James Douglas Conley è nato a Kansas City, nel Missouri, il 19 marzo 1955 in una famiglia presbiteriana, da Carl (morto nel 2006) e Betty Conley (nata nel 1923). Ha una sorella adottiva, Susan (nata nel 1962). Conley è di origine nativa americana Wea attraverso la famiglia della sua nonna paterna. La famiglia si è trasferita a Denver, in Colorado, nel 1957, e poi ad Arvada, in Colorado, nel 1959 ed è tornata in Kansas nel 1963.[1][2][3]
Formazione e ministero sacerdotale
Ha frequentato la Hoskinson Cottage School di Arvada. È amico fin dall'infanzia ed è stato compagno di scuola del futuro arcivescovo Paul Stagg Coakley.[4] Nel 1973 si è diplomato alla Shawnee Mission West High School e poi è stato ammesso all'Università del Kansas a Lawrence. Grazie alle sue origini native americane, il Bureau of Indian Affairs ha pagato una parte della sua istruzione universitaria. Ha studiato nel programma integrato di scienze umane dell'ateneo e i corsi sui classici greci e romani lo hanno portato a convertirsi al cattolicesimo. Il 6 dicembre 1975 ha ricevuto i sacramenti dell'iniziazione nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista a Lawrence.[1][2][3]
Intervenendo sulla proposta di legislazione sanitaria nel novembre del 2009, Conley ha affermato che i vescovi cattolici "hanno alcune priorità semplici ma importanti. Primo, tutti dovrebbero avere accesso all'assistenza sanitaria di base, compresi gli immigrati. [...] Secondo, la riforma dovrebbe rispettare la dignità di ogni persona, dal concepimento alla morte naturale. [...] In terzo luogo, la vera riforma sanitaria deve includere protezioni esplicite e ferree della coscienza per i professionisti medici e le istituzioni in modo che non possano essere costretti a violare le loro convinzioni morali. Quarto, e questo è così ovvio che a volte non viene dichiarato, ogni riforma deve essere economicamente realistica e finanziariamente sostenibile".[6]
La diocesi di Lincoln ha partecipato al primo audit dei vescovi statunitensi sull'attuazione della carta per la protezione dei giovani nel 2003, ma l'allora vescovo Fabian Wendelin Bruskewitz ha rifiutato di partecipare ai controlli successivi in attesa di perfezionamenti al processo.[8] Nel giugno del 2014 il presidente del comitato per la protezione dei bambini della Conferenza episcopale ha riferito che la diocesi di Lincoln era una delle quattro sedi negli Stati Uniti che dovevano ancora conformarsi allo statuto della Conferenza che richiedeva a ogni diocesi di sottoporre le proprie procedure per la protezione dei minori al comitato di revisione per un audit.[9] Nel 2015 monsignor Conley ha dichiarato che la diocesi di Lincoln ha rispettato tutte le leggi ecclesiastiche e civili sulla segnalazione di abusi sui minori e sulla protezione dei minori, che il processo di audit era stato migliorato e che ora la diocesi vi avrebbe partecipato.[8]
Partito saldato:[13] al primo[14] interzato in palo, d'argento, di rosso e del primo; al capo d'azzurro, alla stella (6) d'argento; al secondo[15], d'oro alla chiave di rosso posta in palo con l'impugnatura a losanga pomata, con l'ingegno all'insù, alle frecce di nero in decusse attraversanti, al capo d'azzurro, al cuore d'oro, spinato di nero e fiammeggiante di rosso bordato d'oro, accompagnato da quattro gigli d'oro nascenti, ordinati in fascia.
^Secondo la tradizione araldica ecclesiastica dei paesi anglosassoni, lo stemma del vescovo è impalato con quello della diocesi a simboleggiare la relazione tra l'uomo e l'ufficio che ricopre. Lo stemma del vescovo Conley è stato disegnato dal noto esperto di araldica ecclesiastica James-Charles Noonan, Jr. e dipinto da Linda Nicholson.
^Parte personale. L'azzurro rende omaggio alla Beata Vergine Maria ed è anche il colore della verità filosofica e il colore simbolico del ruolo di insegnamento che ha ogni vescovo. Sul capo vi è l'immagine del Sacro Cuore di Gesù in oro e rosso. L'oro rappresenta la divinità di Cristo e il rosso il suo sacrificio sul Calvario. Il rosso è anche il colore del fuoco, in particolare dello Spirito Santo ed è quindi rappresentativo anche dell'ufficio del vescovo. La corona di spine che circonda il cuore è in nero, il colore del sacerdozio ordinato. Il cuore era presente anche nello stemma del santo cardinale John Henry Newman, a cui il vescovo Conley è devoto. Egli inoltre è stato consacrato vescovo il giorno della solennità del Sacro Cuore di Gesù. La linea che divide le due parti dello stemma è di gigliata e crea così l'immagine di un diadema. Questo rappresenta il gioiello indossato nell'immagine della Beata Vergine Maria, nel suo titolo di Madre della Chiesa, che appare in forma di mosaico sulla facciata del Palazzo Apostolico. In quanto tale, questo diadema non solo è un simbolo di Maria, ma anche del servizio che Conley ha svolto per un certo periodo nella Curia romana e della sua fedeltà all'ufficio petrino e alla Santa Sede. Sul campo inferiore oro vi sono due simboli che rappresentano due santi cari a monsignor Conley: sant'Agostino d'Ippona e san Giacomo il Minore. Le due frecce rappresentano Sant'Agostino, una per la sua saggezza, l'altra per il suo insegnamento e l'abbraccio alla fede dopo la conversione. In araldica, la freccia rappresenta sempre la verità e la saggezza. Le frecce sono in nero, ancora una volta per rappresentare il colore del sacerdozio. È importante notare che il popolo Wea, un popolo nativo americano dell'Indiana, dal quale il vescovo Conley discende, utilizzava una freccia nera nei momenti delle grandi cerimonie e quindi la sua presenza nello stemma ha un duplice scopo simbolico, essendo anche un segno di onore e rispetto per le origini del presule. Sotto le frecce vi è una chiave di colore rosso, il colore del martirio. Essa rappresenta San Giacomo il Minore. La chiave è uno dei simboli di San Giacomo il Minore e rappresenta la sua scrittura, la chiave per la salvezza nella fede cristiana che deriva dalla Parola di Dio scritta. Il rosso ricorda il suo martirio e la testimonianza di Cristo.