È il meno esteso comune dell'isola d'Ischia, occupa la parte nord-ovest dell'isola e si estende lungo il mare e sulle prime pendici del Monte Epomeo.
Confina a est con Casamicciola Terme e a ovest con Forio.
Secondo la maggior parte degli studiosi, il nome Lacco deriva dal greco λάκκος che significa 'cisterna, serbatoio, fossa’.[4] Il 18 novembre 1862 il Consiglio comunale chiese al re Vittorio Emanuele II l'aggiunta dell'aggettivo "Ameno" al nome Lacco; concessione poi accordata con decreto ministeriale del 4 gennaio 1863.[5]
Storia
La fondazione della città, per opera dei Greci, è databile a circa il 770 a.C. ed è considerata la più antica polis occidentale.[6]
Il 28 luglio 1883 Lacco Ameno fu gravemente danneggiato da un terremoto; insieme al vicino comune di Casamicciola il terremoto fece oltre 2 300 vittime. 269 case, circa il 69% dell'intero tessuto edilizio, furono completamente distrutte, solo 18 edifici rimasero intatti.
Dal 1938 al 1945 fu aggregato al comune di Ischia, insieme agli altri comuni dell'isola, formando un'unica entità amministrativa dell'isola d'Ischia.
Tuttavia, ciò non ha impedito il passaggio da villaggio di pescatori a località termale con sorgenti termali. L'editore italiano Angelo Rizzoli ha reso Lacco Ameno un luogo per il jet set internazionale costruendo negli anni 1950 e 1960 diversi hotel di lusso, ancora oggi fiore all'occhiello dell'accoglienza isolana[7]. Nel 1962 donò anche l'unico ospedale di Ischia, "Ospedale Anna Rizzoli".
Il 21 agosto 2017 un terremoto di magnitudo 4 ha colpito Lacco Ameno e Casamicciola Terme, uccidendo due persone, facendo crollare parzialmente una chiesa e distruggendo diverse case.
Simboli
Nello stemma comunale è raffigurata Santa Restituta in piedi su un isolotto nel mare, tenente nella destra la palma del martirio e nella sinistra un'imbarcazione. Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Lacco Ameno, un anfiteatro naturale che si apre sul mare, presenta le acque termali con il più alto coefficiente di radioattività nelle fonti cosiddette di Santa Restituta[8], patrona della cittadina e dell'intera Isola.
Torre del Municipio, ex convento dei Carmelitani, edificato nel 1589[9], che si affaccia sulla piazza Santa Restituta;
Basilica e Museo di Santa Restituta, dedicato a santa Restituta d'Africa, compatrona dell'isola d'Ischia. Al di sopra della Basilica paleocristiana (visitabile) sorse nel 1036 un Oratorio dedicato alla Santa, ingrandito poi nel 1301. Sul finire del Cinquecento i Carmelitani ne modificarono la struttura costruendo l'attuale basilica, dotandola di diversi altari e della statua in legno della santa. L'attuale facciata, che prospetta sull'omonima piazza, è di stile neoclassico (1910), vi si legge: Divae Restitutae V. et M. Patronae Totius Aenariae Sacrum. Secondo la tradizione, nel 304, Proclinio, dopo averla martirizzata, la mise in una barca impeciata affinché fosse bruciata in mezzo al mare. Il fuoco si appiccò invece alla barca dei carnefici, mentre la salma della Vergine Restituta di Cartagine giunse miracolosamente dalla lontana Africa, approdando nella baia di "San Montano". Un angelo in sogno avvertì la matrona Lucina dell'arrivo delle spoglie della santa. Prontamente la matrona accorse alla baia miracolosamente fiorita di gigli (pancratium maritimum). Da allora la basilica a lei dedicata, il 16, 17 e 18 maggio di ogni anno è sede, a ricordo del miracoloso evento, di solenni festeggiamenti. Nel marzo del 2001 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignità di basilica minore.[10]
Parrocchia di Santa Maria delle Grazie: costruita nel 1675 dalla famiglia Monti come cappella privata, fu completata nel 1732. Dopo il terremoto del 1883 fu inagibile per cinquant'anni a causa dei danni subiti. Dopo vari interventi di rifacimento fu riaperta al culto nel 1943, con la funzione di chiesa parrocchiale. Custodisce al suo interno una statua di Ercole leonino del I secolo a.C., trasformata oggi in acquasantiera, e un pulpito in legno scolpito, proveniente dalla ex-cattedrale del Castello Aragonese di Ischia[11].
