Fu soprattutto un teorico dell'architettura di notevole influenza, mentre poco rimane della sua scarsa attività progettuale.
Dopo avere diretto a Parigi dal 1743 una propria scuola di architettura, divenne professore all'Académie royale d'architecture nel 1762.[1] Nel 1771 pubblicò il suo Cours d'architecture, che comprendeva i corsi universitari da lui tenuti e dove tracciò la summa del suo insegnamento, costituendo l'ultima codificazione delle norme architettoniche che dal Rinascimento in poi avevano avuto un valore universale[2].
Blondel avvertì il mutamento profondo avvenuto dopo la metà del '700, tuttavia non fu in grado di spiegarsi il fenomeno; gli sfuggì la via completamente nuova intrapresa dal suo discepolo Claude Nicolas Ledoux[3]. Fu il primo teorizzatore della cosiddetta Architecture terrible.
Con la sua esaltazione del classicismo francese di Mansart e Perrault, in opposizione al barocco, contribuì ad aprire la strada al neoclassicismo[senza fonte].
Tra i suoi scritti:
De la distribution des maisons de plaisance et de la décoration en général (1737),
L'architecture française (1752-1756), progettata in 8 voll. come aggiornamento della serie iniziata da Jean Marot. Furono pubblicati solo 4 volumi.