Dopo gli esordi nel calcio, nelle giovanili del Torino[1] in cui si cimentò come portiere[2][3] – «probabilmente, continuando col calcio non sarei riuscito a sfondare»[2] –, e dei trascorsi scolastici nell'atletica leggera,[2] iniziò a praticare la pallavolo con il CUS Torino, diventando titolare ad appena quindici anni e conquistando, nel 1972, la promozione in Serie A.
Considerato «il primo vero talento del volley italiano»[3], uno dei migliori pallavolisti europei della sua generazione[2] nonché il solo giocatore italiano dell'epoca capace di ottenere una notorietà internazionale[3][2], in vista della stagione 1980-81 declinò l'interesse del campionato giapponese[3] e si trasferì al Parma, all'epoca supportato economicamente dalla Parmalat, che gli garantì anche un impiego in azienda[3]. Con i ducali vinse altri due scudetti (1981-82 e 1982-83), due Coppe Italia (1981-82 e 1982-83) e due Coppe dei Campioni (1983-84 e 1984-85).
Nel 1986 annunciò il ritiro dall'attività agonistica[3]. Ritornò sui suoi passi nell'annata 1987-88, poiché richiesto dal CUS Torino; per averlo in squadra lo sponsor Bistefani gli offrì un lavoro nell'azienda di Casale Monferrato, dove vive tuttora[3].
Nazionale
Esordì in nazionale l'8 aprile 1974, ad Ankara, a diciassette anni e undici mesi. Fu tra i titolari della squadra che vinse la prima medaglia olimpica della pallavolo italiana, il bronzo nell'edizione di Los Angeles 1984, oltre al secondo posto al mondiale di Roma nel 1978: in entrambe le rassegne ottenne il riconoscimento per il miglior «muro»[3].
Al termine dell'attività professionistica è diventato amministratore di un'azienda che distribuisce articoli sportivi[1]; inoltre negli anni seguenti si è dilettato ancora cone pallavolista in Serie D, nella squadra emiliana di Baganzola.