Ufficiali del Re, Borghigiani, Popolo di Remis, Soldati francesi, Soldati inglesi, Spiriti eletti, Spiriti malvagi, Grandi del regno, Araldi, paggi, fanciulle, Marescialli, Deputati, Cavalieri e Dame, Magistrati, Alabardieri, Guardie d'onore (Coro)
Dopo il discreto successo de I due Foscari al teatro Argentina, Verdi fu a Milano per un'opera vecchia e un'opera nuova. All'apertura della stagione di carnevale 1845 (ovvero il 26 dicembre 1844) provvidero I Lombardi alla prima crociata. Qualche settimana dopo, la sera del 15 febbraio 1845, andò in scena Giovanna d'Arco, che Temistocle Solera, su commissione del Teatro alla Scala, aveva tratto dal dramma di SchillerDie Jungfrau von Orleans. Solera ridusse a cinque i personaggi, che nel dramma di Schiller erano venticinque, e, mentre nel dramma originario Giovanna d'Arco si innamora di un nemico inglese, nell'adattamento di Solera la protagonista s'innamora del re francese Carlo VII[2]. Il libretto di Solera è stato definito «un cumulo d'incongruenze e un'offesa continua al buon gusto artistico e alla verità storica»[3]. Verdi iniziò a comporre questa sua nuova opera il 9 dicembre 1844, e terminò la composizione il 6 gennaio 1845; iniziò a strumentarla il 12 gennaio, mentre erano già in corso le prove[4].
Gli interpreti principali erano Erminia Frezzolini, Antonio Poggi e Filippo Colini. L'opera ebbe all'esordio scaligero un buon successo e le recensioni dell'epoca registrano molti elogi soprattutto per la performance della Frezzolini. Venne poi rappresentata a Firenze (dove inizialmente non piacque), a Senigallia, dove ottenne grande successo di pubblico, e a Roma, dove il titolo fu cambiato in Orietta di Lesbo e l'ambientazione mutata per motivi di censura, intendendosi evitare di mettere in scena una santa cristiana[5].
Il 24 dicembre 1845 l'opera fu eseguita a Venezia, al Teatro La Fenice; il soprano era la cantante tedesca Sofia Loewe; per essa Verdi scrisse una nuova cavatina, oggi perduta[6].
L'esito della prima milanese, come si è detto, era stato molto buono. Ciononostante si verificarono dissidi di natura economica fra Verdi e l'impresario della scala, Bartolomeo Merelli, cosicché Verdi non scrisse più nessuna nuova opera per la Scala fino all'Otello (1887)[7]. Tuttavia la Giovanna d'Arco fu nuovamente eseguita alla Scala nel 1858 e poi ancora nel 1865; in quest'ultimo allestimento il soprano era Teresa Stolz[8]. In generale, Verdi approvò le iniziative di allestire nuovamente questa opera solo quando si potesse contare su cantanti di valore non comune, quali appunto la Stolz o Adelina Patti[6].
Nel 1941, nel quarantesimo anniversario della morte del compositore, la Volksoper di Berlino mise in cartellone la Giovanna d'Arco, con un'iniziativa che aveva forse anche fini propagandistici anti-inglesi[9]. Per l'occasione il musicologo Fritz Brust pubblicò, sul periodico nazista "Das Reich" del 2 febbraio 1941, un articolo nel quale sosteneva, del tutto falsamente, che tale opera fosse «rimasta per quasi un secolo sepolta nella polvere d'un archivio», che «nessuno la conosceva» e che lo stesso Verdi, dopo la prima esecuzione del 1845, avesse vietato di rappresentarla in quanto (sempre secondo Brust) il compositore era rimasto profondamente insoddisfatto della qualità dell'esecuzione[10]. Smentendo tali affermazioni, Massimo Mila osserva che la Giovanna d'Arco fu in realtà sempre ben nota agli studiosi e che, dopo la prima milanese, in vita di Verdi essa fu allestita in molte altre città fino a tutto il 1865[11]. La stessa prima esecuzione milanese del 1845 aveva lasciato Verdi del tutto soddisfatto riguardo al cast e scontento solo per la scenografia[8].
