L'allora infante di Spagna Filippo di Borbone, in un ritratto del 1732
Filippo I era figlio di Filippo V, re di Spagna, e della sua seconda moglie Elisabetta Farnese; sua madre proveniva dalla nobile famiglia italiana dei Farnese, che aveva retto il ducato di Piacenza e Parma per generazioni; venne cresciuto nei primi anni di vita a Madrid, ove ebbe modo di mostrare il proprio interesse per l'arte e la politica. Nel 1738 venne investito dal padre del titolo di conte di Chinchón, appartenente al Grandato di Spagna, a seguito dell'alienazione del suddetto titolo da parte di Giuseppe Sforza-Cesarini, duca di Canzano.
Nel 1744, durante la guerra di successione austriaca, l'infante Filippo assunse il comando delle armate congiunte franco-spagnole nella campagna contro Carlo Emanuele III di Savoia, sostenuto dall'Austria. Il 15 settembre 1745 le truppe spagnole occuparono Parma ed il tenente generale marchese de Castellar raccolse l'atto di obbedienza del parmigianino a Elisabetta Farnese, segno di chiara volontà di sottomissione del popolo alla Spagna, alleata di sangue della dinastia dei Farnese che per secoli aveva regnato su quei territori. Nel dicembre di quello stesso anno, Filippo osò di più e si spinse nella volontà di conquistare Milano, ma venne bloccato dal generale austriaco Braun e dal generale Giovanni Luca Pallavicini, che assediarono Parma e la riportarono sotto il controllo austriaco. Allora Filippo stabilì a Chambéry la sua piccola corte che lo aveva seguito fin dalla partenza da Madrid e di cui facevano parte Guillaume du Tillot come consigliere, che diverrà primo ministro a Parma, il medico Silvestro Ponticelli,[1] futuro archiatra, e Joseph de Lama,[2] primo farmacista.
Nel 1748, infine, Filippo divenne duca di Parma, Piacenza e Guastalla, assumendo il nome di Filippo I di Parma, in virtù degli accordi presi col Trattato di Aquisgrana, rimanendo in carica sino alla sua morte; su quel trono si era già seduto suo fratello Carlo.
Il duca Filippo sviluppò una politica illuministica, espansiva e giansenista. Con il sostegno di Guillaume du Tillot, suo primo ministro, introdusse riforme che sanarono le finanze, rinforzò il potere dello Stato, creò scuole pubbliche[3]. Fu proprio Tillot, nel 1768, dopo la morte dello stesso duca Filippo, a decretare l'espulsione dell'Ordine dei Gesuiti e la confisca delle proprietà della Chiesa cattolica. Procedette anche alla soppressione dei tribunali ecclesiastici ancora presenti all'interno dei tre Ducati. Sempre in questa politica anticlericale rientra l'incamerazione dei Mezzani nel 1763, uno degli ultimi feudi vescovili del ducato. Tutto ciò fu possibile anche grazie all'abilità del duca e del ministro nell'ottenere e gestire a proprio favore l'amicizia personale con l'allora vescovo Francesco Pettorelli Lalatta[4].
Il duca morì improvvisamente il 18 luglio 1765 ad Alessandria, dopo aver accompagnato la figlia Maria Luisa a Genova, da dove sarebbe partita per raggiungere la Spagna e sposare l'Infante Carlo.