et diplomata graeca medii aevi sacra et profana, tomo III, Vienna, 1865, p. 65. Vitalien Laurent, Les regestes des actes du patriarcat de Constantinople, vol. I/4, Paris, 1971, pp. 71-72, nº 1261.
^F. Miklosich, J. Muller, Acta et diplomata graeca medii aevi sacra et profana, tomo I, Vienna, 1860, p. 119.
^Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, CD ROM-Version, Wien, 2001, nº 20159.