Nasce a Ponte di Piave (TV) il 24 giugno 1921. Dal 1934 risiede e lavora a Treviso. Nel 1941 si iscrive al Regio Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ma un mese dopo è chiamato alle armi; fatto prigioniero, ritorna dalla Germania nell’aprile del 1945. Dopo la guerra riprende gli studi universitari e si laurea nel luglio del 1953. La sua formazione è fortemente segnata dalla lezione di Scarpa, Albini e Samonà, maestri che diventeranno riferimenti per l’elaborazione del proprio linguaggio.
Nel 1954 inizia la libera professione impegnandosi nella ricerca, nella sperimentazione, nella progettazione e direzione lavori, individualmente e in collaborazione. Dal 1957 è affiancato dalla moglie Livia Musini, la quale in seguito, oltre che nel campo dell'architettura, si dedicherà all'attività di paesaggista. Dal 1995 entra a far parte dello studio Martina Davanzo.
Ha affrontato i temi della residenza unifamiliare e collettiva, dei servizi sociali, culturali e ricreativi per la residenza, delle attrezzature per l’assistenza, dell’edilizia scolastica e industriale, degli edifici per lo spettacolo, per lo sport e per le attività terziarie, dell’intervento nei centri storici e del restauro. Si è occupato di arredo urbano e di industrial design, realizzando arredi per Appiani Selezione e Magis. Affronta e vince concorsi di importanti opere pubbliche come il Foro Boario di Padova, la Fiera di Vicenza, il Palazzetto dello sport di Vicenza, l'impianto natatorio e di atletica di Treviso, tutte opere realizzate tra gli anni Sessanta e Settanta e pubblicate diffusamente in italia e all'estero. Ha realizzato più di trenta allestimenti di mostre d’arte antica e contemporanea in molte città e musei.
Partecipa e vince numerosi concorsi. Gli vengono assegnati i premi regionali In/Arch nel 1967 per le Scuole Elementari di Ponte di Piave, nel 1969 per il Foro Boario di Padova e nel 1990 per la Casa per Anziani a Castelfranco Veneto. Ha ricevuto il Premio di architettura città/territorio “Oderzo 1997”, prima edizione. Le sue architetture sono state oggetto di mostre in Italia e all’estero.
All’attività professionale associa quella didattica presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia: dal 1962 al 1973 come assistente di Carlo Scarpa, nel corso di Architettura degli Interni e Composizione Architettonica; dal 1971 al 1974 come docente incaricato del corso di Unificazione Edilizia e Prefabbricazione; dal 1973 come docente incaricato del corso di Architettura degli Interni. Dal 1982 al 1991 è professore associato. Continuerà ad insegnare come professore a contratto dal 1994 al 2001 per il Corso di Disegno Industriale nella sede trevigiana dell’Università Iuav di Venezia. All’interesse per il suo “mestiere” ha affiancato grandi passioni quali la fotografia, la lavorazione del legno con il tornio, il mare e la nautica.
Negli ultimi anni si è dedicato alla scrittura di racconti e gialli, pubblicando: “Albergo alla Stazione e altri racconti”, “Alla Bella Treviso”, “Quella notte ai Tolentini”, “Piccolo Porto”, “Case dell’altro mondo”.
Le mostre personali più recenti si sono svolte a Castelfranco Veneto (TV) in Villa Revedin Bolasco nel 2007 a cura dell'Associazione Architetti della Castellana; a Venezia nel Cotonificio Veneziano nel 2005, organizzata dal Dipartimento di Progettazione Architettonica dello IUAV, in occasione della presentazione del libro "Giuseppe Davanzo il mestiere dell'architetto"; alla Rotonda di Badoere nel 2001, organizzata dal comune di Morgano; a Padova nella Sala dei Giganti nel 1998, organizzata dall'Ordine degli architetti nell'ambito della festa dell'Architettura; a Oderzo nel Palazzo Foscolo nel 1997, in occasione del Premio di architettura città/territorio.
Muore nella propria casa trevigiana l’8 settembre 2007.
Archivio
L'archivio di Giuseppe Davanzo è stato dichiarato di interesse storico particolarmente importante il 6 febbraio 2020 dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Veneto e del Trentino-Alto Adige. È tuttora conservato presso lo studio Davanzo architetti a Treviso.
Opere
Principali architetture
Nuovo Stabilimento della "Secco & Figli S.A.S.", San Trovaso (1959-1961, demolito nel 2002);
Casa in Via Calmaggiore (Casa Rampazzo), Treviso, Calmaggiore 34 (1960-1962);
Scuole Elementari, Ponte di Piave (1960, 1965-1967);
Casa unifamiliare, Mestre (1961-1962);
Filiale della REX, Industrie A. Zanussi, Udine (1961-1963, modificata);
Casa a due alloggi (Casa Carrera Rettore), Treviso, viale IV Novembre (1961-1962);
Tempio del Donatore di Sangue, Pianezze di Valdobbiadene (1962-1966);
Nuovo Stabilimento Marzotto, Trissino (1962-1964);
Casa unifamiliare, Pordenone (1963-1964);
Palazzetto dello sport, Vicenza (1963-1972, modificato);
Case dell'altro mondo, viennepierre, Milano 2006, ISBN 8876010882;
A margine del mestiere, Il Poligrafo, Padova 2017, ISBN 889387010X.
Riconoscimenti
Premio In/Arch nel 1967 per le Scuole Elementari di Ponte di Piave;
Premio In/Arch nel 1969 per il Foro Boario di Padova;
Premio In/Arch nel 1990 per la Casa per Anziani a Castelfranco Veneto;
Premio di architettura città/territorio “Oderzo 1997”.
Bibliografia
L. Semerani, "Focus. Architetti del dopoguerra: un panorama", Zodiac, n. 10, 1962, pp. 142–151;
P. C. Santini, "Architetture di Giuseppe Davanzo", Ottagono, n. 24, 1972, pp. 64–73;
"Giuseppe Davanzo / Allestimenti espositivi 1973-1993", Parametro, n. 201, 1994;
M. Antico (a cura di), Giuseppe Davanzo. Il mestiere dell'architetto, Skira, Milano 2005, ISBN 9788884915870;
G. Monti, "Giuseppe Davanzo", Territorio e ambienti veneti, n. 5, 2007, pp. 72–68.
A. Franchini, "Una struttura sociale. La casa-albergo a Castelfranco Veneto di Giuseppe Davanzo e Livia Musini", in M. Bulgarelli (a cura di), Per Alvise Trincanato. Saggi in memoria di un giovane studioso impaziente, Campisano, Roma 2020, pp. 17–27; [1]
A. Franchini, "Listening to Elderly People. A methodological Lesson by Giuseppe Davanzo", Horizonte, n. 15, 2022, pp. 125–140;
A. Franchini, "A «lesson in modern architecture set into the mountains»: the Murer Studio by Giuseppe Davanzo (1970-1972)", Critica d'Arte, n. 11-12, luglio-dicembre 2021, pp. 83-99.