Milano, dove visse a lungo, sino agli ultimi anni della sua vita (era sposato con un'italiana, Franca Rota, conosciuta al Jazz Club di Milano: "Capolinea"[1]), negli anni cinquanta vedeva spesso Gerry Mulligan apparire all'improvviso nei jazz club e cominciare ad improvvisare con i musicisti che incontrava, per il semplice gusto di partecipare a una jam session. La componente umana era per Mulligan dunque estremamente importante. Trattava i suoi collaboratori, quando si dimostravano all'altezza, quasi come membri della famiglia e li spronava a fare sempre meglio.
Gerry Mulligan a Bologna (1988)
Era davvero quello che si può considerare un maestro. Affascinato dal lavoro dell'arrangiatore perché "era colui che tesseva le trame composte dai suoni unici di ogni strumento", inizia prestissimo questo mestiere (all'età di 17 anni per una radio locale), continuando poi a praticarlo con le orchestre di Gene Krupa, di Elliot Lawrence e di Claude Thornhill; non smetterà mai di farlo, raggiungendo livelli altissimi di tecnica e gusto. Il suo lavoro di compositore e arrangiatore rimane più importante del suo solismo.
Birth of the Cool
Mulligan fu un protagonista della corrente cool fin dai primi tempi, con la sua partecipazione - come compositore, arrangiatore e strumentista (6 brani su 9 sono sue composizioni) - al nonetto di Miles Davis, ai cui concerti, documentati dal famoso disco "Birth of the Cool" del 1949, si fa generalmente risalire la nascita del movimento. Questa impronta stilistica rimarrà poi sempre una costante nelle improvvisazioni e composizioni di Mulligan, che non se ne allontanò mai troppo, malgrado l'avvicendarsi di nuove tendenze nel panorama jazzistico. Nel 1952, insieme a Chet Baker fonda il quartetto "senza pianoforte" (piano-less quartet): il pianoforte fino al quel momento veniva usato nelle band per tessere il tessuto armonico: batteria, contrabbasso e piano costituivano infatti la spina dorsale di una band; Mulligan e Baker rinunciano al pianoforte e in un gioco di contrappunti, di frasi che si scavalcano in continuazione e momenti di incontro, non fanno sentire la mancanza del tradizionale sostegno armonico costituito dal pianoforte. La formazione dura però poco tempo, interrotta dalle continue liti fra i due e soprattutto dall'arresto per uso di sostanze stupefacenti di Mulligan, che se la cava con tre mesi di reclusione ritrovando all'uscita, con grande sorpresa, l'amico Baker divenuto famoso per le proprie doti canore.
Alcuni anni dopo la sostituzione di Baker con Bob Brookmeyer al trombone a pistoni o con il trombettista Art Farmer, Mulligan comincia a pensare a una big band, con la quale poter esprimere il proprio talento di compositore/arrangiatore, già affinato dalla collaborazione con Stan Kenton e Gil Evans; la Concert Jazz Band riscuote successi ovunque, esibendo performance in diversi stili jazz, ma tutti vicini per qualche verso al cool e all'esperienza pianoless.
Gerry Mulligan – Foto di William P. Gottlieb.
Il termine cool ha il significato di giusto e rilassato non freddo. Fino alla sua morte, avvenuta nel gennaio 1996 per una complicazione in seguito a un'operazione al ginocchio, ha sempre riscosso grandi successi anche con i suoi ultimi collaboratori (tra cui Grover Washington Jr.), tanto da ricevere onori anche da Bill Clinton e da avere un museo dedicato alla sua vita nella città di Washington, dove viene esposto il sax (un Conn 12M) con sopra una sciarpa di seta donatagli dal Dalai Lama.
Stile
Uno dei limiti del baritonista consisteva nel considerare spesso con diffidenza le tendenze del nuovo jazz che non partivano da lui, come ad esempio il free, anche se si sentono, ovviamente, influenze fusion nei suoi ultimi brani. Mulligan in fondo, pur suonando con numerosi e svariati musicisti, era solito portare soprattutto il suo importante contributo, rimanendo per scelta ancorato al suo passato. Comunque il suo stile non può essere incasellato completamente in uno schema, come per ogni genio, ma al contrario offre, brano dopo brano, sempre nuove idee e spunti. Tra le sue collaborazioni, al di fuori delle performance esclusivamente jazzistiche, va ricordato quello che è stato definito "Il bellissimo, memorabile album Summit-Reunion Cumbre", registrato a Milano con il bandoneonista-compositore argentino Astor Piazzolla e un'orchestra formata da musicisti italiani e argentini, fra i quali Pino Presti (basso elettrico), Tullio De Piscopo (batteria), Angel Pocho Gatti (piano).[2][3][4][5][6]
Quello che va sottolineato è che Mulligan pensava soprattutto a suonare, suonare e ancora suonare, o per essere più precisi, ad esprimersi musicalmente, facendo, delle note, parole di grande effetto.
Discografia parziale
Album
1950-52 - The Gerry Mulligan Quartet/Gerry Mulligan with the Chubby Jackson Big Band
1951 - Mulligan Plays Mulligan - Prestige (reissued as Historically Speaking)
1952-53 - The Original Quartet With Chet Baker (2CD) - Pacific Jazz
1953 - Konitz Meets Mulligan - Pacific Jazz (with Chet Baker)
1953 - Gene Norman Presents the Original Gerry Mulligan Tentet and Quartet - GNP Crescendo
^ Arrigo Polillo, Jazz - la vicenda e i protagonisti della musica Afro-Americana. - Edizione aggiornata a cura di Franco Fayenz, Milano, Mondadori, 1975, p. 777, ISBN978-88-04-42733-9.