Chiesa della SS. Annunziata: nel 1400 esisteva una piccola chiesa rurale, ristrutturata e ampliata a proprie spese nel 1540 dal canonico Aniello Monte. Nel 1598 divenne parrocchia, funzione mantenuta fino al 1943, anno in cui la sede parrocchiale fu trasferita nella chiesa di Santa Maria delle Grazie[12].
Chiesa dell'Assunta: ubicata in piazza Rosario, si trova accanto ai ruderi di un'antica chiesa dedicata al Santissimo Rosario, distrutta nel terremoto del 1883. È sede di un'antica congregazione laicale risalente al 1600. Il campanile risale al 1972[13].
Chiesa di San Rocco e Congrega di Sant’Anna: ubicata in piazza Rosario, risale al 1542. Distrutta dal terremoto del 1883 e successivamente ricostruita, fu aggiunto il campanile nel 1976[14].
Chiesa di San Giuseppe: ubicata in località Fango, costruita nel 1714, fu danneggiata in modo non grave dal terremoto del 1883. Per adeguarla all'aumento della popolazione, fu demolita nel 1966 e ricostruita. I lavori terminarono nel 1973, anno in cui fu aggiunto il campanile. Danneggiata dal terremoto del 2017, è da allora inagibile[15].
Museo archeologico di Pithecusae a Villa Arbusto, con reperti preistorici e resti dei prodotti dei ceramisti greci dei secoli VIII-II a.C. Il museo ospita la Coppa di Nestore, che riporta il più antico frammento poetico in lingua greca. La coppa fu portata alla luce nel 1955 dagli scavi della vicina necropoli di San Montano, per merito dell'archeologo tedesco Giorgio Buchner[16].
Lo scoglio "il Fungo"
Il simbolo principale è "Il Fungo": situato in mezzo al mare, ai margini di una scogliera, è un antico scoglio di tufo verde alto circa 10 metri. Eruttato dalla bocca del Monte Epomeo, con il tempo si è raffreddato e il mare lo ha eroso, facendogli assumere la caratteristica forma di un fungo, che lo ha reso famoso.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti a Lacco Ameno erano 421, corrispondenti all'8,7% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[1]
Tradizionalmente la festa di santa Restituta era l'occasione in cui i fidanzati compivano la loro pubblica uscita. Le ragazze in età da marito (in dialetto isolano zitegghie) regalavano al ragazzo in età da moglie (in dialetto schioso) la canasta (un uovo tinto di rosso) in occasione della Pasqua. Il ragazzo ricambiava, accompagnando la ragazza alla festa della santa patrona dell'isola. Recita il detto popolare: A Pasche senza canaste, a santa Restetute appappa mosche, "Se a Pasqua non ho la canasta, a santa Restituta mangerai mosche".[2]
Pare santa Restetutë ("sembra santa Restituta"), si dice di una donna particolarmente ingioiellata. Il detto isolano nasce dalla tradizione di rivestire la statua della santa con preziosi ex voto quando è portata in processione.
I lacchesi sono apostrofati ironicamente dagli altri abitanti dell'isola "senza crianza" per la loro spregiudicatezza nel fare denaro. Un blasone popolare mordace recita infatti: 'A pesa int'a valanza, pur a m**** pia e pesa, 'u lacchese senza crianza".[3]
Cultura
Musica
Lacco Ameno è il titolo di una canzone napoletana contenuta nell'album Accussì grande di Massimo Ranieri su testo di Enzo Bonagura e musica di Renato Carosone.
Geografia antropica
Località
Lacco Ameno si compone di diverse località:
Il corso Angelo Rizzoli e la piazza (con i tanti alberghi di lusso e le boutiques)
e una zona interna dove molti residenti vivono (ʼo Lacco ʼe coppa "il Lacco di sopra")
Economia
Grazie all'imprenditore Angelo Rizzoli (1889-1970), che edificò il primo grande albergo a cinque stelle, Lacco Ameno diventò intorno agli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso una meta frequentata e amata dal jet-set internazionale: tra i tanti habitué di rilievo spiccano il reale britannico Duca di Windsor, gli attori Clark Gable e Liz Taylor, e l’ultimo scià di Persia, Mohammad Reza Pahlavi.
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.