La denominazione del massiccio prende il nome dalla vetta principale, che è superata in altezza solamente dal monte Papa. Il nome Sirino deriva a sua volta dal nome antico del fiume che vi nasce, Siris, l'attuale Sinni, la cui radice sanscritasar significa scorrere, fluire. Alla foce del fiume, collegata al mar Ionio nel tratto costiero tra Policoro e Rotondella, anticamente era situata la città di Siris. Quando, nel V secolo a.C., fu vinta e distrutta dai tarantini, gli abitanti furono spinti nell'entroterra in direzione dell'alta valle del fiume, costituendo quei popoli sirini menzionati da Plinio che diedero poi il nome alla montagna.
Dalle sue vaste e spoglie praterie di vetta, lo sguardo spazia verso il le guglie irte e selvose dei monti La Spina e Zaccana, l'imponente acrocoro del Pollino, il vasto ed immacolato bosco Magnano, i ripidi contrafforti del monte Alpi e del Raparo.
Rilievi principali
Monte Papa
m. 2.005
Cima De Lorenzo
m. 2.004
Timpa Scazzariddo
m. 1.930
Monte Sirino
m. 1.907
Serra Giumenta
m. 1.518
Tempa di Roccarossa
m. 1.500
Monte Gurmara
m. 1.429
Rocca Rossa
m. 1.408
Geologia
Come la gran parte della vicina dorsale costituita dai monti Pierfaone, Volturino e Viggiano, anche l'origine di questo massiccio è antichissima, ascrivibile ad un periodo anteriore alla sollevazione della stessa catena appenninica.
Importanti resti di fossili appartenuti ad animali preistorici (mammouth, rinoceronti, orsi, grosse tigri, jene, rettili imponenti), così come le tracce umane nella grotta di Latronico, documentano dal punto di vista archeologico i segni di un'antichissima presenza umana ed animale.
Glacialismo
A causa dell'influenza dovuta alla vicinanza del Tirreno, il gruppo è investito da precipitazioni particolarmente abbondanti (tra le più copiose dell'intero arco appenninico): da 2.000 a 2.500 mm in media all'anno, che d'inverno si trasformano in una spessa e candida coltre nevosa, la cui fusione, peraltro, è piuttosto attardata.
Idrografia
Per tale motivo tutto il territorio del Sirino è ricchissimo d'acque: dalle sue pendici sgorgano molteplici sorgenti, che vanno ad alimentare numerosi corsi d’acqua oltre che deliziosi laghetti. Il massiccio segna lo spartiacqueappenninico tra i bacini dei fiumi Agri e Sinni ad est e dei fiumi Calore e Noce ad ovest[1]
Il Remmo o Laudemio, posto ad un'altitudine di 1.525 m, è il lago di origine glaciale più meridionale d'Italia: esteso per poco più di due ettari ed immerso in una fitta ed alta faggeta, il bacino si è formato a seguito dello sbarramento costituito dalla morena frontale di un grande ghiacciaio, che nel Quaternario scendeva per circa quattro chilometri dal lato nord del monte Papa (2.005 m), sino ad arrivare in località Petinachiana.
Anche il lago (o stagno) Zapano è di origine glaciale: la conca che lo delimita è dovuta alla morena frontale di un secondo ghiacciaio che, incuneandosi nella valle del Cacciatore, scendeva dal lato nord occidentale del monte Sirino (1.907 m).
Infine, un ghiacciaio più piccolo occupava il vallone Niello, muovendosi dal versante meridionale del monte Papa.
Situato alle pendici del massiccio, ad una quota di 788 m e con una superficie di circa cinque ettari (variabile a seconda delle precipitazioni), il lago Sirino è un tipico lago di sbarramento che assume una forma irregolarmente ellittica. Le sue acque limpide sono alimentate da una piccola sorgente a monte, dalle piogge abbondanti e da piccoli affioramenti scaturenti dal versante sud occidentale della montagna.
Clima
Il clima in vetta è rigorosamente appenninico, caratterizzato da inverni rigidi con nevicate abbondanti (che persistono fino a tarda primavera), ed estati fresche e ventose. D'inverno in prossimità della vetta si possono verificare temperature estremamente basse, con punte inferiori di −10 °C, mentre d'estate è raro raggiungere i 20 °C e le giornate si presentano quasi sempre ventose. Le precipitazioni sono abbondanti tutto l'anno, con picchi superiori ai 2.000 mm. Queste condizioni climatiche hanno permesso un eccezionale sviluppo della flora, con enormi foreste e bacini naturali, come il Lago Sirino e il Laudemio.
Ambiente
Flora e fauna
Particolarmente ricche si presentano la flora e la fauna. Al di sopra dei 900 m fitti boschi di faggio si alternano a quelli di ontano (con le caratteristiche foglie cuoriformi), carpino, pioppo ed abete bianco; al di sotto di tale quota è l'habitat della quercia e del castagno.
Rifugio Conserva (località Conserva di Lauria – Lauria)
Turismo
Sul Sirino è presente un attrezzato comprensorio sciistico dove si può praticare sia lo sci alpino che lo sci di fondo. Il Comprensorio è servito da una seggiovia e da cinque moderne sciovie.
A causa della posizione geografica favorevole, dell'abbondanza di precipitazioninevose e dell'altitudine cui sono poste, le piste rimangono spesso aperte sino a primavera inoltrata.
Soprattutto le due cime maggiori, il Papa e il Sirino, sono spesso meta di alpinisti ed escursionisti.
Sul Sirino è presente il Santuario della Madonna della Neve del Monte Sirino, molto venerata dai lagonegresi e dagli abitanti della Valle del Noce.
Ciclismo
Il Sirino è stato più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia: