Nel dicembre 1936 fu inviato a prendere clandestinamente parte alla guerra di Spagna[1].
Il 26 dicembre, al comando del capitano di corvetta Silvio Garino, attaccò con due siluri la motonave spagnola Villa de Madrid; la nave fu mancata e uno dei siluri finì sulla vicina spiaggia di Prat de Llobregat, rivelando così la partecipazione dei sommergibili italiani alla guerra[2].
Nella mattinata del 12 agosto 1937 lanciò due siluri contro i cacciatorpediniere spagnoli Churruca e Alcalà Galliano, in uscita da Cartagena; una delle armi colpì il Churruca provocando gravi danni e obbligandolo a rientrare a rimorchio del Galliano[3].
Nel marzo del 1941 fu assegnato alla Scuola Sommergibili di Pola, per la quale compì svariate missioni addestrative; fu impiegato anche in pattugliamenti antisommergibile nell'Alto Adriatico, specialmente dopo il tragico affondamento del gemello Medusa da parte del sommergibile britannico Thorn[4][5].
Nell'agosto 1943 fu dislocato a Taranto, riprendendo l'attività bellica[4].
In seguito all'annuncio dell'armistizio rientrò a Taranto; da lì ripartì il mattino del 12 settembre (assieme ai sommergibili Atropo e Bandiera ed al cacciatorpediniere Riboty) per consegnarsi agli Alleati a Malta, ove giunse il pomeriggio successivo; lasciò l'isola un mese più tardi insieme ad altri 14 sommergibili, per rientrare in Italia[7], ad Augusta[5].
Dopo aver subito lavori di manutenzione a Taranto, nel giugno 1944 si trasferì a Gibilterra e da lì, successivamente, ad Algeri, in Mar Rosso e di nuovo a Gibilterra, prendendo parte ad esercitazioni antisommergibile Alleate[5].
Unica unità della sua classe a sopravvivere al conflitto, fu radiato il 1º febbraio 1948 ed avviato alla demolizione.