Gherardo Vaiarini (Concesio, 1891 – Africa Settentrionale Italiana, 17 luglio 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
Nacque a Concesio, provincia di Brescia, nel 1891, figlio di Battista.[2]
Arruolatosi nel Regio Esercito frequentò la Regia Accademia Militare di fanteria e Cavalleria di Modena da cui uscì con il grado di sottotenente dalla nel 1913.[2] A partire dal 24 maggio 1915, in forza al 77º Reggimento fanteria, partecipò alle operazioni belliche nel corso della prima guerra mondiale.[2] Rimasto gravemente ferito alla fine del 1917, riprese servizio attivo nel 1920, in forza al Corpo di occupazione dell'Egeo.[2] Dal 1924 al 1927 prestò servizio al Distretto militare di Brescia e, con la promozione a maggiore, presso il Comando della Divisione militare di Udine.[2] Divenuto tenente colonnello nel 1935, ritorno al 77º Reggimento fanteria dove rimase fino alla promozione a colonnello, avvenuta il 1º novembre 1939. Nominato comandante del 65º Reggimento fanteria motorizzato della 101ª Divisione motorizzata "Trieste", dopo la dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna prese parte alle operazioni sul fronte occidentale.[2] Nell'agosto 1941 partì alla testa del suo reggimento per l'Africa Settentrionale Italiana.[2] Ferito in combattimento ad El Alamein, decedeva in quello stesso giorno durante il suo trasporto all'ospedale da campo 895 di El Dabà.[2] La sua eroica morte venne citata sul bollettino di guerra n.787, e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]
Onorificenze
— Regio Decreto 6 gennaio 1941.
[3]
«
In cinquanta giorni di vittoriosa offensiva per la riconquista della Cirenaica e l’occupazione dell’Egitto occidentale, guidava con perizia e valore i suoi battaglioni in molteplici sanguinosi combattimenti. Nel corso di un violento contrattacco, durante il quale il suo reggimento, pur decimato da gravissime perdite, riconquistava una importante posizione, veniva mortalmente ferito al volto da una raffica di mitragliatrice. Conscio della sua prossima fine, prima di spirare, non potendo più parlare, vergava le seguenti nobili parole: "Raccomando il mio 65! Viva il mio 65! Non importa se muoio. Viva l’Italia! Vincere!!!". Marmarica–Deserto Occidentale Egiziano (A.S.), 26 maggio–17 luglio 1942.
[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica 9 giugno 1948.
[5]
«Durante il combattimento, essendo rimasti feriti gli ufficiali superiori del reggimento, ne assumeva il comando, continuando l'azione e portandola a compimento con ardire, calma e sagacia. Monte Sabotino, 7 agosto 1916.»
«Con instancabile attività, sprezzo del pericolo e serena visione della difficoltà da superare, cooperava con la perspicace e valorosa sua opera di capitano aiutante maggiore in 1° alle vittoriose conquiste del proprio reggimento. Veliki Kribach-Faiti Krib, 1–3 novembre 1916.»
Note
Bibliografia
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 51.
Voci correlate
Collegamenti esterni