Francesco Oberholtzer (Roma, 1828 – Roma, 1891) è stato un militare e ingegnere svizzero, Alabardiere della Guardia Svizzera e in seguito Ufficiale di Artiglieria e del Genio militare dell'Esercito dello Stato Pontificio.
In questi ruoli è stato uno dei protagonisti delle ultime fasi di vita dello Stato Pontificio stesso, avendo svolto il ruolo di Direttore dei lavori per le fortificazioni di Roma nell'estate 1870 e poi, dopo la sconfitta militare (Presa di Roma), membro della Commissione Paritetica per la Smobilitazione, dopo la quale ha continuato la sua vita da civile come ingegnere e progettista.
Nasce a Roma il 19 gennaio 1828, figlio secondogenito di Gaspare Oberholtzer e di Irene Pentenè, in una famiglia che serve nelle Guardie Svizzere fin dal trisavolo Joseph Oberholtzer, arrivato a Roma da Eschenbach (Cantone di San Gallo) nel 1719. Francesco, sostituendo il fratello Luigi, entra nella Guardia come Alabardiere (1 novembre 1845) ma si congeda tre anni dopo (31 dicembre 1848) per entrare nell'Accademia militare dell'Esercito pontificio, preferendo egli seguire gli studi di Ingegneria ed utilizzare quelli per meglio servire lo Stato e l'Armata.
Nel 1856, a 28 anni, sposa la ventiquattrenne Maria Cleofe, figlia del marchese Giulio Especo y Vera, anch'egli alto ufficiale dell'Artiglieria Pontificia, molto popolare nell'Esercito pontificio perché protagonista di parecchie operazioni militari, in particolare della difesa di Ancona del 1849 contro l'invasione austriaca. Anche la moglie Geltrude Confalonieri e la figlia Maria Cleofe, in prima persona parteciparono a quelle operazioni, cooperando strettamente con la struttura di pronto soccorso predisposta per il recupero e cura dei feriti. Dal matrimonio di Francesco Oberholtzer con Maria Cleofe nascono quattro figli: Publio nel 1858[1], Giulia nel 1860, Emilia nel 1862 e Paolo Emilio nel 1864.[2] Purtroppo, in occasione della nascita di quest'ultimo, per intervenute complicazioni, a 32 anni, Maria Cleofe muore.
Nel dicembre 1869 entra a far parte della Commissione geodetica pontificia, composta da astronomi ed ingegneri militari e presieduta dal Direttore dell'Osservatorio del Collegio romano padre Angelo Secchi, per la misura della base trigonometrica dello Stato, in collaborazione con analoghe commissioni a livello europeo. Nel marzo del 1870 la Commissione approva il suo progetto per la Torre che poi diventerà la Stazione geodetica di Monte Mario, cioè il Meridiano di Roma.
Nel 1870, al crollo dello Stato pontificio ed al conseguente disfacimento dell'Esercito[3], opta per non continuare la sua carriera nell'Esercito italiano e si dà alla professione di Ingegnere ed all'insegnamento.
Tra i tanti lavori eseguiti (in special modo opere pubbliche sulla gestione delle acque) si annovera una serie di progetti relative alla sistemazione della foce del fiume Tevere e per la costruzione di un porto utile per la città di Roma. Tra le proposte sono compresi tre suoi libri dedicati all'argomento:
ed una iniziativa di discussione parlamentare. [4]
Nel giugno del 1873 diventa membro permanente della Commissione geodetica italiana per la Misura dei Gradi in Europa.[5] Da allora partecipa ai lavori di tutte e quattro le Conferenze Geodetiche internazionali seguenti (Dresda 1874, Stoccarda 1877, Monaco 1880, Roma 1883).
Nel 1878 gli viene assegnata una menzione onorevole nella Classe 66 – Materiali e processi del genio civile, lavori pubblici e architettura all'Esposizione Universale di Parigi.
Nel 1881 esce dall'insegnamento (Istituto Tecnico) ma continua la sua carriera di Ingegnere progettista.
Nel 1888 pubblica Roma porto di mare. (1873-1887). Progetto (memoria esplicativa con pianta generale), Roma, Tip. F.lli Pallotta., per il quale, l'anno seguente (1889) ottiene la medaglia d'oro all'Esposizione universale di Parigi[6].
Muore nel 1891 a Roma.
La carriera militare di Francesco Oberholtzer si svolge nel periodo centrale del secolo XIX ed attraversa direttamente (o indirettamente, tramite il suocero Giulio Especo y Vera) molte fasi del Risorgimento italiano: la Repubblica romana (1849), la lotta contro l'invasione austriaca (1849-1859), la guerra con i Piemontesi (1860), il brigantaggio postunitario scatenato (almeno parzialmente) da Francesco II Borbone e dal crollo del Regno delle Due Sicilie, che si diffuse anche in territorio pontificio (1860-1870), il tentativo insurrezionale di Mentana (1867) e, infine, la presa di Roma da parte dell'Esercito italiano.
Le date principali della sua carriera militare sono state:
cioè testi che contengono descrizioni esplicite di fatti inerenti alla vita e le opere di Francesco Oberholtzer o dei suoi congiunti, in particolare del padre Gaspare Oberholtzer, del suocero ten. Colonnello marchese Giulio Especo y Vera, della suocera Geltrude Confalonieri, della moglie Maria Cleofe.
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