Massimo Volume/Bachi da pietra è uno split EP condiviso tra i Massimo Volume e i Bachi da pietra pubblicato il 15 aprile 2011 in CD, digitale e vinile 12" da La Tempesta Dischi con la collaborazione del Bronson di Ravenna e del Circolo degli Artisti di Roma. La distribuzione è stata invece affidata a Venus Dischi.[3]
La partecipazione tra i due gruppi nasce durante tour condiviso svoltosi a partire da novembre del 2010 dopo l'uscita di Cattive abitudini dei Massimo Volume in occasione della loro riunione dopo 4 anni di inattività.[4] Nel comunicato stampa Emidio Clementi afferma che l'idea di dividere l'EP con i Bachi da pietra è stata ispirata da Christopher Angiolini, titolare del locale Bronson di Ravenna e della relativa casa di produzione.[5][6]
(Emidio Clementi.[5][6])
Il disco viene quindi registrato tra febbraio e marzo del 2011.[4] Il disco è stato presentato in anteprima l'8 aprile 2011 durante un'esibizione al "Covo" di Bologna.[4]
L'album è composto da due inediti Un altro domani e Stige 11 e da due reinterpretazioni ciascuno di un brano dell'altro gruppo: Litio proveniente da Cattive abitudini dei Massimo Volume resa «aspra e inquietante»; e Morse estratto da Quarzo dei Bachi da pietra, la cui atmosfera secondo Emidio Clementi evoca «certe orchestrazioni di Gil Evans».[5][6]
Il video di Un altro domani diretto e montato da Annapaola Martin viene presentato in esclusiva sul sito di Rolling Stone Italia.[7]
La pubblicazione ha ricevuto un'accoglienza molto positiva da parte di Alessandro Besselva Averame sulla storica rivista italiana Il Mucchio Selvaggio.[8] Anche dalle recensioni di webzine musicali come Onda Rock (dove Litio viene definito un «classico intramontabile [...] irraggiungibile» ben interpretato dai Bachi da pietra)[2] Rockit,[1] SentireAscoltare[9] e Indie-eye («Giovanni Succi e Bruno Dorella [sono] i loro degni eredi, gli unici in grado di portare avanti quella fusione di rock non convenzionale e poesia in lingua madre che per lungo tempo è rimasta una prerogativa esclusiva dei bolognesi»)[10] emerge un'accoglienza tendenzialmente positiva.