L'anno successivo, durante la seconda invasione britannica, combatté nel battaglione di Marina tra le file della milizia che sconfisse l'esercito di John Whitelock per le strade di Buenos Aires. Jacinto de Romarate guadagnò un'ulteriore promozione a capitano di fregata alla fine del 1807, e negli anni seguenti fu posto al comando di diverse imbarcazioni della postazione navale di Montevideo.[1]
La guerra di indipendenza dell'Argentina
Allo scoppio della Rivoluzione di Maggio, Romarate si trovava a Buenos Aires; rifiutò di riconoscere autorità alla nuova giunta ed ottenne il permesso di tornare a Montevideo, dove partecipò alla repressione della rivolta di due battaglioni di milizia urbana. Al termine dell'azione la città rimase in mano alle truppe leali al governo spagnolo.[1]
Al tentativo da parte delle nuove autorità di Buenos Aires di estendere la rivoluzione alle altre regioni del vicereame, Montevideo rispose con la creazione di una propria flotta, posta al comando di Romarate, che iniziò subito un blocco navale nei confronti della città ribelle.[1] Il 2 marzo 1811, nella battaglia di San Nicolás, la flottiglia realista distrusse una squadra navale indipendentista comandata dal corsaro di origine malteseJuan Bautista Azopardo, che nello scontro venne catturato.[3]
L'11 marzo 1814, la flotta di Romarate fu attaccata da un'altra squadra navale patriota, appena costituita, affidata al comando di Guillermo Brown. Gli attaccanti furono respinti, ma quattro giorni dopo si ripresentarono nei pressi dell'isola Martín García, riuscendo stavolta ad occuparla; la flotta realista fu costretta a fuggire nel fiume Uruguay, incalzata dal nemico.[4] Intrappolato nelle acque poco profonde del fiume, Romarate riuscì ad ottenere viveri e munizioni da Fernando Otorgués, luogotenente dell'indipendentista José Gervasio Artigas, entrato in conflitto con le autorità di Buenos Aires.[1]
Una squadra navale patriota, al comando dell'americano Thomas Nother, attaccò la flottiglia di Romarate il 28 marzo ma fu sconfitta nel corso della battaglia di Arroyo de la China; lo stesso Nother morì nell'azione.[1]
Le autorità di Montevideo tentarono di mandare una squadra in soccorso a Romarate, rimasto imbottigliato nel fiume, ma questa fu sconfitta da Brown nel combattimento del Buceo; accerchiata e priva di risorse, Montevideo dovette capitolare il 20 giugno 1814. Jacinto de Romarate fu costretto a firmare la resa ai patrioti il 22 luglio, tornando in Spagna nell'aprile dell'anno successivo.[1] Qui la sua condotta fu investigata dalle autorità, che però lo prosciolsero da ogni accusa.[5]
Gli ultimi anni
Nominato capo della provincia di Santander, e in seguito comandante generale del Dipartimento di Cadice, Romarate fu nominato il 28 febbraio 1822, in pieno "triennio liberale", Ministro della Marina nel gabinetto di Francisco Martínez de la Rosa.[6] La reazione assolutista dell'anno successivo lo mise ai margini della vita politica.[1]
Nel 1835, Jacinto de Romarate fu eletto come rappresentante di Biscaglia al parlamento (Cortes); lo stesso anno fu promosso a Capo di Squadra e nominato consigliere di Stato. Morì il 27 agosto 1836.[1]