Il ruolo di Giovanna è stato interpretato da altri cantanti di fama internazionale come June Anderson e Mariella Devia.
Una ripresa dell'opera in tempi moderni è avvenuta, con successo, al Festival della Valle d'Itria di Martina Franca nel luglio 2013 in cui, a vestire i panni dell'eroina francese, è stata Jessica Pratt.
Il 7 dicembre 2015, serata inaugurale della stagione scaligera 2015-2016, Riccardo Chailly ha diretto Giovanna d'Arco (assente alla Scala dal 23 settembre 1865), per la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier. Trasmessa in diretta da Rai 5, è stata vista da 316.000 spettatori. Interpreti Anna Netrebko, Francesco Meli, mentre il baritono Carlos Álvarez, ammalato di bronchite, è stato sostituito da Devid Cecconi.
In concomitanza con la rinascita dell'opera verdiana Giovanna d'Arco, il Centro Studi Piemontesi di Torino ha inteso celebrare la riscoperta del personaggio storico pubblicando nel dicembre 2015 uno studio di Patrizia Deabate sul colossal Giovanna d'Arco (1913) interpretato da Maria Jacobini e diretto da U. M. Del Colle e Nino Oxilia: film che nel 1914, col titolo Joan of Arc, aveva ottenuto negli Stati Uniti un successo paragonabile a quello della coeva produzione torinese Cabiria di Gabriele D'Annunzio e Giovanni Pastrone.[12]
Critica
In una lettera a Francesco Maria Piave del 16 febbraio 1845, Verdi scrisse che considerava Giovanna d'Arco «la migliore delle [sue] opere senza eccezione e senza dubbio»[13]. Tra la moderna critica verdiana l'opera è valutata molto negativamente da Carlo Gatti e da Gabriele Baldini, mentre è elogiata da Alfredo Parente e da Charles Osborne[14].
Massimo Mila, dandone un giudizio complessivo di condanna, ritiene che le parti migliori siano la prima metà del prologo (fino alla cavatina del tenore esclusa) e tutto il terzo atto. Per Mila «le parti negative sono quelle più tradizionali, là dove, richiedendolo la situazione e il taglio del libretto, Verdi si crede in dovere di pagare un tributo alle usanze teatrali dell'epoca» subordinando il procedere dell'azione drammatica «agli sfoghi melodici di arie, duetti e concertati»[15]. L'ouverture è considerata «una delle migliori composizioni orchestrali di Verdi, pur non potendo gareggiare con quelle dei Vespri siciliani e della Forza del destino»[16].
Trama
Prologo
A Domremy, nel 1429, Carlo VII annuncia che intende lasciare il trono al re d'Inghilterra, ovvero di smettere di combattere, dal momento che nel sogno gli è apparsa la Vergine che gli ha ordinato di deporre le armi e l'elmo nel bosco. Non appena il Re spiega questo sogno, viene informato dell'esistenza di una cappellina dedicata appunto alla vergine e sita nel bosco. Decide così di andarvi e di deporre le armi. Nella foresta vi è un umile ovile, abitazione di Giacomo e Giovanna. Giovanna ritorna dalla Cappellina della Vergine sconfortata per la sua impotenza a combattere e per la Francia che sta, momento dopo momento, per essere sottomessa dagli inglesi. Entra in casa e si addormenta. Durante il sonno viene avvolta da una schiera di spiriti malvagi, i quali la tentano a lasciarsi vincere dalle gioie della gioventù. Subito dopo però, accompagnato dal ritorno in cielo della luna, a Giovanna vengono in visita una schiera di spiriti Eletti, i quali le annunciano che il suo più grande desiderio si sta per avverare: potrà anche lei finalmente combattere, ma non dovrà accogliere in cuore alcun affetto profano. Giovanna si sveglia di soppiatto e si dirige frettolosamente verso la cappella della Vergine; lì vi trova un elmo e delle armi, ma anche il Re che le aveva poco prima deposte. A questo punto Giovanna si barda a guerra e s'annuncia al re come colei che libererà la Francia. Intanto, Giacomo da una finestra di casa vede la scena e pensa che il Re con l'aiuto del demonio sia riuscito a conquistare la figlia; mentre Giovanna lascia il suo ovile, Carlo comincia ad innamorarsi.
