Di umili origini, lascia la scuola prima di conseguire la licenza elementare e inizia a lavorare in una sartoria frequentata da attori di teatro (per questo motivo nel mondo teatrale merita il soprannome de il Sarto[1]); questa frequentazione fa nascere in lui l'interesse per questa forma d'arte. Il suo debutto in teatro avviene al teatro Biondo di Palermo con un testo di Luigi Capuana.
Dal 1976 comincia a mettere in scena le proprie opere: Il pozzo dei pazzi e, a breve distanza, Lucio e in seguito Manu mancusa e Il cavaliere Sole.
Negli anni novanta, a partire dall'esperienza del laboratorio "Femmina dell'ombra", porta la sua attenzione al territorio dando vita a numerosi laboratori con gli abitanti del quartiere Albergheria (uno dei quartieri più degradati del centro storico di Palermo). In questi anni mette in scena La notte di Agostino il topo, Sonno e sogni e Santa e Rosalia.
Oltre che autore e attore in molte opere teatrali, Scaldati si cimenta anche come attore nel cinema partecipando ai film Kaos dei fratelli Taviani, L'uomo delle stelle e Baarìa di Giuseppe Tornatore, I briganti di Zabut e Il giorno di san Sebastiano di Pasquale Scimeca[3] e Il Buma di Giovanni Massa.
Nel 2003, con la regia dei cineasti palermitani Daniele Ciprì e Franco Maresco, è uno dei protagonisti del film Il ritorno di Cagliostro[4].
Negli anni 2005 e 2006 ha ricoperto l'incarico di direttore artistico della sezione teatro delle "Orestiadi di Gibellina".
Durante la sua carriera si impegna a creare e recuperare nuovi spazi culturali. Apre i teatri indipendenti Teatro & C., Re di Coppe e Il Piccolo Teatro. Alcune sue opere sono tradotte in catalano, in polacco e in svedese.
Nel mese di maggio del 2020 l'intero archivio di Franco Scaldati viene ceduto dai suoi familiari alla
Fondazione Giorgio Cini di Venezia, dopo infruttuosi tentativi di valorizzarne l'Opera esperiti con il Comune di Palermo[5].
Nel 2021, a otto anni dalla scomparsa, su iniziativa dell'assessore regionale dei Beni Culturali e dell'identità Siciliana, Alberto Samonà, la Regione Siciliana decide di far pubblicare tutta l'opera di Scaldati in otto volumi, comprendenti fra l'altro 37 testi inediti del drammaturgo[6]. I primi due volumi, con i testi dal 1975 al 1979 e dal 1981 al 1990, vengono dati alle stampe nel 2022 con Marsilio Editori, a cura di Valentina Valentini e Viviana Raciti[7].
Riconoscimenti
Durante la sua carriera, Franco Scaldati riceve numerosi riconoscimenti tra cui due premi speciali Ubu. Il primo durante la stagione 1989/90 per Il pozzo dei pazzi, il secondo durante la stagione 1996/97 per La locanda invisibile e il lavoro svolto nel quartiere Albergheria di Palermo.
Tra gli altri premi ricevuti:
Premio Sole blu al festival Riccione TTVV, stagione 1987 e 1988
Premio Coppola-Prati, 1991;
Premio alla Creatività della Società Italiana degli Autori ed Editori, 2000;
Premio dell'Associazione Nazionale dei Critici Italiani, 2007;