John Hamilton Mortimer nacque a Eastbourne, nel Sussex, il 17 settembre 1740,[2]in una famiglia benestante, e all'età di diciassette anni si trasferì a Londra per avvicinarsi all'arte, preferendola rispetto all'attività di artigiano,[3] appoggiato in questo progetto dallo zio Roger Mortimer, che fu il suo primo maestro.[4]
La vita di Mortimer si caratterizzò per ideali romantici, selvaggi, con vicissitudini estreme, come naufragi evitati per un pelo, duelli di spada pericolosi,[3] ma dopo il suo matrimonio, nel 1775, decise di modificare il suo stile di vita abbandonando i suoi focosi comportamenti, dedicando così tutte le sue energie nell'arte.[1]
Il primo vero successo arrivò con il dipinto di carattere storico-religioso, intitolato San Paolo che predica ai britanni del 1764 e l'anno seguente diventò membro della importante Society of Artists, di cui divenne presidente nel 1774.[4][5]
Si dedicò con successo alla ritrattista, tra cui si può menzionare il Ritratto di donna (Parigi, Museo del Louvre), e dal 1760 si impegnò con temi storici (Re Giovanni concede la Magna Charta; La battaglia di Azincourt; Il boxer Jack Broughton, circa 1767, Paul Mellon Collection, New Haven),[4][6] con temi di genere a carattere drammatico ispirati a scritti di William Shakespeare oppure teatrali, infine trattò, anche nei disegni e nelle incisioni, scene di orrore,[2]e paesaggi selvaggi con banditi, influenzato dal pittore e stampatore baroccoitalianoSalvator Rosa, dal Guercino e da Michelangelo interpretato da Joshua Reynolds,[5][7] e dal 1772 Mortimer venne definito come "il Salvator inglese".[3]
Si interessò anche alla pittura di tematiche mitologiche, che consentiva una certa eloquenza nelle forme, come in Ercole che uccide l'idra di Lerma (Victoria and Albert Museum).[7]
Le sue opere migliori risultarono le incisioni e i quadri di genere, dove dimostrò una maggiore vivacità narrativa, e un acuto senso critico nei riguardi della società e dei costumi (I progressi del vizio),[7] assai vicini per il contenuto moralistico a quelli di William Hogarth.[6]
Mortimer fu molto apprezzato da molti degli artisti più giovani contemporanei, in particolare da William Blake, che lo considerava un oppositore a Joshua Reynolds e all'arte accademica convenzionale.[1]