Atto I
Scena I Luogo rupestre presso Reims
I soldati inglesi piangono la sconfitta giunta dopo tante vittorie ed assieme al loro comandante Talbot discutono la via di fuga. Improvvisamente, appare Giacomo, il quale promette ai nemici di suggerire la causa delle loro sconfitte. Scena II
Nel giardino della reggia di Reims, Giovanna esce dalla stanza dove è in corso la festa per la vittoria in cerca di una boccata d'aria. Qui essa decide di ritornare alla propria abitazione nella foresta. Improvvisamente è raggiunta da Carlo, il quale le confessa il suo amore, «puro e spirituale», Giovanna inizialmente rifiuta, ma poco dopo ammette di ricambiare l'amore di Carlo. Non appena questo accade, Giovanna è investita da una sorta di delirio: gli spiriti celesti le ricordano la rinuncia ad ogni amore profano che lei stessa aveva offerto a prezzo di vestire l'armatura. Arrivano nel giardino i servi che festanti chiamano il re da incoronare e Giovanna da onorare nella cattedrale. Carlo prega per Giovanna, la quale viene inondata da una schiera di spiriti malvagi che esultano per la vittoria contro l'anima della donna guerriera.
Atto II
Piazza di Reims, a sinistra la cattedrale di S. Dionigi
La folla inneggia alla vergine guerriera. Arriva intanto la processione composta da Ufficiali del Re, Grandi del regno, Araldi, paggi, fanciulle, Marescialli, Deputati, Cavalieri e Dame, Magistrati, Alabardieri e Guardie d'onore alla fine della quale vi sono Carlo e Giovanna i quali entrano nella chiesa. Nelle vicinanze c'è Giacomo che ricorda il suo dramma di padre tradito. Carlo ormai incoronato re esce dalla chiesa e annuncia che questa verrà dedicata a Giovanna. Improvvisamente avanza Giacomo, che accusa la figlia dinnanzi a tutti di rapporti con il demonio. Giovanna, sapendo che era venuta meno alla rinuncia dell'amore terreno, non sa come discolparsi: maledetta da tutti (tranne che dal Re) la fanciulla si getta nelle braccia del padre il quale la purificherà con il rogo.
Atto III
Giovanna è imprigionata in una rocca inglese, dalla sua cella ode i suoni della battaglia che è ancora in corso e immagina il re circondato dalle truppe nemiche. Entra Giacomo, al quale Giovanna rivolge una preghiera: chiede che le sue catene siano spezzate e confessa di aver amato per un istante solo Carlo ma di essere sempre stata fedele a Dio. Giacomo, una volta compresa la purezza della figlia, le infrange le catene e la invia a combattere contro gli inglesi, Giovanna esce precipitosamente dalla rocca e si inoltra nella battaglia. Arrampicato sulla vetta della torre Giacomo osserva la figlia che combatte a fianco del re e scaccia gli inglesi. I francesi hanno vinto ed il re entra festante nella rocca perdonando il vecchio pentito. Delil, però, annuncia che Giovanna durante la battaglia è morta, Carlo profondamente costernato, vaneggia. Vede avanzare lentamente la salma della cara ormai defunta trasportata da un corteo. D'improvviso, quasi miracolosamente, Giovanna si alza riconosce il re e il padre e chiede la sua bandiera. Afferratala, vede aprirsi il cielo e discendere la Vergine Maria, essa trasfigura e muore, compianta da tutti ed accolta dagli spiriti eletti.
