Il liman[1] (del greco medioevale λιμάνι, limàni, rifugio costiero; in greco antico λειμών, leimòn, ambiente umido) è un tipo particolare di foce di fiume avente alcune caratteristiche tipiche anche delle lagune[2]: una grande ampiezza, un esiguo sbocco del fiume sul mare, la presenza tra esso e il mare di lunghi lidi sabbiosi.
Il termine è stato diffuso dai Turchi quando hanno occupato la sponda occidentale e settentrionale del mar Nero, con il significato di baia e porto[3]. In bulgaro[4], rumeno, ucraino e russo la parola indica un particolare estuario.
Un liman si forma alla foce di un fiume, dove il flusso è bloccato da una barra di sedimenti. Il liman può essere marittimo (la barra creata dalla corrente del mare) o fluviale (la barra creata dal flusso di un fiume maggiore alla confluenza).
L'acqua in un liman è salmastra con salinità variabile: durante i periodi di bassa assunzione di acqua dolce può diventare molto più salina a seguito di evaporazione e dell'afflusso di acqua di mare.
Porro, Carlo, Guida Allo Studio Della Geografia Militare (2013). London - Forgotten Books. (Original work published 1898), p. 107. Guida Allo Studio Della Geografia Militare, su forgottenbooks.org, pp. 106-7. URL consultato il 12 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2016).
I geositi della provincia di Venezia, a cura di Aldino Bondesan e Chiara Levorato, 2008, cap. Valli sepolte di Concordia, di Alessandro Fontana, pp. 34–35.