Giuseppe Pintus (Assemini, 4 febbraio 1890 – monte Zebio, 10 giugno 1917) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.
Biografia
Nacque ad Assemini di Cagliari il 4 febbraio 1890, figlio di Luigi ed Anna Mostallino. Nato all'interno di una famiglia di origini umilissime, trascorse la sua infanzia e la gioventù lavorando come agricoltore e come pastore.[1] Nel novembre 1910 fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito presso il 75º Reggimento fanteria.[1] Poco meno di un anno dopo, trasferito al 4º Reggimento fanteria della Brigata Piemonte partì per la Cirenaica, imbarcandosi a Catania il 14 ottobre 1911 per partecipare alla guerra italo-turca. A causa di una malattia venne rimpatriato nel novembre 1912 e posto in congedo, venendo assunto in forza al Deposito fanteria di Ozieri. Richiamato a fini addestrativi presso il deposito del 46º Reggimento fanteria, nel maggio 1915, a causa della mobilitazione generale, fu assegnato alla 10ª compagnia del 151º Reggimento fanteria della Brigata Sassari. A partire dall'inizio delle ostilità con l'Impero austro-ungarico, il 24 maggio, combatte in tutte le azioni sostenute dal suo reggimento, distinguendosi sul Carso, Bosco Cappuccio, e nel settore di Castelnuovo.[1] Tra il maggio e il giugno del 1916 prese parte alla battaglia degli Altipiani, combattendo a Monte Fior, a Castelgomberto e poi nella controffensiva a Monte Mosciagh, venendo promosso per il suo ardimento dapprima a caporale e poi a caporale maggiore.[1]
Il 10 giugno 1917, durante l'attacco sferrato nel tratto compreso tra le quote 1626 e 1476 sulle pendici di Monte Zebio, altopiano di Asiago, fece parte della prima ondata d'assalto.[1] Raggiunta la trincea nemica rimase ferito due volte, e cadde colpito mortalmente durante un furioso corpo a corpo trafitto da un colpo di baionetta sferrato da un soldato nemico.[1]
In riconoscimento del valore mostrato, fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]
Le sue spoglie sono conservate presso il Sacrario militare di Asiago.[3]
Onorificenze
«
Costante e fulgido esempio di indomito coraggio, prese parte a tutti i combattimenti dall’inizio della guerra e benché varie volte leggermente ferito, non volle mai abbandonare il proprio posto. Sotto il violento bombardamento nemico che arrecava alla compagnia perdite gravi, coadiuvò con fermezza i propri ufficiali nel tenere ordinata la truppa. Si offrì poi a far parte della prima ondata d’assalto e incitando i dipendenti sotto il tiro delle mitragliatrici avversarie, benché ferito gravemente ad un braccio, arrivò sull’obiettivo e vi sostenne una violenta lotta corpo a corpo. Una seconda volta ferito, continuò a combattere, finché venne nuovamente e mortalmente colpito. Monte Zebio, 10 giugno 1917.
[4]»
— Decreto Luogotenenziale 13 giugno 1918.
Note
Bibliografia
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1917. L'anno terribile: Dalla Bainsizza alla sorpresa strategica di Caporetto, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
- Giorgio Geromet, 1915-1918: la liberazione italiana di Gorizia, Trieste e Trento: fronte Carso-Isonzo, Udine e Piave, Trieste, Edizioni Luglio, 2008, ISBN 978-88-89153-40-6.
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1917, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 78.
Voci correlate
Collegamenti esterni