Numeri musicali
Sinfonia
Prologo
1 Introduzione
Coro Qual v'ha speme? (Borghigiani, Ufficiali, Uomini, Donne) Scena I
2 Scena e Cavatina di Carlo
Scena Il re! - Nel suo bel volto (Delil, Borghigiani, Ufficiali, Carlo) Scena II
Cavatina Sotto una quercia parvemi (Carlo, Coro) Scena II
Racconto Allor che i flebili (Borghigiani, Carlo) Scena II
Cabaletta Pondo è letal, martiro (Carlo, Coro) Scena II
3 Scena di Giacomo
Scena Gelo, terror m'invade! (Giacomo) Scena III
4 Scena e Cavatina di Giovanna
Scena Oh, ben s'addice questo (Giovanna) Scena IV
Cavatina Sempre all'alba ed alla sera (Giovanna) Scena IV
5 Finale del Prologo
Scena Paventi, Carlo, tu forse? (Carlo) Scena V
Coro Tu sei bella (Spiriti malvagi) Scena V
Coro Sorgi! I Celesti accolsero (Spiriti eletti) Scena V
Scena Pronta sono! (Giovanna, Carlo) Scena V
Cabaletta Son guerriera che a gloria t'invita... (Giovanna, Carlo) Scena V
Terzettino A te, pietosa Vergine (Giovanna, Carlo, Giacomo) Scena VI
Stretta del Finale Or sia patria il mio solo pensiero... (Giovanna, Carlo, Giacomo) Scena VI
Atto I
6 Introduzione
Coro Ai lari!... Alla patria! (Coro di Soldati, Talbot) Scena I
7 Scena e Aria di Giacomo
Scena Questa rea che vi percuote (Giacomo, Talbot, Coro) Scena II
Aria Franco son io, ma in core (Giacomo, Coro) Scena II
Tempo di mezzo Vien!... di guerra in forte luogo (Talbot, Coro, Giacomo) Scena II
Cabaletta So che per via di triboli (Giacomo, Talbot, Coro) Scena II
8 Romanza di Giovanna
Scena Qui! qui!... dove più s'apre (Giovanna) Scena III
Romanza O fatidica foresta (Giovanna) Scena III
9 Duetto e Finale I
Scena Ho risolto... - E in tai momenti (Giovanna, Carlo) Scena III-IV
Duetto Dunque, o cruda, e gloria e trono (Carlo, Giovanna, Coro di Voci eteree) Scena IV
Finale I Le vie traboccano (Ufficiali, Delil, Giovanna, Carlo) Scena V-VI
Coro finale Vittoria, vittoria!... plaudiamo a Satàna (Spiriti malvagi) Scena VI
Atto II
10 Marcia
Marcia trionfale Dal cielo a noi chi viene (Coro) Scena I
11 Scena e Romanza di Giacomo
Scena Ecco il luogo e il momento! (Giacomo) Scena II
Romanza Speme al vecchio era una figlia... (Giacomo) Scena II
12 Finale II
Coro Te, Dio, lodiam, te confessar n'è vanto (Coro) Scena II
Scena Compiuto è il rito! (Giacomo, Carlo, Giovanna, Coro) Scena II-III
Terzetto Comparire il ciel m'ha stretto (Giacomo) Scena III
Seguito del Finale No! forme d'angelo (Carlo, Giacomo, Giovanna, Coro) Scena III
Stretta del Finale Ti discolpa! (Carlo, Giacomo, Giovanna, Coro) Scena III
Atto III
13 Scena e Duetto di Giovanna e Giacomo
Scena I Franchi! I Franchi! (Coro, Giovanna, Giacomo) Scena I-II
Duetto Amai, ma un solo istante (Giovanna, Giacomo) Scena II
Tempo di mezzo Tu che all'eletto Sàulo (Giovanna, Giacomo) Scena II
Cabaletta Or dal padre benedetta (Giovanna, Giacomo) Scena II
Battaglia Giovanna, Giacomo (Giacomo, Coro) Scena III-IV
14 Scena e Romanza di Carlo
Scena Di novel prodigio (Carlo, Giacomo, Delil) Scena IV-V
^Carlo Gatti, Giuseppe Verdi, vol. I, Alpes, Milano 1931, p. 243; citato in Mila 2013, p. 272. Mila tuttavia precisa che la morte in battaglia della protagonista (circostanza in stridente contrasto con la verità storica) figura già nel dramma di Schiller.
^ Patrizia Deabate, Maria Jacobini in Joan of Arc (1913): un successo del cinema muto da Torino agli Stati Uniti, in «Studi Piemontesi», XLIV,, fasc. 2, dicembre 2015, pp. 385-391..