Santo Stefano è una piccola isola del Mar Tirreno, situata al largo della costa fra Lazio e Campania; fa geograficamente parte delle Isole ponziane, e amministrativamente del comune di Ventotene, in provincia di Latina. Come il resto dell'arcipelago, l'isola ha origine vulcanica; ha una forma circolare di meno di 500 metri di diametro, con un'estensione di circa 27 ettari. Nel periodo romano l'isola aveva diversi nomi, tra cui Partenope (dal grecoΠαρθενόπη), Palmosa, Dommo Stephane e Borca, e fu scarsamente abitata. Le scogliere ripide hanno sempre reso difficile l'approdo, possibile solo in quattro punti, da scegliere a seconda dei venti.
Attualmente l'isola è disabitata, ma è possibile visitarla tramite imbarcazioni locali. Si trova circa 2 chilometri ad est di Ventotene. L'unico edificio presente sull'isola è un carcere ("edificio circolare") con 99 celle, fatto costruire nel periodo borbonico (circa 1794–95) da Ferdinando IV ed in uso fino al 1965.
Tra il 18 ed il 19 settembre 2023 un vasto incendio ha devastato l'isola, innescato da una mongolfiera lanciata da Ventotene in occasione dei festeggiamenti per santa Candida.
Nell'ottobre del 1860 una violenta rivolta, resa possibile dall'abbandono dell'isola da parte delle truppe borboniche accorse a Capua sottoposta all'assedio che avrebbe sancito la fine del Regno delle Due Sicilie, sfociò nell'autoproclamazione della Repubblica di Santo Stefano da parte dei detenuti camorristi più noti. La comunità si diede uno statuto e si mantenne in vita autonomamente fino al gennaio del 1861, quando un contingente della Marina del Regno di Sardegna sbarcò sull'isola e ripristinò l'ordine e la detenzione dei reclusi.
Nel 1981, su iniziativa dell'allora ministro della Difesa Lelio Lagorio, sopra il portone di accesso alla fortezza è stata apposta una grande lapide in marmo candido del Monte Altissimo (Alpi Apuane) per ricordare i patrioti dell'Ottocento e i prigionieri dell'epoca fascista.
Nei pressi del carcere vi è un piccolo cimitero all'aperto con le tombe ad inumazione di 47 reclusi morti nel carcere, tra il 1906 ed il 1962, tra cui quelle di due prigionieri di guerra libici della Guerra italo-turca.
Antonio Perucatti, Quel "criminale" di mio padre. Eugenio Perucatti e la riforma del carcere di Santo Stefano. Una storia di umana redenzione, Ultima spiaggia, 2014, ISBN 978-8898607044.