Originaria di San Sebastiano dei Marsi, si trasferì presto con la famiglia a Goriano Sicoli. Mentre pascolava, fu notata dal conte di Celano che tentò di sedurla, ma lei lo respinse con tanta fermezza da spingere il nobile a far erigere una cella presso la chiesa di San Giovanni Battista con una finestrella da cui la giovane poteva assistere alla messa: Gemma vi visse da vergine reclusa conducendo vita di penitenza per 43 anni, fino alla morte.[2]
Casa di Santa Gemma a Goriano
Si deve aggiungere, in dubbio sulla esistenza stessa di Santa Gemma Vergine, che la sua agiografia ricalca fedelmente componimenti poetici notevolmente in uso nel medioevo, denominati appunto "Pastorelle" e che si sviluppano nella trama proprio in stessi dialoghi tra il cavaliere od il principe a cavallo e la pastorella incontrata al pascolo, ritenuta il più delle volte donna di bassa estrazione sociale e facilmente sedotta.
Morendo a Goriano Sicoli, frequentando la chiesa di San Francesco, oggi la sua casa è stata musealizzata, e nelle immediate vicinanze fu eretto un santuario, dedicato alla santa.
Il culto
Dopo un anno dalla morte, il vescovo di Sulmona procedette all'esumazione e alla ricognizione canonica del suo corpo, trovandolo prodigiosamente conservato.[2]
Il culto tributato ab antiquo alla santa vergine reclusa fu confermato da papa Leone XIII il 28 aprile 1890.[3]
^Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, LIBRERIA EDITRICE VATICANA, 2004, p. 396, ISBN978-88-209-7925-6.
«In località Goriano Sicoli in Abruzzo, beata Gemma,
vergine, che visse rinchiusa in una piccola cella accanto alla
chiesa, da dove poteva vedere soltanto l’altare»
Bibliografia
Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, LIBRERIA EDITRICE VATICANA, 2004, ISBN978-88-209-7925-6.
Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.