Nato in Giamaica, emigra con la sua famiglia nel Regno Unito all'età di 7 anni, iniziando a praticare atletica leggera solamente a 19 anni;[1] nel 1986 riesce a sorpresa a vincere i 100 m agli Europei di Stoccarda ed è secondo ai Giochi del Commonwealth.
Nel 1988, ai Giochi olimpici di Seul, sempre nei 100 m, si classifica terzo in pista con 9"97, dietro a Ben Johnson e Carl Lewis, ma a causa della squalifica comminata a Johnson per doping successivamente gli viene assegnato l'argento.[1] Dopo la finale dei 200 m anche Christie (che giunge solo quarto) viene trovato positivo al test antidoping, ma non viene squalificato perché i giudici accettano la sua versione secondo la quale la componente dopante era contenuta in un tè al ginseng bevuto a Seul.
Dopo aver fallito l'appuntamento con la medaglia ai Mondiali di Tokyo del 1991, in cui porta a casa solo una medaglia di bronzo sulla staffetta 4×100 metri, l'anno seguente si riscatta ai Giochi olimpici di Barcellona, dove s'aggiudica l'oro, sempre nei 100 m piani con 9"96, approfittando anche dell'assenza di Lewis. Nel 1993 a Stoccarda, vince i Mondiali, diventando così il primo uomo ad essere campione olimpico, mondiale e del Commonwealth.[1] Viene per questo nominato uomo sportivo inglese dell'anno dalla BBC.[2]
Ai Giochi olimpici di Atlanta del 1996 la difesa del titolo olimpico dei 100 viene meno per la squalifica inflittagli in finale a causa di due false partenze, nella gara vinta dal canadeseDonovan Bailey con il tempo record di 9"84. Sui 200 metri invece non va oltre i quarti di finale con 20"59.
Si ritira nel 1999 causa un problema di doping[3] e una conseguente sospensione di un contratto pubblicitario. È comunque l'atleta britannico che ha vinto più medaglie in carriera; inoltre è stato il primo uomo ad aver vinto l'oro sia ai mondiali che agli europei che ai Giochi olimpici che ai Giochi del Commonwealth.[4]