Esponente di spicco del partito liberale, fu impegnato nella difesa della lingua italiana in Trentino. Ad esempio, in una lettera a Pasquale Villari, presidente dell'Associazione Dante Alighieri, contestava la frequentazione della scuola tedesca da parte di ragazzi italiani a Trento.[2]
Nel 1886 Ranzi ebbe l'idea di un Monumento a Dante a Trento, in occasione della fondazione della società Pro Patria. Inizialmente l'abbandonò, riproponendola dopo l'erezione a Bolzano nel 1889 della statua al poeta tedesco Walther von der Vogelweide. Per raccogliere i fondi venne quindi creato un comitato, presieduto da Ranzi (1892-1898). Ranzi fece parte della commissione che valutò i progetti, fra i quali venne alla fine scelto quello di Cesare Zocchi. Ebbe uno scambio epistolare con Giosuè Carducci, che dedicò una poesia al monumento. Ne dovette però "limitare i fervori... per il rischio di una censura austriaca".[1]
Il monumento fu inaugurato l'11 ottobre 1896. Ranzi tenne un discorso in cui sostenne la necessità di difendere la lingua italiana dal tentativo di imporre la lingua tedesca, ma respinse l'idea che avesse un significato antitedesco, come conferma anche l'epigrafe da lui dettata:
Inchiniamoci Italiani
Inchinatevi Stranieri
Deh! Rialziamoci
Affratellati nella giustizia[3]
^common.agiati.org/ (PDF), su common.agiati.org, agiati.org. URL consultato il 4 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2019).
«Ranzi Guglielmo Trento, 15 dicembre 1859 - Trento, 24 aprile 1932 Socio ordinario dal 1932»
^Guglielmo Ranzi, su chieracostui.com, Chi era Costui. URL consultato il 1º ottobre 2016 (archiviato il 4 agosto 2019).
^Fondo: Ranzi Guglielmo, su beniculturali.ilc.cnr.it:8080, Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia. URL consultato il 1º ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2019).
Bibliografia
Guido Lorenzi & Sergio Benvenuti, Il monumento a Dante a Trento - Storia e significati, Temi, 1992.