Gustave Geffroy è noto in particolare per essere stato il primo storico dell'impressionismo. Nel settembre del 1886 si recò a Belle Île per un'inchiesta sulle prigioni di Napoleone III, e incontrò per caso Claude Monet, di cui era un ammiratore. All'incontro seguì una lunga amicizia che avrebbe condotto Geffroy ad essere uno dei più appassionati sostenitori degli artisti impressionisti. Monet gli presentò altri pittori del nascente movimento, fra cui Cézanne che nel 1895 gli fece un ritratto, e Geffroy entrò nell'ambiente degli impressionisti, li conobbe tutti e tutti li sostenne con i suoi articoli e con precise prese di posizione sulla stampa e nei discorsi.
Nel 1897 pubblicò "L'Enfermé" (Il recluso), nel quale raccontava la vita di Auguste Blanqui. La prima uscita fu a puntate, nei "feuillettons" del settimanale "La lettura illustrata" di Felix Juven. Nel frattempo continuò a scrivere gli elogi di Monet e della sua arte, sino a diventarne il biografo.
Geffroy fu un assiduo frequentatore del Grenier de Goncourt, dove ritrovava i suoi amici: Frantz Jourdain, Octave Mirbeau, Jean Ajalbert[1]. Assieme a nove di essi fondò nel 1900 l'Académie Goncourt.
Dal 1880 collaborò con il quotidiano "La Justice", dove conobbe Georges Clemenceau, del quale divenne grande amico e dal quale, nel 1908, fu nominato Amministratore della Manifattura dei Gobelins, incarico che mantenne per tutta la vita.
Nel 1914, assieme ad altri scrittori e giornalisti, decise di occuparsi della guerra appena scoppiata, con articoli, testimonianze e documentazioni fotografiche sino al 1919.