Snorri, nella prima parte della sua opera, fa frequente riferimento al poema epicoYnglingatal ("le geste dei Ynglingar") di Þjóðólfr da Hvinir, del quale include numerosi stralci (mantenuti nella rima originale).
Per le gesta dei re tra 1025 al 1157 Snorri potrebbe aver attinto al Morkinskinna, mentre per Olaf II di Norvegia al Glælognskviða ("poema del mare calmo") di Þórarinn loftunga.
Tuttavia, la principale fonte probabilmente fu la tradizione orale, particolarmente attenta nella trasmissione delle gesta dei re come dei miti degli eroi e degli dèi norreni, nonostante l'arrivo del cristianesimo in Islanda due secoli prima; potrebbe anzi essere stata la pressione della nuova religione, ormai completamente imposta e che non lasciava spazio ai miti antichi del suo popolo, così strettamente connessi alla religione norrena, a spingere Snorri a trascriverli nel tentativo di preservarli.
Contenuto
Heimskringla contiene storie sui re svedesi e re norvegesi, nonché su alcuni dèi, visti in una ottica prettamente evemerista, quali primi dominatori scandinavi.
L'opera segue Odino e i suoi seguaci dall'est, da Ásaheimr (cioè l'Asia) e Ásgarðr (il regno degli dèi), fino al loro insediamento in Scandinavia e continuare con la loro successione sui nuovi domini. Passati questi ultimi dagli dèi agli uomini (dal dio Freyr a Fjölnir), descrive le gesta di ogni re membro della leggendaria dinastia svedese del casato degli Ynglingar.
Prosegue narrando le vicende di molti sovrani norvegesi, vissuti tra il X e il XII secolo e arriva fino alla morte di Eystein Meyla nel 1177.
I racconti sono un misto di fantasia e realtà. La prima parte, infatti, è radicata nella mitologia norrena, mentre in seguito le storie sono un insieme di favole e fatti storici come le contese tra i sovrani, la nascita dei regni di Norvegia, Svezia e Danimarca, le spedizioni e le conquiste vichinghe in Inghilterra.